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Madalina Ghenea smentisce Zaniolo: “Non abbiamo una relazione”

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Madalina Ghenea smentisce Zaniolo: “Non abbiamo una relazione”

Madalina Ghenea smentisce Zaniolo: le parole della modella in un lungo post su Instagram.

Madalina Ghenea smentisce Zaniolo. Lo fa attraverso il proprio studio legale, con una lettera pubblicata sul suo profilo social. “Non è vero che c’è una relazione sentimentale tra me e Nicolò – si legge – Ci siamo incontrati una volta sola. Io oltretutto sono mamma di una bimba che non deve essere turbata nè coinvolta in queste bugie mediatiche. Prenderò gli opportuni provvedimenti contro chi sta sfruttando e strumentalizzando questa invenzione e contro chi si è permesso di criticarmi in qualsiasi modo“.

A queste parole la modella ne aggiunge poi delle altre, sempre nel medesimo post: “In questi giorni sono state dette e scritte tante cose non corrette che hanno provocato tanto dolore, preoccupazione e tristezza a tante persone. Penso sia arrivato il momento di fare chiarezza e mettere ordine, per rendere questa situazione più chiara e trasparente, visto che ci sono persone ferite che stanno soffrendo. Vi dico la mia verità in un comunicato che non lascia spazio a interpretazioni. Sono una grande lavoratrice e una mamma. In questi 20 anni mi hanno spesso attribuito relazioni che non ho mai avuto e non ho mai rilasciato dichiarazioni, perchè ho sempre preferito parlare e far parlare del mio lavoro, dei miei progetti, dei miei sogni e dei miei valori”.

E’ tanti mesi che non sono fidanzata, come ho detto tante volte sui social e nelle interviste. Gestisco da sola la vita mia e della mia famiglia. Ho fatto della mia passione per l’arte, la fotografia e il cinema un lavoro. Grazie a questo, al mio percorso professionale, alle mie scelte lavorative e al mio impegno, sono una donna indipendente e fiera di esserlo. Sorrido quando penso che le donne debbano essere sempre viste come ‘in cerca di marito’, come se non abbiano valore già da sole. E il mondo sta ad analizzare, morbosamente, ogni loro comportamento sempre in questa direzione”.

“Nella vita di ognuno ci sono parole importanti ma diverse tra loro: amicizia, amore, fidanzamento e famiglia. Nel corso della mia vita ho conosciuto e conosco molte persone, ma della mia famiglia entrano a far parte solo pochi veri amici. Perchè, prima di essere un personaggio pubblico, sono una mamma. Ho trascorso le feste con le persone più care che ho al mondo, mia madre e mia figlia. Un incontro grazie ad amici in comune, chiacchiere, battute e risate insieme sui social, in trasparenza e alla luce del sole, non esprimono un fidanzamento e non nascondono altro. Non trovate?“.

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Gesù rivisitato: provocazione artistica o cancellazione simbolica?

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Gesù rivisitato: provocazione artistica o cancellazione simbolica?
Sta facendo discutere la scelta di affidare all’attrice britannica Cynthia Erivo – donna, nera e apertamente omosessuale – il ruolo di Gesù nel celebre musical Jesus Christ Superstar. Una decisione che viene vista da alcuni come un atto di coraggio e inclusività, ma per altri rappresenta un ulteriore passo verso lo svuotamento dei simboli identitari in nome di una visione ideologica.

Non si tratta, come spesso viene sostenuto in questi casi, di razzismo o omofobia. Il talento di Erivo è fuori discussione, così come il diritto del teatro di sperimentare linguaggi nuovi. Tuttavia, è lecito porsi una domanda: perché modificare radicalmente l’identità di una figura simbolica universale come Gesù Cristo?La figura di Gesù – maschile, ebraica, storicamente e religiosamente connotata – ha attraversato i secoli mantenendo un valore spirituale e culturale ben preciso; cambiarne l’aspetto, il genere e il profilo identitario non è un dettaglio creativo, ma un atto profondamente ideologico, un segnale del nostro tempo, in cui ogni rappresentazione tradizionale viene riscritta per adattarsi a criteri di inclusione sempre più rigidi e imposti.

L’inclusività è un valore importante, ma quando diventa un obbligo culturale che trasforma ogni simbolo in qualcosa di instabile e privo di radici, rischia di ottenere l’effetto opposto: non più unire, ma confondere.

Quando tutto può essere tutto, allora nulla ha più significato, e in questo caso non si rompe un tabù per cercare nuove verità, ma si sostituisce un simbolo per riscrivere ciò che rappresenta.

E il pubblico ha il diritto di chiedersi dove finisce l’arte e dove comincia l’ideologia.

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Omicidio a Racale: quando la violenza nasce dentro casa

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Omicidio a Racale: quando la violenza nasce dentro casa

Una donna uccisa a colpi d’accetta dal figlio, una casa di famiglia trasformata in scena del crimine. A Racale, nel leccese, il pomeriggio del 17 giugno si è consumato un delitto che sconvolge un’intera comunità: Teresa Sommario, 53 anni, è stata trovata senza vita nel proprio appartamento, colpita ripetutamente alla testa e al petto. L’aggressore è il figlio maggiore, Filippo Manni, 21 anni, fermato poco dopo in stato confusionale.

Il dettaglio più inquietante, oltre alla brutalità del gesto, è la sua matrice familiare…la violenza, ancora una volta, non arriva dall’esterno: avviene tra le mura domestiche, dove dovrebbe esserci protezione, affetto o almeno convivenza. Non è un caso isolato, il contesto di conflittualità all’interno della famiglia Sommario era noto ai vicini: litigi frequenti e tensioni che, probabilmente, covavano da tempo.

Resta da capire come e perché questa tensione sia esplosa in modo tanto estremo. È una domanda che accompagna ogni caso di cronaca nera in ambito familiare, ma che continua a non trovare chiarimenti adeguati. Il delitto di Racale ci mette davanti, ancora una volta, al nodo irrisolto della violenza che nasce all’interno di legami affettivi spezzati e distorti.

Il figlio minore, presente al momento dell’aggressione, lancia l’allarme. Anche questo elemento pesa: i figli come testimoni, e spesso vittime indirette, di drammi che segnano per sempre intere esistenze.

L’indagine chiarirà i contorni esatti della vicenda, il movente preciso e le responsabilità. Ma sullo sfondo resta una considerazione difficile da ignorare: le fratture all’interno della famiglia, quando ignorate o sottovalutate, possono degenerare e trasformare una casa qualunque nel teatro di una tragedia.

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