Attualità
Uomo scomparso a Canale Monterano arrestato, madre 90enne trovata morta

Un uomo che era sparito insieme alla sua madre di 90 anni a Canale Monterano è stato arrestato dai carabinieri e condotto nel carcere di Civitavecchia. Sua madre, identificata come G.N., è stata trovata morta. Entrambi erano residenti nel Viterbese. Questo accaduto, raccontato da Fanpage.it, ha sconvolto la comunità vicino a Roma. Madre e figlio vivevano insieme a Carraiola, dove la signora era affettuosamente conosciuta come Pina, una donna di buon cuore.
L’uomo rintracciato, R.D., è stato condotto in caserma per interrogatorio. Ad iniziare le indagini è stato il fratello dell’uomo che non era più in grado di contattare né lui né la madre. Ci teniamo a ricordare ai lettori che l’individuo arrestato è considerato innocente fino a prova contraria, al momento non si conosce la dinamica precisa degli avvenimenti. I dettagli non sono stati divulgati dagli investigatori, che continuano le indagini. Queste sono coordinate dalla Procura di Civitavecchia, coinvolgendo carabinieri della Compagnia di Bracciano e Ronciglione, oltre al Nucleo operativo di Viterbo.
Sia Pina che R.D. erano introvabili da giorni, la loro scomparsa è stata segnalata da un altro figlio della donna. Incapace di raggiungerli, ha chiamato ai carabinieri. Preoccupato, ha atteso per giorni i risultati delle ricerche, come tutti nella comunità di Canale Monterano hanno sperato fino all’ultimo che madre e figlio stessero bene.
Le indagini sono state condotte con la massima riservatezza, senza rivelare alcuna informazione che potrebbe compromettere il procedimento. In situazioni così delicate, la principale preoccupazione è la sicurezza delle persone coinvolte. R.D. aveva presunto di aver portato la madre in una clinica nel Viterbese, ma ciò si è dimostrato non veritiero. Gli investigatori sono stati allertati dal fatto che l’individuo fosse introvabile al telefono. La dinamica precisa degli eventi rimane ancora sconosciuta, tutte le ipotesi sono al momento considerate.
Ultime Notizie Roma
Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas
Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.
L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.
Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.
Attualità
Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.
L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.
Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?
A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.
I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.
Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.
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