Attualità
Rifugio Medici Senza Frontiere a Gaza colpito: 2 morti. Dichiarano: ‘Siamo inorriditi’

Il conflitto israelo-palestinese si fa più intenso. Il 21 febbraio 2024, un bombardamento israeliano ha devastato un rifugio vicino a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. L’attacco ha mietuto due vittime legate ai membri di Medici Senza Frontiere (MSF). Nel frattempo, il primo ministro israeliano Netanyahu ha dichiarato che non seguirà la strada del rilascio degli ostaggi a tutti i costi.
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Due parenti dei membri di Medici Senza Frontiere sono tra le 14 vittime di un attacco dell’esercito israeliano tra Khan Yunis e Rafah. MSF stesso riferisce che il raid ha colpito un rifugio nel villaggio di Al Mawasi, causando anche sei feriti tra i membri di MSF. Appare chiaro lo shock della ong, che mediante un post sul proprio account ha espresso la propria orrore per l’accaduto.
Altre notizie, secondo l’agenzia palestinese Wafa, parlano di ultime vittime e feriti a Gaza City. Le Forze di difesa israeliane (IDF) avrebbero preso di mira diverse abitazioni civili nel quartiere Zeitoun. Sempre le IDF hanno riportato la morte di un proprio soldato nel corso dei combattimenti a nord della Striscia.
La tensione cresce e il conflitto tra Israele e Hamas rischia di raggiungere anche Gerusalemme, facendo suonare l’allarme Ramadan. Dal 7 ottobre, data dell’attacco di Hamas contro Israele, sono 237 i soldati uccisi nell’offensiva. La vittima più recente è il sergente Avraham Wovagen, un ragazzo di 21 anni di Netanya, affiliato al 932º battaglione della brigata Nahal.
Nel contesto dell’escalation, il Premier israeliano Netanyahu e il ministro delle Finanze Smotrich hanno rilasciato dichiarazioni secondo cui Israele non pagherà alcun prezzo per il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas. Il ritorno degli ostaggi non avverrà a tutti i costi, e la nazione non è disposta a pagare il “costo delirante” richiesto dai militari palestinesi, che vedrebbero in questo un segno di “sconfitta” per lo stato di Israele.
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Attualità
Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!
Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.
La sequenza degli eventi
Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.Le implicazioni per la sicurezza
Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?
Attualità
Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.
I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.
Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.
Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.
Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.
Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.
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