Cronaca
Cronaca. Delitto di ferragosto: dall’ergastolo a 12 anni di pena per ben Algia!

Cronaca Delitto di ferragosto: dall’ergastolo a 12 anni di pena per ben Algia!
Si è concluso ieri il processo di primo grado dinanzi la 3 sez. della corte di assise di roma per l’ imputato ben Algia accusato di omicidio volontario nei confronti del padre. È stato un processo complicato, basato soprattutto sui consulenti di parte.
Grazie alla difesa, l’istruttoria dibattimentale ha fornito quegli elementi utili a scongiurare un eventuale ergastolo.
I pareri dei medici legali
Il medico legale dell’accusa ha dichiarato che la causa della morte è riconducibile a un’azione meccanica violenta (di pochi secondi e non intensa) esercitata sul collo del defunto tale da provocarne un arresto cardiaco e respiratorio.
Il medico legale della difesa ha confutato tale teoria sulla scorta della mancanza di lesività sul collo sia a livello microscopico che macroscopico, sulla circostanza che le vie aeree non erano occluse e sulla unilateralità dell’azione avvenuta solo sulla parte sinistra sul collo. Tutti elementi che rendono incompatibili con una morta dovuta ad una azione meccanica violenta sul collo.
A difendere l’imputato l’avvocato Spataro che, nel corso della sua arringa, ha fatto emergere tutte queste anomalie e, sulla scorta delle risultanze delle autopsie, così come affermato anche dal consulente di parte, ha sostenuto che la causa del decesso era attribuibile alla stimolazione del nervo vago di sinistra.
La richiesta della pena del pm è stata di 21 anni, ma sono state riconosciute le attenuanti.
Gli avvocati Spataro Tiani impugneranno la sentenza di primo grado innanzi la corte di assise d’ appello chiedendo tra gli altri motivi di gravame la riapertura dell’ istruttoria dibattimentale.
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Cronaca
Morto a 107 anni uno degli ultimi deportati ciociari nei lager, era l’unico sopravvissuto tra 12 internati.

EroiDimenticati Hai mai sentito la storia toccante di un uomo che sfidò i nazisti e visse fino a 107 anni, portando con sé segreti di un’epoca oscura? 🕊️ #StoriaIncredibile #LagerNazisti
L’ultimo sopravvissuto di un incubo dimenticato
Tommaso Pizzuti, uno degli ultimi internati ciociari nei lager nazisti, è morto all’età di 107 anni. Era l’unico sopravvissuto tra i dodici deportati da Ceccano nel 1943, un vero simbolo di resilienza che ha affascinato generazioni. I suoi funerali si terranno domani mattina nella chiesa di Santa Maria a Fiume, un evento che sta già catturando l’attenzione di chi ama le storie di coraggio.
La scelta eroica che cambiò tutto
Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, Pizzuti si trovò di fronte a una decisione cruciale: continuare a combattere al fianco dei tedeschi o affrontare la prigionia. Fedelissimo al giuramento fatto al Re, optò per i lavori forzati in Germania, all’interno dell’organizzazione Todt. Immagina il brivido di una vita sospesa tra pericolo e speranza – una trama che sembra uscita da un film!Il riconoscimento che arriva in extremis
Appena tre mesi fa, il 27 gennaio, il prefetto di Frosinone Ernesto Liguori gli aveva consegnato la Medaglia d’onore, un tributo tardivo a un eroe silenzioso. Chissà quali emozioni ha provato Pizzuti in quel momento, dopo decenni di ombre e ricordi indelebili? Una storia che ti lascia a riflettere su quante vite straordinarie ci circondino.
Cronaca
L’inaspettato arenamento di una barca a vela di 8 metri al faro di Fiumicino

MareMisterioso Hai mai visto una barca arenarsi in un colpo di scena da film proprio a pochi metri dalla spiaggia? Ecco l’incredibile avventura della “Dejà vu” che ha lasciato tutti a bocca aperta!
Lo scenario mozzafiato
L’imbarcazione a vela “Dejà vu” si è improvvisamente arenata a circa 10 metri dalla battigia della spiaggia libera, di fronte all’ex ristorante la Vecchia Scogliera e non lontano dal faro di Fiumicino. Immagina una zona trasformata dalla costruzione dell’antemurale per il nuovo porto crocieristico: un’insenatura affascinante dove barche di grosse dimensioni si fermano spesso per un tuffo rinfrescante, ma che nasconde insidie inaspettate!
Il momento del dramma
Per motivi ancora misteriosi, lo skipper al timone della “Dejà vu” – un natante di 8 metri con quattro persone a bordo – ha perso il controllo a circa 150 metri dalla riva. Spinta dalla corrente marina, la barca è stata trascinata verso la terraferma fino a una profondità di meno di un metro, dove la chiglia si è bloccata nella sabbia. Un vero colpo di scena che fa venire i brividi!
L’intervento eroico
Alle 14:30, la Capitaneria di porto è stata allertata per l’emergenza. Sul posto è arrivata la motovedetta CP 836, ma il fondale troppo basso ha impedito l’avvicinamento via mare. Da terra, il personale della Guardia costiera ha verificato che tutti i passeggeri stessero bene, mentre l’adrenalina saliva.
Il salvataggio spettacolare
Dopo circa due ore di suspense, i sommozzatori autorizzati sono entrati in azione e hanno finalmente disincagliato la “Dejà vu”. Con l’aiuto del motore, la barca è riuscita a raggiungere l’ormeggio sicuro nella darsena di Fiumicino. Chissà quali segreti nasconde questa storia?
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