Attualità
Unione Europea complice genocidio Palestina

Studenti contestano Ursula Von der Leyen a Roma
Studenti contestano Ursula Von der Leyen a Roma. L’auto con la presidente della Commissione Europea passa e gridano: “Vergogna!”
Protesta degli studenti contro Ursula Von der Leyen
Hanno manifestato al passaggio dell’automobile su cui stava viaggiando Ursula Von der Leyen, in visita a Roma in questi giorni. Un gruppo di studenti, delle scuole superiori e dell’università, hanno atteso il passaggio dell’auto. Hanno fatto sentire la loro voce e mostrato dei cartelli: “Vergogna, l’Unione Europea è complice del genocidio in Palestina. Vergogna!”, hanno gridato.
La reazione della polizia e degli studenti
Spalle al muro e mani in alto davanti al cordone di poliziotti che li hanno allontanati dalle automobili scure su cui viaggiava la presidente della Commissione Europea. “Questa è l’Unione Europea di Ursula Von der Leyen – grida al megafono una ragazza – Quella che reprime gli studenti. Quella che si schiera con la Palestina. Questa è l’Unione Europea di Giorgia Meloni”.
“State calmi”, dice qualche agente. “Noi siamo calmi, abbiamo le mani alzate. Siamo pacifici. E ci state mettendo contro il muro. Questa non è democrazia. Vergogna! – gridano – Non riusciamo a respirare. Vi chiediamo di fare un passo indietro per favore. I ragazzi non respirano e la contestazione è stata fatta. È indecente che resti questo schieramento. Non accettate neanche una contestazione pacifica”.
Le richieste degli studenti e il coro di protesta
E inizia il coro: “Chiediamo diritti, ci danno polizia. È questa la loro democrazia!”. Poco dopo studenti e studentesse di Osa e Cambiare Rotta continuano a farsi sentire: “Abbiamo contestato Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Europea, perché è complice del genocidio del Popolo Palestinese ed è responsabile della guerra in Ucraina e Yemen – spiegano – I nostri luoghi del sapere sono complici con la guerra e non garantiscono emancipazione sociale, vogliamo una nuova formazione in una nuova società. Von der Leyen non si è nemmeno degnata di fermarsi, il dissenso fa paura”.
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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!
Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.
La sequenza degli eventi
Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.Le implicazioni per la sicurezza
Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?
Attualità
Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.
I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.
Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.
Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.
Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.
Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.
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