Cronaca
Mamma morta dopo il parto, a breve l’autopsia sulla salma
Mamma morta dopo il parto, il decesso avvenuto presso l’ospedale di Monterotondo

Mamma morta dopo il parto, attesa per capire le cause della tragedia. Domani dovrebbe essere fissata infatti la data dell’autopsia sul corpo della 39enne.
Originaria di Mentana, la donna ha perso la vita nell’ospedale di Monterotondo nella notte tra il 7 e l’8 ottobre scorsi. 5 giorni prima, il 2, aveva messo al mondo presso il Policlinico Gemelli la sua terzogenita. Poco prima del parto aveva accusato dei dolori al petto, gli stessi lamentati anche dopo la nascita della figlia.
Ad essi si sarebbero aggiunte inoltre importanti perdite di sangue. Le quali, secondo il compagno della donna, sarebbero proseguite anche dopo l’uscita dall’ospedale. Per questo l’uomo ha presentato una denuncia a carico di ignoti. Iniziativa dalla quale la direzione del Policlinico si difende sostenendo le cause naturali, confermate anche dalle cartelle cliniche, alla base del decesso.
MAMMA MORTA DI PARTO, INCARICHI PER AUTOPSIA E CTU
Ci penserà l’esame autoptico, in programma nei prossimi giorni, a stabilire chi dice il vero. Il medico legale incaricato di svolgerlo verrà nominato domani dal Tribunale di Tivoli. Nella stessa occasione prenderà l’incarico anche il Ctu, che fisserà i tempi della propria azione. Al momento il corpo della donna si trova presso la camera mortuaria del cimitero del Verano.
Cronaca
Blitz della Guardia di Finanza. Sequestrati 50 kg di Cocaina

Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno sequestrato, presso il porto di Civitavecchia, un carico di
cocaina occultato all’interno di un container refrigerato in arrivo dall’Ecuador.
Nel corso dei normali controlli svolti nell’area portuale, le “fiamme gialle” del Gruppo di Civitavecchia hanno notato un gruppo di persone a piedi che si aggiravano nei pressi della banchina. Dopo l’intimazione dell’alt, il gruppo si è dato alla fuga e, poco distante, i militari hanno rinvenuto tre borsoni contenenti 45 panetti di cocaina, per un peso complessivo di circa 50 chilogrammi. Secondo le stime, il carico avrebbe potuto fruttare sulle piazze di spaccio ricavi per circa 5 milioni di euro.
Il procedimento penale è attualmente in fase di indagini preliminari e, in attesa di giudizio definitivo, si applica la presunzione di non colpevolezza. L’operazione si inserisce nel più ampio quadro delle attività di contrasto alla criminalità organizzata e al narcotraffico internazionale condotte dalla Guardia di Finanza all’interno degli spazi portuali, quale presidio permanente a tutela della sicurezza economica e della salute pubblica.
Cronaca
Bomba sotto casa del boss Demce: è guerra aperta nella Roma criminale!

Un ordigno artigianale è stato piazzato lo scorso 15 luglio sotto casa di Elvis Demce, boss albanese legato alla criminalità romana. L’intervento degli artificieri ha evitato l’esplosione, ma il messaggio è chiaro: un avvertimento pesante diretto a uno dei personaggi più discussi del sottobosco criminale capitolino.
Il giorno prima dell’attentato, un’inchiesta dei carabinieri aveva portato all’arresto di 14 persone, ricostruendo anche il ruolo di Demce in un sequestro organizzato tramite un gruppo di sudamericani. Gli stessi che, poco dopo, sarebbero stati coinvolti nella gambizzazione di Giancarlo Tei, ex alleato di Demce oggi latitante.
Le ipotesi investigative parlano di una possibile faida interna tra i reduci della “batteria di Ponte Milvio”, legata al defunto Fabrizio Piscitelli, detto Diabolik. Tanti anche i nemici esterni: da Giuseppe Molisso del clan Senese a Ermal Arapaj.
Demce, condannato in via definitiva a 15 anni, è detenuto ad Ascoli, dove è in cura per problemi psichiatrici certificati da 17 perizie. Ora la Direzione Distrettuale Antimafia vuole capire: è un nuovo capitolo della guerra criminale o qualcuno teme che il boss voglia collaborare?
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