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Attualità

Spiagge libere abbandonate, senza bagnini o servizi

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Spiagge libere abbandonate, senza bagnini o servizi

Spiagge desolate e abbandonate

Stabilimenti abbandonati o sequestrati, chioschi chiusi, assenza di servizi e nemmeno l’ombra di un bagnino. Una passeggiata desolante sulle spiagge libere di Ostia e Capocotta nei primi giorni di apertura della stagione balneare.

Parcheggiatori abusivi e venditori ambulanti

I parcheggiatori abusivi, ad oggi, sono una delle poche categorie di “lavoratori”, insieme ai venditori ambulanti, davvero pronte ad accogliere il flusso di turisti e bagnanti per questo inizio di stagione sulle spiagge libere di Roma.

Chioschi chiusi e stato di abbandono

I chioschi di Castel Porziano, Capocotta fino a  Torvajanica sono chiusi e, a giudicare dal loro stato di abbandono lo rimarranno per molto. Alcuni hanno addirittura i frigo delle bibite trascinati fuori dal locale.

Assenza di servizi e salvataggio

Conviene portarsi con sé acqua e frutta se si scende ai cancelli per una giornata al mare. L’unico punto di ristoro si trova al km 9300 della Litoranea ed è l’Oasi naturista. Nudo integrale sotto il sole e acqua fresca, sembra un miraggio. La bellezza delle spiagge di Capocotta non si discute, ma manca il servizio di salvataggio per i bagnanti.

Mancanza di trasporto pubblico e problemi strutturali

Come se tutto questo non bastasse a definire questo inizio di stagione delle spiagge libere di Roma oggettivamente disastroso, manca il servizio di trasporto pubblico per raggiungerle.

Non avendo altro da fare che camminare per tornare indietro e dovendoci passare sopra a questi ponti, mi fermo ad osservarli. Non serve essere un ingegnere per rendersi conto che, in effetti, le strutture chiamate in causa dalla Municipale, sono decrepite.

Servizio sospeso e situazione critica

Sul ciglio della strada cerco su Google qualche informazione in più, con il dubbio di essere effettivamente l’unico stolto che non ne sapeva niente. Trovo che il servizio di trasporto pubblico è sospeso e che i bus non possono più attraversare a causa di problemi strutturali ai ponti.

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.

L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.

Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.

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Attualità

Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.

L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.

Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?

A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.

I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.

Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.

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