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CASAMONICA Lunedì l’abbattimento della villa alla Romanina: coinvolti…

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CASAMONICA Lunedì l’abbattimento della villa alla Romanina: coinvolti…

CASAMONICA Lunedì l’abbattimento della villa alla Romanina. Nell’operazione sarà coinvolta la Regione ma non solo…

CASAMONICA Lunedì l’abbattimento della villa alla Romanina. Dopo le ville del Quadraro (per cui proseguono le operazioni di demolizione), toccherà dunque all’ex proprietà di Giuseppe Casamonica, nell’altro feudo della famiglia sinti padrona di Roma Sud. Un abuso accertato nel 2006, confiscato nel 2009, ma sgomberato solo cinque anni fa. Da allora preda dei vandali e inutilizzabile per gli scopi sociali cui è stata destinata invece la sua dirimpettaia (a breve diventerà una struttura per bambini autistici).

L’abbattimento della struttura, grande circa 300 metri quadri e fornita di ampio giardino privato e alberi di ulivo, sarà effettuato dalla Regione Lazio. Il cui lavoro va avanti da mesi, culminato a giugno con il sopralluogo di Zingaretti e Salvini e l’annuncio della demolizione. “Come spesso accade –  le parole all’epoca del Governatore – i beni che lo stato confisca alla criminalità sono opere abusive, come in questo caso. Va quindi necessariamente abbattutta ed abbiamo già stanziato 250mila euro per farlo, costruendo poi un giardino a disposizione della collettività e che verrà gestito dal comitato di quartiere“.

Lo scorso gennaio, con il ministro in piena campagna elettorale, la Regione, di concerto con l’Agenzia nazionale dei beni confiscati, avviò l’iter per l’acquisizione dell’immobile. Di cui nei mesi successivi fu accertata l’inagibilità e la possibilità di essere riutilizzata. Dopo averne stabilito la demolizione, la Regione si è poi confrontata con i comitati di quartiere su come riutilizzarla. Tra le varie proposte, si è optato per la realizzazione di un parco, gestito dai cittadini della zona. E che sarà finanziato, come detto, dalla Regione Lazio.

Nessun contributo dunque da Salvini e dal suo ministero. Negli ultimi mesi però il leader della Lega ha dichiarato più volte di voler salire personalmente sulla ruspa per abbattere il manufatto. Un’intenzione che ha ribadito anche martedì, e chissà che a breve non arrivi l’ok di Zingaretti. Che intanto, immerso nella preparazione per lunedì, dichiara: “Non solo si distrugge ma ritorna ai cittadini, da beni confiscati a beni comuni perché anche la parola confisca, che è giusta, però alle orecchie delle persone può sembrare una sottrazione, invece sono le mafie che tolgono alle persone e noi stiamo lavorando per prenderli in gestione e restituirli subito“.

L’area dell’abbattimento rinascerà poi sotto forma di parco pubblico aperto a tutti. “Un lavoro che comincia da lontano“, racconta Zingaretti, “e che si sta concretizzando grazie all’impegno di tanti. Nel 2017 abbiamo consegnato ad un’associazione che si occupa di bambini autistici un’altra villa sequestrata, proprio di fronte a dove sorgerà il giardino“.

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Roma e dintorni

Simonetta Cesaroni, i retroscena e un dattiloscritto inedito nel libro ‘L’intrigo di via Poma’

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Simonetta Cesaroni, i retroscena e un dattiloscritto inedito nel libro ‘L’intrigo di via Poma’

(Adnkronos) – Un retroscena mai raccontato prima, documenti inediti, un libro perduto: a pochi giorni dal 35esimo anniversario dell’omicidio di Simonetta Cesaroni – trovata senza vita il 7 agosto 1990 a Roma – è uscito in libreria ‘L’intrigo di via Poma – L’omicidio di Simonetta Cesaroni e il dattiloscritto perduto’ di Giacomo Galanti e Gian Paolo Pelizzaro (edizione Baldini+Castoldi, collana TempoReale).  

Via Poma. Due parole. E nella mente di tanti si materializza una foto degli anni Novanta. C’è una giovane in spiaggia in costume da bagno intero di colore bianco. Si chiama Simonetta Cesaroni. Il 7 agosto 1990 viene uccisa a Roma nell’ufficio dove si recava due volte a settimana, di pomeriggio, per registrare al computer la contabilità. Il suo caso è ancora irrisolto – si ricorda nella presentazione del libro – ma il 19 dicembre 2024 l’omicidio è tornato al centro delle cronache per la decisione della gip di proseguire le indagini, respingendo la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura. I punti salienti del delitto che la giudice ha evidenziato nella sua ordinanza erano già stati puntualmente indicati in un lavoro del giornalista Gian Paolo Pelizzaro – dal titolo L’intrigo – pronto per la pubblicazione e acquisito agli atti dal magistrato di allora, il 31 ottobre 1996. Ed è stato un altro giornalista, Giacomo Galanti, a ritrovare il dattiloscritto di quel libro, mentre nel 2020 cercava i documenti per il podcast ‘Le ombre di via Poma’.  

“Terminato di scrivere un libro-inchiesta su questa terribile vicenda, mi sono imbattuto in una testimonianza particolarmente importante. Sentii quindi il dovere di riferire tutto al magistrato, il 31 ottobre del 1996 mi recai in procura con il dattiloscritto del libro e il magistrato lo acquisì agli atti imponendo il riserbo per svolgere le indagini”, racconta all’Adnkronos Pelizzaro, giornalista, ricercatore e saggista spiegando che il suo lavoro all’epoca era incentrato sulla notizia di “fogli firma” usati dai dipendenti per registrare gli orari di entrata e di uscita sul posto di lavoro. Un particolare tornato prepotentemente alla ribalta delle cronache lo scorso anno, quando poi il gip ha respinto la richiesta di archiviazione del caso. 

