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ROMA TRE Posata la prima pietra del nuovo Rettorato. Fine lavori prevista per…

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ROMA TRE Posata la prima pietra del nuovo Rettorato. Fine lavori prevista per…

ROMA TRE Posata la prima pietra del nuovo Rettorato. Ecco la data prevista per la fine dei lavori.

ROMA TRE Posata la prima pietra del nuovo Rettorato. Composto da torri di vetro ellissoidali alte nove metri, s’imporrà certamente sul paesaggio di un quartiere a vocazione industriale. L’edificio sarà situato in via Ostiense 133, nei pressi degli ex mercati generali e del ponte Settimia Spizzichino. L’avvio dei lavori, cui era presente anche il rettore Luca Pietromarchi, ieri mattina. A realizzare il progetto, che dovrebbe essere completato entro il giugno del 2020, lo studio Mario Cucinella Architects, già curatore del Padiglione Italia della Biennale Architettura 2018. La società concessionaria Camar Tre srl si è invece aggiudicata la gara di project financing. Quest’ultima investirà circa 40 milioni di euro, coadiuvata dalla Banca Credito Cooperativo e da ICCREA Banca Impresa del Gruppo Iccrea istituti bancari.

Il progetto, spiega una nota, “si sviluppa in due distinti edifici da 8 e 9 piani, caratterizzati da una particolare forma ellissoidale e da una facciata completamente vetrata che garantisce un dialogo tra gli spazi interni ed esterni“. La piazza antistante l’edificio “è quindi considerata non solo come uno spazio pubblico di condivisione e attraversamento ma anche come uno spazio per eventi culturali che verranno organizzati dallo stesso ateneo“. Il progetto è “stato sviluppato anche in funzione della sostenibilità ambientale, riducendo al minimo il consumo di energia grazie all’ottimizzazione delle ore di esposizione solare delle facciate e alla ventilazione naturale dei locali“.

Oltre al nuovo Rettorato dell’Università di Roma Tre, alle segreterie, all’ufficio tecnico l’aula magna e la sala del consiglio, i nuovi edifici ospiteranno anche le stanze dell’Istituto Dams e gli uffici di segreteria dell’ateneo. Ci saranno inoltre due piani interrati per il parcheggio delle auto di totali 230 posti. L’area totale coperta sarà di 12 mila metri quadrati, di cui 2147 di aule e 9mila di uffici.

La costruzione del nuovo rettorato – ha dichiarato Pasquale Basilicata, dg dell’ateneo – è tra i grandi progetti di edilizia pubblica in via di realizzazione sul territorio nazionale e ha l’ambizioso obiettivo di coniugare la bellezza delle forme con la funzionalità degli spazi, per recuperare un settore di città oggi abbandonato al degrado e al disordine che ne consegue“. “La posa della prima pietra del Rettorato di Roma Tre – ha aggiunto l’architetto Mario Cucinellaè un segnale importante per la Capitale che torna a investire. È una forte testimonianza di crescita e anche un’opportunità concreta per gli studenti di abitare nuovi luoghi. Questo edificio rappresenta, inoltre, un considerevole intervento lungo un asse urbano molto importante, quale via Ostiense, che caratterizzerà lo spazio pubblico“.

Il nuovo rettorato è uno solo degli interventi sull’area ‘Ostiense-Marconi-Garbatella‘ che vedrà aumentare la presenza dell’ateneo sul territorio. “Il progetto – ha commentato Luca Montuori, Assessore all’Urbanistica di Roma Capitale – è molto importante e completa l’asse urbano con i vicini mercati generali, gli edifici del vecchio rettorato e la facoltà di lettere. Infatti come amministrazione abbiamo deciso di elaborare sull’area un progetto pilota nel’ambito delle azioni di resilienza urbana. Fino a oggi ci si è concentrati su grandi interventi isolati senza elementi di connessione dello spazio urbano, come piste ciclabili o passaggi pedonali“. In quanto al miglioramento ambientale invece, “pensiamo all’inserimento di alberature in alcuni dei grandi parcheggi che si trovano nell’area, vere e proprie ‘isole di calore’“.

Per Montuori, “serve un progetto di sistema e noi ci impegneremo a portarlo avanti con l’università e con chi gestirà i mercati generali. Putroppo prendiamo atto che all’evento di oggi non si sia ritenuto importante invitare l’Amministrazione capitolina. Siamo sicuri che non mancheranno altre occasioni di condivisione di un percorso che non può che essere comune“.

