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Fine guerra, Erdogan sicuro: “Putin la vuole il prima possibile”

Fine guerra, le parole del presidente turco al termine di un incontro con l’omologo russo

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Fine guerra, Erdogan sicuro: “Putin la vuole il prima possibile”

Fine guerra vicina? Una speranza arriva quest’oggi da Recep Tayyip Erdogan, che quasi annuncia le intenzioni di Vladimir Putin. Queste le parole del presidente della Turchia, rilasciate alla tv americana Pbs dopo un meeting con il collega a Samarcanda: “La mia impressione è che lui voglia far terminare il conflitto“. Erdogan si è offerto poi nuovamente per mediare tra le parti, aggiungendo inoltre di aver chiesto a Putin “la restituzione a Kiev di tutte le terre invase, compresa la Crimea“.

FINE GUERRA: “SITUAZIONE ORA PROBLEMATICA”

Lo Zar, assicura il leader turco, “è disposto a porre fine a questa situazione il prima possibile e me ne sta dando dimostrazione“. In che modo? Ad avviso di Erdogan, Putin avrebbe aperto ad un negoziato in primis perchè preoccupato da come si sta evolvendo il conflitto sul campo. “Le cose ora si stanno svolgendo in modo piuttosto problematico“, spiega. Riferendosi probabilmente alla riconquista nell’ultima settimana da parte degli ucraini di un territorio di quasi 2mila chilometri quadrati.

FINE GUERRA: “SU CRIMEA FINORA NESSUN PROGRESSO”

Erdogan ha poi sottolineato l’importanza, ai fini della pace, di restituire il ‘maltolto’: “Mosca – ha sottolineato – ha fatto alcuni passi in questa direzioni, così come anche noi“. Mentre più pessimista si è mostrato sulla questione della Crimea: “Con il mio caro amico ne parliamo dal 2014 e gli abbiamo chiesto più volte di lasciarla. Purtroppo però in questo caso non si è registrato alcun progresso“. Il presidente turco però non si arrende e attende quello che definisce un “significativo passo in avanti“.

FINE GUERRA: “NESSUN VINCITORE A FINE GIORNATA”

Nel frattempo, le azioni di distensione non mancheranno: “Un accordo tra le parti permetterà a breve lo scambio di 200 prigionieri“, spiega. Assicurando infine il massimo contributo di Ankara per l’accelerazione delle trattative: “Ciò che vogliamo fare e vedere è porre fine alla guerra con la pace. Ho sempre chiesto e raccomandato questo, sia a Putin che a Zelensky. Le persone stanno morendo e alla fine della giornata non ci sarà nessun vincitore“.

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

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Ladri derubano rider di telefono, soldi e moto mentre lavora: seconda volta in 24 ore

RiderSottoAttacco Un rider di Roma derubato per la seconda volta in sole 24 ore – scopri i dettagli di questa inquietante escalation di crimini urbani!

Immaginate di essere in sella alla vostra moto, consegnando cibo per le strade affollate, quando improvvisamente vi ritrovate senza telefono, soldi e mezzo di trasporto: è esattamente ciò che è accaduto a un rider nella capitale, in un doppio episodio che sta facendo discutere e che solleva interrogativi sulla sicurezza dei lavoratori in prima linea. Secondo quanto emerso, il primo furto ha colpito il rider mentre era impegnato in una consegna, con i ladri che hanno agito rapidamente per sottrargli beni essenziali, lasciando lui e i suoi colleghi in allerta.

La sequenza degli eventi

Gli incidenti si sono verificati in rapida successione, con il secondo furto che ha ripreso lo stesso modus operandi: ladri che approfittano della vulnerabilità dei rider durante il lavoro. Fonti locali riportano che il rider, già scosso dal primo episodio, è stato preso di mira di nuovo, alimentando paure diffuse tra chi opera nelle consegne a domicilio.

Le implicazioni per la sicurezza

Questa serie di furti non è solo un caso isolato, ma un segnale preoccupante per la comunità dei rider, che ogni giorno affronta rischi per le strade. Esperti del settore stanno monitorando la situazione, chiedendosi se misure più stringenti possano prevenire simili episodi in futuro – e tu, cosa ne pensi di questa onda di crimini?

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

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Dall’assalto ai fiori, ai selfie davanti il Papa morto. Il trionfo dell’apparire

Come è triste questa vita fatta di immagine, apparenza e superficialità.

I tempi cambiano, ma forse in peggio. La morte di Papa Francesco è l’emblema più lampante di come nemmeno la fede cristiana sia riuscita ad arginare lo strapotere dei social.

Rubare i fiori da piazza San Pietro come souvenir il giorno della annuncio della morte del sommo pontefice, prendersi la copia dell’osservatore Romano e rivenderla online a 500 euro e infine farsi i selfie davanti la salma di Papa Francesco, sono un segno inequivocabile che adesso tutto va condiviso e annunciato sui social network.

Alla fine anche lucrare sulle disgrazie altrui, per prendere qualche like in più, non è poi così male, soprattutto se questo serve per far salire il cima all’algoritmo il proprio profilo social.

Nella società dell’iperdemocrazia mascherata, dove il politicamente corretto è l’undicesimo comandamento e nessuno può mettere più dei paletti alla moralità altrui, la cultura, la moralità e la dignità umana si trovano in forte difficoltà.

Alla ricerca di una guida politica e spirituale che non sia quella dei social e del profitto a tutti i costi, non ci resta che lottare affinché la. vita umana non diventi una passarella dove vince chi prende più like.

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