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Ritrovata stele a Villa Ada: dedica del bosco alla regina Elena di Savoia

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Ritrovata stele a Villa Ada: dedica del bosco alla regina Elena di Savoia

Durante i lavori di riqualificazione di Villa Ada, uno dei parchi pubblici più grandi di Roma, è stato ritrovato un pezzo storico. Si tratta di un cippo di marmo, intitolato a Regina Elena di Savoia, moglie del re Vittorio Emanuele III. Questa targa storica fu posizionata nel parco nel 1902, durante la ‘Festa degli Alberi’.

La ‘Festa degli Alberi’ fu istituita ufficialmente in tutte le città italiane con un Regio Decreto del 2 Febbraio 1902. Lo scopo di questa celebrazione era di creare un evento educativo sul valore della tutela delle risorse naturali, in particolare, del patrimonio forestale. Nel primo aprile dello stesso anno si tenne la cerimonia di intitolazione del ‘Bosco della Regina Elena’. In quell’occasione, furono piantati centinaia di cedri dell’Himalaya e fu inaugurato il cippo di marmo dedicato alla regina Elena.

Nonostante le ricerche, questo prezioso manufatto storico non era stato mai ritrovato fino a questo momento. La ragione è che era stato cercato nel posto sbagliato. Profondamente nascosto tra la fitta vegetazione di una zona della Villa, il cippo di marmo è stato finalmente riportato alla luce. Questa stele misura circa due metri di altezza e novanta centimetri di larghezza, e su di essa è incisa un’iscrizione.

L’iscrizione dice: “Prima del giorno precedente alle calende di aprile, nell’anno 1902, sotto il regno di Vittorio Emanuele III, re, e della regina Elena, augusta, con favorevoli auspici, in presenza di numerosi testimoni, è stato stabilito piantare alberi lungo il pendio presso gli Antemnati e chiamare la foresta nascente con il nome della regina Elena, nella speranza di un beneficio civile e di un miglioramento del territorio”.

L’assessora all’Ambiente di Roma Capitale, Sabrina Alfonsi, ha commentato il ritrovamento: “Il rinvenimento della stele celebra la creazione del bosco di Monte Antenne, conosciuto come il bosco della regina Elena. È un’importante testimonianza storica di una delle più belle ville di Roma”. Questa scoperta è stata resa possibile grazie a un progetto di riqualificazione del patrimonio vegetale e degli edifici storici della villa, che prevede investimenti per oltre 14 milioni di euro.

Infine, l’assessora Alfonsi ha espresso il suo ringraziamento a Lorenzo Grassi per il suo contributo all’identificazione del reperto e per aver fornito la documentazione, corredata dalle foto storiche della stele.

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Vannacci sul Leoncavallo: “Antagonisti e alternativi lo facciano non alle spese della società”

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Vannacci sul Leoncavallo: “Antagonisti e alternativi lo facciano non alle spese della società”

Era il 21 agosto quando il Leoncavallo è stato definitivamanente sgomberato dopo ben 133 rinvii. Una cosa mai vista per un normale cittadino, ma il caso del centro sociale più famoso d’Italia è stata soprattutto una cosa politica. protetta dalla sinistra con il consenso degli amici degli amici.

Sulla questione è intervenuto l’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci,

“Il Leoncavallo andava sgomberato. Anzi mi stupisce che ci siano voluti 31 anni perché in uno Stato libero e democratico non può sopravvivere alcuno spazio di illegalità, alcuno spazio dove la sopraffazione e la prevaricazione dominano sullo Stato e sull’ordine costituito. Quindi non so se si possa chiamare cultura quella che è stata effettuata o creata all’interno del Leoncavallo”.

Queste le parole dell’eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci, nel corso del programma “Filorosso”, condotto da Manuela Moreno, in diretta su Rai 3, e che si è occupato del recente sgombero del centro sociale Leoncavallo di Milano.

Certo che era uno spazio abusivamente occupato e visto che l’articolo 42 della Costituzione tutela la proprietà privata, andava sgomberato al più presto”, ha proseguito Vannacci, “Nessuno vuole togliere spazi alle persone che li cercano, ma i famosi antagonisti o alternativi lo facciano, ma non alle spese della società. Lo facciano a spese loro, si affittino un capannone, paghino le bollette, pagano i costi e facciano gli alternativi con i propri denari”.

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Achille Lauro e la polemica: “Inclusione o pietismo con la bambina disabile al concerto?”

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Achille Lauro e la polemica: “Inclusione o pietismo con la bambina disabile al concerto?”

#AchilleLauro2026 Lo storico concerto dello stadio Olimpico accende i riflettori su un problema silenzioso: l’accesso ai disabili. La denuncia scuote il mondo dello spettacolo!

Il concerto di Achille Lauro allo stadio Olimpico di Roma nel 2026, attesissimo da migliaia di fan, è diventato anche un emblema di una questione tanto importante quanto spesso trascurata. Una bambina con disabilità, inizialmente esclusa dall’evento perché i biglietti a lei accessibili erano esauriti, ha riportato l’attenzione sulle barriere che persone con disabilità devono affrontare per accedere ai grandi eventi musicali.

Graziella Saverino, presidentessa dell’associazione Entusiasmabili, ha lanciato un accorato appello. “Le criticità legate all’accesso per disabili sono inaccettabili”, afferma. La sua denuncia non è solo un grido d’aiuto per la bambina, ma una richiesta di maggiore consapevolezza e azione da parte di tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione di eventi di massa.

Nonostante il tutto esaurito, la vicenda ha scatenato un’ondata di solidarietà e una veloce reazione da parte degli organizzatori. La situazione è stata risolta con l’aggiunta di posti dedicati, dimostrando che la sensibilizzazione e l’intervento tempestivo possono fare la differenza.

Questa storia apre domande urgenti: quanti altri sono lasciati indietro? Cosa si può fare per garantire che eventi futuri siano realmente inclusivi? Questi quesiti risuonano mentre il sipario si chiude, lasciando spazio alla riflessione su un cambiamento necessario e inesorabile.

Fonte Verificata

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