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Roma, bancali con 220kg di Hashish Spagnolo: enorme sequestro della Guardia di Finanza

Tra i bancali di una società logistica gli agenti della Guardia di Finanza hanno rinvenuto oltre 220kg di Hashish destinato al mercato Romano. L’hashish era nascosta tra bancali di parquet ed è indubbio che quell’enorme carico aspettasse solo di essere rivenduto al dettaglio alla modesta cifra di 1.330.000 milioni di euro.
Brutta notizia per i due Italiani che sono arrivati nelle seguenti ore a ritirare il carico, sono stati entrambi fermati dalle forze dell’ordine e rischiano addirittura l’applicazione dell’articolo 73 del Testo Unico sugli stupefacenti (reclusione da sei a ventidue anni e con la multa da euro 26.000 a euro 300.000).
La serie di blitz che sta dilagando in tutta la capitale sembra essere la più fruttuosa degli ultimi anni, le forze di polizia congiunte si sono rese protagoniste di arresti sia nel modo della rivendita al dettaglio sia in quello dei narcotrafficanti.
Le principali rotte di narcotraffico coinvolgono spesso il traffico marittimo attraverso le coste spagnole, poiché la Spagna si trova in una posizione geografica strategica tra il continente europeo e il continente americano. Le autorità portuali e doganali Italiane continuano i sequestri, ma in questo caso quasi 220kg di hashish erano riusciti a passare. Per immagazzinare le riserve vengono spesso usati enormi depositi appartenenti a ditte scollegate da qualsiasi sospetto , ma in questo caso la Guardia di Finanza è riuscita a battere sul tempo i rivenditori.
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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.
Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.
Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.
Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.
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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.
Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.
“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.
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