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Ragazzina brutalmente aggredita in un fast food a Piazza di Spagna

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Ragazzina brutalmente aggredita in un fast food a Piazza di Spagna

Una giovane di 14 anni è stata brutalmente aggredita da tre giovani donne mentre celebrava il suo compleanno in un fast food in Piazza Mignanelli, Roma. La vittima riferì che le tre donne sembravano fissare lei e i suoi amici, provocando una breve discussione che sfociò nell’aggressione. L’allarme fu segnalato alle autorità e la giovane vittima trasportata d’urgenza all’ospedale Umberto I per curare le sue ferite.

L’incidente si è verificato il 27 gennaio intorno alle 18. Secondo il padre della vittima, c’è stata una discussione con un addetto alla sicurezza del locale riguardante la mancanza di sgabelli. Qualche tempo dopo, un gruppo di dieci persone cominciò a fissare la festeggiata e i suoi amici provocando la sua reazione. Come risposta, tre ragazze del gruppo la attaccarono selvaggiamente.

Un caso correlato racconta di un uomo investito da un conducente che si è dato alla fuga. Il pirata della strada, più tardi, è stato scoperto dal suo meccanico mentre cercava di riparare l’auto danneggiata.

La vittima dell’aggressione è stata rapidamente soccorsa e portata all’ospedale. Secondo quanto riferito dal padre, il personale del fast food non intervenne durante l’aggressione. L’allarme fu attivato e gli agenti di polizia e il personale medico arrivarono sul posto poco dopo. La giovane è stata portata al pronto soccorso dell’Umberto I per le immediate cure mediche, essendo uscita con una prognosi di cinque giorni a causa delle ferite subite.

Le indagini sull’incidente sono ancora in corso, con gli agenti della stazione di polizia di Trevi che raccolgono prove e testimonianze. La vittima ha riconosciuto almeno una delle tre aggressori attraverso video diffusi sui social media. Le telecamere di videosorveglianza del locale sono state esaminate, nonostante le immagini dell’aggressione non fossero chiare.

A seguito dell’incidente, i negozianti della zona hanno fatto appello al capo della polizia e al comandante generale dei vigili urbani per richiedere una presenza più robusta delle forze dell’ordine nella zona. Gli eventi di tale natura sono diventati sempre più frequenti nel centro di Roma, alimentando preoccupazione e paura tra gli abitanti.

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.

L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.

Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.

L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.

Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?

A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.

I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.

Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.

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