Attualità
Messina Denaro, tutti i segreti che si porterà nella tomba lo stragista
La Cronaca di Roma- Alla morte a 61 anni dell’ex-latitante di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro tanti sono ancora i misteri su cui non si è fatta, e probabilmente non si farà mai, luce in questi lunghi decenni di indagini.
A rimanere celato è quel rapporto tessuto negli anni tra la mafia e le organizzazioni statali, i continui contatti tra l politica, lata moda, il mondo del cinema e la malavita organizzata che hanno permesso l’uscita dai riflettori delle organizzazioni criminali.
Mafia Silente- La Cronaca di Roma
Molto vorremmo sapere sui legami tra Matteo Messina Denaro e le alte cariche dello stato e le personalità del mondo della moda e dall’altre. Sappiamo che proprio durante il periodo di insediamento di Matteo Messina Denaro la mafia ha cominciato a spostarsi su strade meno battute.
Con il termine “mafia silente” si intende proprio quel mondo di mezzo tra legalità e illegalità che si trova ovunque nella nostra società. Ai piani alti, dove le personalità del business, dell’arte e della malavita si incontrano è nata “la strada della vita” per la malavita organizzata.
Facendosi schermo tra le celebrità e l’alta finanza ha abbandonato le strade, riuscendo a vincere la lotta contro le istituzioni rifornendosi continuamente di nuove entrate monetarie.
L’Agenda Borsellino e L’ archivio del “Capi dei Capi”
Oltre a gettare luce sulle mosse future della malavita organizzata il latitante poteva anche chiarire dei grandi misteri del passato rimasti irrisolti. L’agenda rossa di Borsellino, dove sono possibilmente conservate le ultime frasi scritte dal magistrato.
Sappiamo che Messina Denaro era a Roma con altri rampolli di Cosa Nostra per organizzare l’attentato, ma non sappiamo se nel piano fosse compresa anche l’agenda che fu fatta in qualche modo sparire davanti agli occhi degli inquirenti.
Un altro elemento cartaceo rimasto segreto è l’Archivio del Capo dei Capi, il grande libro mastro di Totò Riina che dopo la sua incarcerazione a regime 41 Bis è rimasto, secondo le testimonianze dei pentiti, nelle mani di Messina Denaro.
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