Attualità
Regina Elisabetta, Regno Unito in ansia per le condizioni della 96enne sovrana
Regina Elisabetta, lo stato di salute sarebbe peggiorato. Tanto da spingere la famiglia ad accorrere al suo capezzale

La Regina Elisabetta sta male. A confermarlo un comunicato emesso da Buckingham Palace, secondo cui i medici che la stanno curando si sarebbero detti “preoccupati“. Gli stessi avrebbero inoltre raccomandato alla sovrana di restare “sotto supervisione sanitaria“. Elisabetta al momento si trova nella residenza estiva di Balmoral, in Scozia. Qui, in seguito al precipitare del quadro clinico, l’avrebbero raggiunta i quattro figli, con in testa il primogenito e successore designato sul trono Carlo. Presenti anche i nipoti e gli altri membri della famiglia Reale, ad eccezione di Kate e Meghan. Le due duchesse potrebbero unirsi al gruppo solo successivamente.
REGINA ELISABETTA, L’ULTIMO ALLARME DUE GIORNI FA
Stravolto il palinsesto della Bbc, che sta trasmettendo un notiziario in diretta senza interruzioni. In osservanza al ‘London Bridge’, il piano stilato in caso di decesso della Regina Elisabetta, i conduttori sono vestiti interamente di nero. Una scelta che ha causato non poche polemiche, in quanto considerata anticipatrice del lutto. Da tempo Elisabetta manca di partecipare ad eventi pubblici: era già accaduto poco prima dell’estate, in occasione del Giubileo per i 70 anni di regno. Ma a mettere in allarme i sudditi è stata, il 6 settembre, la sua apparizione all’investitura della neo premier Liz Truss. Una foto la ritrae infatti con le mani rese scure da un ematoma, a causa forse di una flebo o di una trasfusione.
Attualità
Vannacci sul Leoncavallo: “Antagonisti e alternativi lo facciano non alle spese della società”

Era il 21 agosto quando il Leoncavallo è stato definitivamanente sgomberato dopo ben 133 rinvii. Una cosa mai vista per un normale cittadino, ma il caso del centro sociale più famoso d’Italia è stata soprattutto una cosa politica. protetta dalla sinistra con il consenso degli amici degli amici.
Sulla questione è intervenuto l’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci,
“Il Leoncavallo andava sgomberato. Anzi mi stupisce che ci siano voluti 31 anni perché in uno Stato libero e democratico non può sopravvivere alcuno spazio di illegalità, alcuno spazio dove la sopraffazione e la prevaricazione dominano sullo Stato e sull’ordine costituito. Quindi non so se si possa chiamare cultura quella che è stata effettuata o creata all’interno del Leoncavallo”.
Queste le parole dell’eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci, nel corso del programma “Filorosso”, condotto da Manuela Moreno, in diretta su Rai 3, e che si è occupato del recente sgombero del centro sociale Leoncavallo di Milano.
“Certo che era uno spazio abusivamente occupato e visto che l’articolo 42 della Costituzione tutela la proprietà privata, andava sgomberato al più presto”, ha proseguito Vannacci, “Nessuno vuole togliere spazi alle persone che li cercano, ma i famosi antagonisti o alternativi lo facciano, ma non alle spese della società. Lo facciano a spese loro, si affittino un capannone, paghino le bollette, pagano i costi e facciano gli alternativi con i propri denari”.
Attualità
Achille Lauro e la polemica: “Inclusione o pietismo con la bambina disabile al concerto?”

#AchilleLauro2026 Lo storico concerto dello stadio Olimpico accende i riflettori su un problema silenzioso: l’accesso ai disabili. La denuncia scuote il mondo dello spettacolo!
Il concerto di Achille Lauro allo stadio Olimpico di Roma nel 2026, attesissimo da migliaia di fan, è diventato anche un emblema di una questione tanto importante quanto spesso trascurata. Una bambina con disabilità, inizialmente esclusa dall’evento perché i biglietti a lei accessibili erano esauriti, ha riportato l’attenzione sulle barriere che persone con disabilità devono affrontare per accedere ai grandi eventi musicali.
Graziella Saverino, presidentessa dell’associazione Entusiasmabili, ha lanciato un accorato appello. “Le criticità legate all’accesso per disabili sono inaccettabili”, afferma. La sua denuncia non è solo un grido d’aiuto per la bambina, ma una richiesta di maggiore consapevolezza e azione da parte di tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione di eventi di massa.
Nonostante il tutto esaurito, la vicenda ha scatenato un’ondata di solidarietà e una veloce reazione da parte degli organizzatori. La situazione è stata risolta con l’aggiunta di posti dedicati, dimostrando che la sensibilizzazione e l’intervento tempestivo possono fare la differenza.
Questa storia apre domande urgenti: quanti altri sono lasciati indietro? Cosa si può fare per garantire che eventi futuri siano realmente inclusivi? Questi quesiti risuonano mentre il sipario si chiude, lasciando spazio alla riflessione su un cambiamento necessario e inesorabile.
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