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Roma. Raffica di Daspo “Fuori contesto” per 44 soggetti arrestati per gravi reati dalla Polizia di Stato.

Sono stati notificati in questi giorni 44 provvedimenti Daspo, misura di prevenzione adottata dal Questore di Roma Carmine Esposito, nei confronti dei destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nel mese di novembre 2019 a seguito delle indagini della Polizia di Stato relative all’operazione “Grande Raccordo Criminale”. L’attività investigativa aveva portato alla luce un nuovo e complesso sistema di spaccio nella capitale e un’organizzazione criminale al cui vertice c’era Fabrizio Piscitelli, noto nell’ambiente dei tifosi con il nome “DIABOLIK” quale capo ultras dell’ala più radicale e di estrema destra della tifoseria laziale “IRRIDUCIBILI”, ucciso il 7 agosto 2019 al Parco degli Acquedotti, e con lui il suo braccio destro, il broker Fabrizio Fabietti.
Le indagini
Non c’era carico di droga che sbarcasse a Roma che non avesse il lasciapassare di Diabolik e del suo vice: da Ostia alla Romanina, da San Basilio a Roma nord, ogni grammo che entrava (a tonnellate) aveva il loro placet. E se qualcuno non pagava entrava in azione la batteria dei picchiatori reclutati tra pugili albanesi (da sempre la manovalanza dei Senese) e ultras degli Irriducibili. Infatti le indagini del Gico della Guardia di Finanza di Roma avevano evidenziato un’alleanza criminale tra Piscitelli e Fabietti, nata dalla fusione di due mondi che per anni avrebbero operato separatamente e che poi si sarebbero uniti in uno solo: da un lato c’erano i narcos del gruppo Fabietti di Tor Bella Monaca e dall’altro Fabrizio Piscitelli e il suo gruppo di picchiatori, alcuni dei quali appartenenti al mondo degli IRRIDUCIBILI della Lazio, temuti e rispettati a Roma. La banda poteva contare sulla forza “militare” di un gruppo di soggetti che, secondo gli investigatori, era dedito alla violenza e non aveva timori di affrontare anche le forze dell’ordine. Nella compagine dei trafficanti di droga colpiti dall’ordinanza c’erano anche E.A., detto e A. M., che hanno rivestito un ruolo fondamentale all’interno della frangia estrema degli IRRIDUCIBILI. Si ricorda infatti che i due ultras, in occasione della finale di Coppa Italia “Lazio – Atalanta” del 15 maggio 2019, incendiarono l’auto del corpo di polizia locale dando luogo ad una vera e propria guerriglia urbana contro le forze dell’ordine, mettendo in pericolo centinaia di persone che si recavano allo stadio. Inoltre, sempre A. è stato il regista della manifestazione che ha visto protagonisti una decina di tifosi degli IRRIDUCIBILI che a Milano hanno srotolato uno striscione e reso “onore” a Benito Mussolini facendo il saluto romano.
I sistemi di comunicazione
La banda si avvaleva anche di un sistema di comunicazione all’avanguardia in grado di eludere le intercettazioni telefoniche: il sistema tecnologico era fornito da A. T., che di professione fa il tecnico informatico. L’arrestato è titolare di una società, con sede a Dubai, che opera nel settore del controspionaggio industriale e delle telecomunicazioni. T. che milita anche nel gruppo ultras della Lazio, per il gruppo eseguiva bonifiche sulle autovetture e nelle case fornendo sistemi di comunicazione criptati. Il Questore di Roma, sulla scorta degli accertamenti svolti dagli agenti della Divisione Polizia Anticrimine, diretta da Angela Altamura, ha così emesso, nei confronti dei 44 sodali pregiudicati, il cosiddetto D.A.Spo “Fuori Contesto”: si tratta della più recente misura di prevenzione atipica introdotta dall’ultima novella legislativa in materia di sicurezza pubblica con il noto D.L. 53/2019, convertito nella Legge 77/2019 che, estendendone il campo di applicazione, consente all’Autorità di Pubblica Sicurezza di negare l’accesso alle manifestazioni sportive a chi si sia reso responsabile di gravi fatti di reato che si sono verificati al di fuori dell’ambito sportivo o che non siano necessariamente ricollegabili ad esso. La nuova misura amplia la prerogativa dei Questori, quali garanti della sicurezza pubblica, mettendo a loro disposizione uno strumento special preventivo a garanzia dell’obiettivo di impedire che soggetti condannati o denunciati per gravi reati, quali ad esempio associazione di tipo mafioso, estorsione, rapina, spaccio di stupefacenti, rissa, possano riproporre condotte violente all’interno degli stadi, con ripercussioni di particolare rilievo sull’ordine e sulla sicurezza pubblica. Il senso più ampio della norma è quindi sottrarre agli stadi la frequenza numerosa, ampia e diversificata di soggetti legati alla criminalità organizzata oltre quelli legati all’eversione e che quindi, proprio per quei precedenti penali, li caratterizzano per la cosiddetta “pericolosità sociale”: il calcio si è dimostrato di continuo brodo di coltura e di aggregazione di questi ambienti criminali. I 44 divieti di partecipare alle manifestazioni sportive sono stati emessi nei confronti di soggetti di età compresa dai 24 ai 61 anni con la seguente durata:
- N. 2 Daspo della durata di anni 1;
- N. 32 Daspo della durata di anni 2;
- N. 7 Daspo della durata di anni 3;
- N. 1 Daspo della durata di anni 5, con la prescrizione per lo stesso periodo dell’obbligo di presentazione alla P.G..
Infine, nei confronti di A. e M. sono stati emessi provvedimenti di aggravamento del Daspo già in atto, per la durata massima di 10 anni con obbligo di firma.
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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.
Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.
Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.
Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.
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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.
Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.
“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.
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