Attualità
È venuto a mancare Alessio Mancini, giovane coordinatore di Forza Italia.

Alessio Mancini, giovane militante di Forza Italia e coordinatore giovanile della sezione di Itri, è deceduto ieri sera in un incidente stradale al bivio tra Itri e Sperlonga.
Triste fine per Alessio Mancini
Alessio Mancini è il ragazzo morto ieri sera in un incidente stradale al bivio tra Itri e Sperlonga. Il 22enne stava percorrendo la strada verso Sperlonga a bordo del suo scooter quando, per cause ancora da accertare, si è schiantato contro una macchina guidata da un ragazzo di vent’anni residente a Itri. Per il giovane, che aveva appena 22 anni, non c’è stato nulla da fare, è morto praticamente sul colpo a causa della gravità delle ferite riportate.
Indagini in corso sull’incidente
Sull’incidente indagano i carabinieri, che stanno svolgendo gli accertamenti necessari per cercare di capire come abbiano fatto i due mezzi a scontrarsi tra loro. I veicoli sono stati sequestrati, mentre il conducente dell’auto è stato sottoposto – come da prassi – ai test alcolemici e tossicologici per verificare l’eventuale presenza nel sangue di alcol e droghe. Sull’incidente sarà molto probabilmente aperto in procura un fascicolo per omicidio stradale.
Alessio Mancini era impegnato in politica come coordinatore giovanile di Forza Italia. E proprio il suo partito ha pubblicato un messaggio di cordoglio, ricordando il giovane e il suo impegno. “Tutti i ragazzi del movimento giovanile intendono esprimere le più sentite condoglianze alla famiglia del nostro coordinatore di Itri Alessio Mancini deceduto questa notte – la nota di Forza Italia Giovani Latina – Una notizia straziante. Alessio è stato un esempio di militanza e professionalità, un ragazzo per bene che ha sempre combattuto per il nostro partito sul suo territorio. Ricorderemo sempre il suo sorriso e la sua voglia di fare per il suo territorio”.
Ultime Notizie Roma
Droga, minacce ed incendi tra Roma e Calabria: 11 arresti, smantellata la rete legata al narcotraffico

Undici persone sono state arrestate dai Carabinieri nell’ambito di un’operazione antidroga che ha colpito un’organizzazione criminale attiva tra Roma, Latina e la Calabria. Le accuse nei loro confronti comprendono associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsione e incendio doloso in concorso. Altri tre soggetti risultano ancora ricercati.
L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, è frutto di un’indagine articolata che ha incluso intercettazioni e l’analisi di chat criptate. L’inchiesta si collega ad una precedente operazione condotta nel Gennaio 2022, che aveva già smantellato un’organizzazione criminale, secondo gli investigatori, all’albanese Elvis Demce, condannato in seguito a 18 anni di carcere.
Gli arrestati avrebbero avuto ruoli ben definiti all’interno dell’organizzazione, che si occupava del traffico di cocaina lungo l’asse Roma-Reggio Calabria. Le forze dell’ordine hanno documentato il commercio illecito di almeno 338 kg di cocaina, 1510 kg di hashish e 70 kg di marijuana tra maggio 2020 e marzo 2021 nelle province di Roma e Latina. Tra gli episodi più gravi, uno riguarda l’incendio di una sala scommesse a Roma e le successive minacce di morte rivolte al proprietario, accusato di non aver saldato un debito per l’acquisto di droga.
Attualità
Gesù rivisitato: provocazione artistica o cancellazione simbolica?

Non si tratta, come spesso viene sostenuto in questi casi, di razzismo o omofobia. Il talento di Erivo è fuori discussione, così come il diritto del teatro di sperimentare linguaggi nuovi. Tuttavia, è lecito porsi una domanda: perché modificare radicalmente l’identità di una figura simbolica universale come Gesù Cristo?La figura di Gesù – maschile, ebraica, storicamente e religiosamente connotata – ha attraversato i secoli mantenendo un valore spirituale e culturale ben preciso; cambiarne l’aspetto, il genere e il profilo identitario non è un dettaglio creativo, ma un atto profondamente ideologico, un segnale del nostro tempo, in cui ogni rappresentazione tradizionale viene riscritta per adattarsi a criteri di inclusione sempre più rigidi e imposti.
L’inclusività è un valore importante, ma quando diventa un obbligo culturale che trasforma ogni simbolo in qualcosa di instabile e privo di radici, rischia di ottenere l’effetto opposto: non più unire, ma confondere.
Quando tutto può essere tutto, allora nulla ha più significato, e in questo caso non si rompe un tabù per cercare nuove verità, ma si sostituisce un simbolo per riscrivere ciò che rappresenta.
E il pubblico ha il diritto di chiedersi dove finisce l’arte e dove comincia l’ideologia.
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