Cronaca
MAFIA CAPITALE Arrivate le motivazioni della sentenza per Buzzi e Carminati

MAFIA CAPITALE Arrivate le motivazioni della sentenza per Buzzi e Carminati.
MAFIA CAPITALE Arrivate le motivazioni della sentenza per Buzzi e Carminati. I due, scrivono i pm, “ebbero contatti ed esercitarono pressione per le nomine e i posti chiave dell’amministrazione Capitolina, avendo interesse alla elezione e alla collocazione di soggetti affidabili nei ruoli decisionali“. La sentenza, da parte della Terza Corte d’Appello di Roma è arrivata la scorso settembre, riconoscendo il carattere mafioso del sodalizio guidato dall’ex Nar e dal ‘ras delle Cooperative’. “Gli interventi per posizionare in ruoli strategici persone gradite – prosegue il documento – sono significativi della forza prevaricatrice dell’associazione nei confronti dei pubblici amministratori, mentre l’eliminazione dei personaggi scomodi e non graditi e’ una forma di prevaricazione esercitata anche nei confronti degli imprenditori“.”Buzzi – aggiungono inoltre i magistrati – in alcune situazioni di contrasto o difficolta’ chiese espressamente l’intervento di Carminati per la sua forza di convincimento riconosciuta all’esterno. Carminati si inseriva quindi nel mondo imprenditoriale quando l’attivita’ corruttrice di Buzzi non era sufficiente assicurandogli la soluzione dei casi piu’ difficili e rilevanti con una provvista di violenza e capacita’ criminali“.
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Tre condanne e un verdetto inaspettato: la storia dietro il caso

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Le Condanne Scioccanti
In un processo che ha svelato orrori nascosti, il gup di Roma ha emesso tre condanne a carico di operatori sociosanitari del Centro di Educazione Motoria (Cem), accusati di torture e maltrattamenti su pazienti con gravi patologie psicofisiche. Le pene variano da 3 anni e 4 mesi a 2 anni e 4 mesi, un verdetto che solleva interrogativi su come abusi del genere possano accadere in luoghi destinati a proteggere i più vulnerabili.
L’Assoluzione Inaspettata
Mentre tre operatori affrontano ora le conseguenze delle loro azioni, uno è stato assolto con la formula “per non avere commesso il fatto”. Questa decisione sorprendente aggiunge un tocco di mistero al caso, lasciando tutti a chiedersi se ci siano stati errori o segreti ancora da svelare in questa intricata storia di accuse e indagini.Il Ruolo della Croce Rossa
È stata proprio la Croce Rossa a far scattare l’inchiesta, costituendosi parte civile dopo aver denunciato gli abusi. Questo intervento coraggioso ha portato alla luce un vero e proprio scandalo, spingendo le autorità a indagare approfonditamente su ciò che accadeva nel Cem e alimentando curiosità su come organizzazioni come questa possano diventare sentinelle contro l’ingiustizia.
Altri Sviluppi del Caso
Nel procedimento, due imputati sono stati rinviati a giudizio, mentre quattro hanno optato per il patteggiamento: due con 4 anni per il reato di tortura, e gli altri due con 2 anni, sospesi dopo un percorso di recupero. Questi esiti aprono la porta a ulteriori domande su responsabilità e riforme nel settore sociosanitario, un intreccio di fatti che continua a catturare l’attenzione.
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