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Spaccio diviso per zone: la mappa segreta della droga ai Castelli Romani

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Spaccio diviso per zone: la mappa segreta della droga ai Castelli Romani

Un’organizzazione criminale composta da 14 giovani aveva trasformato le piazze e i luoghi di aggregazione dei centri storici di Velletri e Lariano in veri e propri mercati della droga. L’indagine, avviata dai Carabinieri di Velletri nel settembre 2024, ha smantellato una fitta rete di spaccio gestita con modalità ben strutturate e operative, che vedeva protagonisti soprattutto soggetti giovanissimi.

Fondamentali le segnalazioni dei residenti e dei commercianti, che hanno permesso ai militari di avviare attività tecniche e perquisizioni domiciliari. I Carabinieri hanno sequestrato complessivamente oltre 4 chili di hashish, 400 grammi di cocaina, alcune dosi di MDMA e marijuana, oltre a contanti e materiale per il confezionamento. Lo stupefacente veniva ceduto anche a credito o in cambio di beni di lusso, per un volume d’affari mensile di diverse migliaia di euro.

Lo spaccio era organizzato per aree territoriali, ciascuna gestita da un referente. Durante il blitz, scattato all’alba con il supporto dei Carabinieri di Frascati e dell’unità cinofila, sono state eseguite sedici perquisizioni domiciliari. Al termine, 14 persone sono state arrestate: nove in carcere tra Velletri, Roma e Frosinone, due ai domiciliari, mentre sei soggetti sono stati denunciati a piede libero e sedici segnalati come assuntori.

L’ordinanza cautelare, emessa dal Gip di Velletri, comprende circa ottanta capi d’imputazione, tra cui detenzione e spaccio di stupefacenti e favoreggiamento.

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Omicidi Villa Pamphili, Kaufmann a Rebibbia: “Sono innocente”

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Omicidi Villa Pamphili, Kaufmann a Rebibbia: “Sono innocente”

(Adnkronos) – “Sono innocente, il tribunale lo riconoscerà”. Così Francis Kaufmann, accusato del duplice omicidio della compagna Anastasia Trofimova e della figlia di 11 mesi Andromeda trovate morte a Villa Pamphili a Roma, alla delegazione di ‘Nessuno tocchi Caino’ che lo ha incontrato nel carcere di Rebibbia – dove l’americano è detenuto dopo essere stato estradato dalla Grecia – nell’ambito di una visita da tempo programmata nel penitenziario romano. Lo riferisce all’Adnkronos Elisabetta Zamparutti, tesoriere di ‘Nessuno tocchi Caino’ tra i membri della delegazione, aggiungendo che Kaufmann è detenuto nel reparto G6 e ha detto “che il personale si comporta correttamente, l’unica cosa è che vorrebbe avere il suo cuscino, con cui è entrato, ma che gli è stato trattenuto dandogli un cuscino normale. Apparentemente era tranquillo”. 

“La visita che noi facciamo è alle condizioni di detenzione, ma lui a un certo punto ha detto: ‘Io sono innocente, il tribunale lo riconoscerà’. Io l’ho fermato dicendogli che non eravamo lì per chiedergli della vicenda processuale e solo sulle condizioni di detenzione. Lui ci ha ringraziato della visita”, sottolinea Zamparutti.  

Una richiesta che ha fatto Kaufmann è stata quella di poter andare al passeggio per l’ora d’aria ma, riferisce Zamparutti, un agente ha assicurato che lo avrebbe accompagnato. L’esponente di ‘Nessuno Tocchi Caino’ precisa che l’incontro con l’americano, accusato degli omicidi di Villa Pamphili, è stato “assolutamente casuale” e nell’ambito di una visita al penitenziario romano “programmata da tempo”. 

“Abbiamo visitato il G12, i nuovi giunti, l’alta sicurezza, l’area sanitaria e a un certo punto, siccome altri detenuti ce l’avevano segnalata come sezione problematica, siamo andati al G6. Ma non sapevamo che (Kaufmann ndr) era lì, è stato assolutamente casuale”. Secondo quanto riferisce Zamparutti si tratta di un reparto “con 11 celle e 11 detenuti, in una sorta di isolamento”. “Gli altri detenuti avevano comportamenti di tutta evidenza gravemente disturbati, lui era apparentemente tranquillo”, continua Zamparutti.  

“Questo tipo di sezioni ci sono in tutte le carceri, ma sono indice della inumanità e del degrado del carcere, dove trovi persone che hanno problemi mentali e dovrebbero essere trattate diversamente e invece sono rinchiuse anche con la difficoltà del personale che, formato per ragioni di sicurezza, si trova a gestire la malattia mentale”, la denuncia di Zamparutti.  

 

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