Attualità
Gigi Proietti non ancora seppellito. L’attore è mancato lo scorso 2 novembre

Gigi Proietti non è ancora stato sepolto a oltre sei mesi dalla sua scomparsa. I problemi sono nati dopo il funerale
Gigi Proietti, in qualità di artista romano, dovrebbe essere sepolto presso il cimitero del Verano. Le cose, però, non sono andate così. In seguito alle esequie non è stato possibile procedere con la cremazione a Roma. La famiglia decise pertanto di trasferire la salma in Umbria, di cui il padre dell’attore era originario. Di norma l’urna sarebbe dovuta essere trasferita al Verano, dove Proietti merita di riposare insieme agli artisti che sulla romanità hanno costruito la loro carriera. L’urna si trova invece da 6 mesi nel cimitero di Porchiano del Monte, accanto alla tomba dei genitori. La gestione del cimitero capitolino, finora, ha reso impossibile la sepoltura. Poco spazio, tombe ridotte in condizioni di degrado e manutenzione pressoché inesistente sono infatti tra le cause di questo inconcepibile ritardo. Ora però la situazione potrebbe finalmente sbloccarsi. Pare infatti che, a seguito di una serie di sopralluoghi di tecnici specializzati, i familiari abbiano individuato, all’interno del Verano, un’area ritenuta idonea e collocata nella parte nuova del cimitero. Abbiamo riso con lui, abbiamo pianto per lui: il minimo che si possa fare è concedergli un degno e sereno riposo.
Gigi Proietti
Attualità
Vannacci sul Leoncavallo: “Antagonisti e alternativi lo facciano non alle spese della società”

Era il 21 agosto quando il Leoncavallo è stato definitivamanente sgomberato dopo ben 133 rinvii. Una cosa mai vista per un normale cittadino, ma il caso del centro sociale più famoso d’Italia è stata soprattutto una cosa politica. protetta dalla sinistra con il consenso degli amici degli amici.
Sulla questione è intervenuto l’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci,
“Il Leoncavallo andava sgomberato. Anzi mi stupisce che ci siano voluti 31 anni perché in uno Stato libero e democratico non può sopravvivere alcuno spazio di illegalità, alcuno spazio dove la sopraffazione e la prevaricazione dominano sullo Stato e sull’ordine costituito. Quindi non so se si possa chiamare cultura quella che è stata effettuata o creata all’interno del Leoncavallo”.
Queste le parole dell’eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci, nel corso del programma “Filorosso”, condotto da Manuela Moreno, in diretta su Rai 3, e che si è occupato del recente sgombero del centro sociale Leoncavallo di Milano.
“Certo che era uno spazio abusivamente occupato e visto che l’articolo 42 della Costituzione tutela la proprietà privata, andava sgomberato al più presto”, ha proseguito Vannacci, “Nessuno vuole togliere spazi alle persone che li cercano, ma i famosi antagonisti o alternativi lo facciano, ma non alle spese della società. Lo facciano a spese loro, si affittino un capannone, paghino le bollette, pagano i costi e facciano gli alternativi con i propri denari”.
Attualità
Achille Lauro e la polemica: “Inclusione o pietismo con la bambina disabile al concerto?”

#AchilleLauro2026 Lo storico concerto dello stadio Olimpico accende i riflettori su un problema silenzioso: l’accesso ai disabili. La denuncia scuote il mondo dello spettacolo!
Il concerto di Achille Lauro allo stadio Olimpico di Roma nel 2026, attesissimo da migliaia di fan, è diventato anche un emblema di una questione tanto importante quanto spesso trascurata. Una bambina con disabilità, inizialmente esclusa dall’evento perché i biglietti a lei accessibili erano esauriti, ha riportato l’attenzione sulle barriere che persone con disabilità devono affrontare per accedere ai grandi eventi musicali.
Graziella Saverino, presidentessa dell’associazione Entusiasmabili, ha lanciato un accorato appello. “Le criticità legate all’accesso per disabili sono inaccettabili”, afferma. La sua denuncia non è solo un grido d’aiuto per la bambina, ma una richiesta di maggiore consapevolezza e azione da parte di tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione di eventi di massa.
Nonostante il tutto esaurito, la vicenda ha scatenato un’ondata di solidarietà e una veloce reazione da parte degli organizzatori. La situazione è stata risolta con l’aggiunta di posti dedicati, dimostrando che la sensibilizzazione e l’intervento tempestivo possono fare la differenza.
Questa storia apre domande urgenti: quanti altri sono lasciati indietro? Cosa si può fare per garantire che eventi futuri siano realmente inclusivi? Questi quesiti risuonano mentre il sipario si chiude, lasciando spazio alla riflessione su un cambiamento necessario e inesorabile.
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