“Il libro è la pubblicazione di quel dattiloscritto che risaliva al ’96 con tutti gli aggiornamenti di ciò che è avvenuto dopo, proprio alla luce delle informazioni che avevo fornito agli inquirenti – spiega Pelizzaro – Questo libro è una ricostruzione complessiva di tutta la vicenda del delitto di via Poma con un taglio non aggressivo né scandalistico: ci abbiamo tenuto a scrivere di questa tragedia con il massimo rispetto per la vittima, per i parenti della vittima e per tutti coloro che sono stati trascinati dentro a questo caso”.  

Giacomo Galanti, giornalista e autore di documentari, spiega: “Negli ultimi cinque anni ho lavorato tantissimo su questo caso, l’ho studiato a fondo e all’inizio mi sono imbattuto in questo dattiloscritto che Pelizzaro aveva iniziato a scrivere e che era stato acquisito agli atti. Un’idea di libro che non era stato mai pubblicato”.  

E’ nato così il contatto tra i due giornalisti che, dopo l’ordinanza con la quale il gip ha respinto l’archiviazione, hanno deciso di lavorare al volume ora in libreria: “Per la prima volta un giudice mette nero su bianco tutte le ombre sul caso e che riguardano l’ufficio degli ostelli, dove è stata uccisa Simonetta, e alcune ingerenze esterne che probabilmente ci sono state – osserva Galanti – E visto che sia Gianpaolo Pelizzaro allora, sia io ci eravamo occupati di questi particolari, abbiamo pensato fosse il caso di riprendere il filo e di ricostruire tutto”.  

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Roma e dintorni

A Roma primo impianto in Europa di un condotto aortico pre-assemblato

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A Roma primo impianto in Europa di un condotto aortico pre-assemblato

(Adnkronos) – E’ stato eseguito il 24 luglio allo European Hospital di Roma, su 70enne con aneurisma dell’aorta e valvola aortica compromessa, il primo impianto in Europa di un condotto aortico pre-assemblato che ha permesso la sostituzione combinata di valvola aortica, radice aortica e aorta discendente. Konect Resilia è il nome della nuova tecnica, “una procedura altamente innovativa che rappresenta un importante passo avanti nella cardiochirurgia complessa”, progettata da Edwards Lifescience con l’obiettivo di “migliorare la durata dell’impianto e ridurre i rischi per il paziente”. Lo annuncia il gruppo Garofalo Health Care (Ghc), a cui fa capo lo European Hospital. In sala operatoria l’équipe di Ruggero De Paulis, dal 2006 direttore del Dipartimento di Cardiochirurgia della struttura, “riconosciuto a livello internazionale come una delle eccellenze nella chirurgia cardiovascolare”, ricordano dal gruppo. 

Il dispositivo Konect Resilia, prima soluzione pronta per l’impianto disponibile in Europa per le procedure bio-Bentall, viene descritto come un condotto aortico avanzato, già assemblato, che semplifica la sostituzione completa della radice aortica con valvola biologica integrata. Il device di Edwards Lifescience utilizza il tessuto Resilia, una tecnologia brevettata che preserva l’integrità del tessuto biologico, e un condotto aortico concepito proprio in European Hospital da De Paulis più di 20 anni fa, spiega una nota. La soluzione preconfezionata adesso disponibile – si legge – consente una riduzione dei tempi operatori e una semplificazione della procedura chirurgica, particolarmente vantaggiosa in situazioni di urgenza o su pazienti ad alto rischio. Questa tecnologia consente di bypassare completamente la valvola aortica malata, ripristinando il corretto flusso ematico dal ventricolo sinistro all’aorta, in pazienti in cui la sostituzione valvolare standard non è praticabile. 

Con questo intervento lo European Hospital di Roma si conferma centro di riferimento europeo per l’adozione di tecnologie cardiochirurgiche all’avanguardia, sottolinea Ghc. Secondo il rapporto Prevale 2025 (Programma regionale di valutazione degli esiti) – rimarca il gruppo – lo European Hospital è al secondo posto nel Lazio per basso tasso di mortalità a 30 giorni da interventi di valvuloplastica o sostituzione delle valvole cardiache, oltre a essere al secondo posto per volume di ricoveri per il trattamento delle patologie alle valvole cardiache. 

“Si è trattato di un intervento particolarmente delicato – afferma De Paulis – poiché è stato necessario trattare un aneurisma e sostituire una protesi valvolare malfunzionante, in un paziente particolarmente fragile. La possibilità di impiantare un condotto aortico già assemblato altamente innovativo ha permesso che l’operazione si svolgesse rapidamente per ridurre i tempi operatori e senza criticità, e ne sono particolarmente soddisfatto”. 

Commenta Maria Laura Garofalo, amministratore delegato del gruppo Garofalo Health Care: “Questo nuovo primato rappresenta un risultato di grande valore non solo per lo European Hospital, ma per l’intero gruppo Ghc. L’adozione della tecnologia Konect Resilia conferma la nostra vocazione all’innovazione clinica e al continuo miglioramento dell’offerta sanitaria. E’ un passo decisivo all’interno del più ampio progetto di sviluppo che stiamo portando avanti sull’asse European Hospital-Aurelia Hospital, con l’obiettivo di creare un polo di assoluta eccellenza a livello internazionale”. 

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