Cronaca
ROMA La Raggi inchioda un altro zozzone. Poi avvisa i cittadini

ROMA La Raggi inchioda un altro zozzone. Poi avvisa i cittadini.
ROMA La Raggi inchioda un altro zozzone, poi avvisa i cittadini. Queste le parole, corredate da un video, pubblicate dalla sindaca sulla propria pagina Facebook:
“Uno zozzone stava provando a buttare un materasso in pieno giorno davanti ai cassonetti in zona Tor Pignattara, a sud est di Roma. Un romano onesto lo becca e si arrabbia con orgoglio di fronte a tanta inciviltà, invitandolo a riprendersi il materasso.
Voglio ringraziarlo pubblicamente per il suo senso civico. E con lui tutti i cittadini onesti che ci inviano le segnalazioni. Grazie al vostro aiuto stiamo multando sempre piu’ incivili. È importantissimo infatti l’aiuto che ognuno può dare: sono convinta che tutti insieme riusciremo a vincere questa battaglia culturale.
Ricevuta la segnalazione, gli agenti del Pics supporto ambiente, un nucleo della polizia locale che ho voluto creare per combattere questi zozzoni, si sono appostati sotto casa dell’incivile. Per diversi giorni, non e’ tornato a casa. Dopo vari appostamenti e ricerche lo zozzone è stato trovato e multato con una sanzione di 600 euro per abbandono di rifiuti ingombranti.
Ricordo a tutti i cittadini che è possibile buttare gratuitamente tutti i rifiuti ingombranti (materassi, frigoriferi, vecchie tv o mobili) presso le isole ecologiche presenti in ogni municipio.
Ama, l’azienda che si occupa dei rifiuti nella nostra città, effettua anche il ritiro a domicilio: basta prenotare il servizio, è gratuito.
Vinceremo la battaglia contro questa minoranza di zozzoni“.
Attualità
Gesù rivisitato: provocazione artistica o cancellazione simbolica?

Non si tratta, come spesso viene sostenuto in questi casi, di razzismo o omofobia. Il talento di Erivo è fuori discussione, così come il diritto del teatro di sperimentare linguaggi nuovi. Tuttavia, è lecito porsi una domanda: perché modificare radicalmente l’identità di una figura simbolica universale come Gesù Cristo?La figura di Gesù – maschile, ebraica, storicamente e religiosamente connotata – ha attraversato i secoli mantenendo un valore spirituale e culturale ben preciso; cambiarne l’aspetto, il genere e il profilo identitario non è un dettaglio creativo, ma un atto profondamente ideologico, un segnale del nostro tempo, in cui ogni rappresentazione tradizionale viene riscritta per adattarsi a criteri di inclusione sempre più rigidi e imposti.
L’inclusività è un valore importante, ma quando diventa un obbligo culturale che trasforma ogni simbolo in qualcosa di instabile e privo di radici, rischia di ottenere l’effetto opposto: non più unire, ma confondere.
Quando tutto può essere tutto, allora nulla ha più significato, e in questo caso non si rompe un tabù per cercare nuove verità, ma si sostituisce un simbolo per riscrivere ciò che rappresenta.
E il pubblico ha il diritto di chiedersi dove finisce l’arte e dove comincia l’ideologia.
Attualità
Omicidio a Racale: quando la violenza nasce dentro casa

Una donna uccisa a colpi d’accetta dal figlio, una casa di famiglia trasformata in scena del crimine. A Racale, nel leccese, il pomeriggio del 17 giugno si è consumato un delitto che sconvolge un’intera comunità: Teresa Sommario, 53 anni, è stata trovata senza vita nel proprio appartamento, colpita ripetutamente alla testa e al petto. L’aggressore è il figlio maggiore, Filippo Manni, 21 anni, fermato poco dopo in stato confusionale.
Il dettaglio più inquietante, oltre alla brutalità del gesto, è la sua matrice familiare…la violenza, ancora una volta, non arriva dall’esterno: avviene tra le mura domestiche, dove dovrebbe esserci protezione, affetto o almeno convivenza. Non è un caso isolato, il contesto di conflittualità all’interno della famiglia Sommario era noto ai vicini: litigi frequenti e tensioni che, probabilmente, covavano da tempo.
Resta da capire come e perché questa tensione sia esplosa in modo tanto estremo. È una domanda che accompagna ogni caso di cronaca nera in ambito familiare, ma che continua a non trovare chiarimenti adeguati. Il delitto di Racale ci mette davanti, ancora una volta, al nodo irrisolto della violenza che nasce all’interno di legami affettivi spezzati e distorti.
Il figlio minore, presente al momento dell’aggressione, lancia l’allarme. Anche questo elemento pesa: i figli come testimoni, e spesso vittime indirette, di drammi che segnano per sempre intere esistenze.
L’indagine chiarirà i contorni esatti della vicenda, il movente preciso e le responsabilità. Ma sullo sfondo resta una considerazione difficile da ignorare: le fratture all’interno della famiglia, quando ignorate o sottovalutate, possono degenerare e trasformare una casa qualunque nel teatro di una tragedia.
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