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Faceva vivere un incubo alla madre e al fratello: allontanato da casa

Faceva vivere un incubo ai propri familiari che spesso si recavano alla Polizia per denunciare l’uomo
Faceva vivere un incubo ai famigliari – Un uomo è stato allontanato dalla propria abitazione e famiglia perché non li faceva vivere in modo sereno, rovinandogli la vita. Così la Polizia di Stato a eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare nei suoi confronti allontanandolo dalla casa familiare con divieto di avvicinamento ai luoghi da loro frequentati. Ci ha pensato l’Autorità Giudiziaria a emettere questa sentenza, dopo le svariate denunce arrivate dai famigliari alle forze dell’ordine dell’ultimo anno.
In più di una circostanza infatti, sia la madre che il fratello del quarantenne avevano chiamato il NUE per chiedere aiuto quando questi, in preda ai fumi dell’alcool, li aveva minacciati di morte arrivando ad alzare le mani. Ad Aprile, durante una colluttazione con il fratello, l’uomo gli aveva rotto un dente e, qualche tempo dopo, lo aveva preso a morsi sull’avambraccio; ad Agosto, all’arrivo delle forze dell’ordine chiamate dalla madre all’ennesima minaccia di morte nei confronti del fratello, si era rivoltato anche contro queste. Esaminati tutti gli atti, l’Autorità Giudiziaria ha emesso la misura cautelare eseguita dagli agenti del commissariato Celio.
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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.
Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.
Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.
Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.
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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.
Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.
“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.
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