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Cronaca

Scontri La Sapienza, tensione tra studenti e polizia: feriti e un indagato (VIDEO)

Scontri La Sapienza, alla base della protesta un convegno organizzato all’interno dell’ateneo

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Scontri La Sapienza, tensione tra studenti e polizia: feriti e un indagato (VIDEO)

Scontri La Sapienza, mattinata movimentata per la prima università romana. Colpa di un’iniziativa indetta da Azione Universitaria e in svolgimento nella facoltà di Scienze Politiche. A quest’ultima erano presenti, in qualità di ospiti parlanti, il giornalista Daniele Capezzone e il deputato FdI Fabio Roscani. Ciò ha però scatenato le proteste degli studenti del collettivo di Scienze Politiche, che si sono radunati in presidio davanti al luogo dove si teneva il convegno. E che per questo sarebbero stati fatti oggetto di attacchi da parte delle forze dell’ordine.

SCONTRI LA SAPIENZA, LE DENUNCE DEGLI STUDENTI

Ci sono state forti cariche – hanno denunciato alcuni manifestanti – nonostante fossimo disarmati e a volto scoperto. Diversi hanno riportato lesioni alla testa, alle braccia e alle gambe. Una violenza gratuita contro un presidio pacifico, con cui volevamo solo rappresentare la controparte che l’università richiede sempre quando si organizzano manifestazioni politicamente connotate. Ad attenderci abbiamo invece trovato una squadra di poliziotti che ci ha sbarrato l’ingresso principale e, quando abbiamo richiesto di appendere uno striscione, ci ha risposto con i manganelli“.

SCONTRI LA SAPIENZA, LA REPLICA DI QUESTURA E UNIVERSITÀ 

A questa versione la Questura ha risposto che i manifestanti avrebbero tentato di interrompere l’evento, senza desistere nemmeno di fronte agli alt della Polizia. Che a quel punto, per far ritornare la calma, avrebbe attuato una ‘carica di alleggerimento’. Dalla Sapienza fanno invece sapere che il convegno era autorizzato. “Condanniamo le violenze e garantiamo il diritto a manifestare le proprie opinioni rispettandone la pluralità“, le parole della rettrice Antonella Polimeni. Alla fine il bilancio conta un manifestante identificato e sotto indagine per aver brandito un’asta contro gli agenti.

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Cronaca

Guerra dei clan: omicidio di Gioacchini davanti all’asilo dei figli, 30 anni a Di Giovanni

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Guerra dei clan: omicidio di Gioacchini davanti all’asilo dei figli, 30 anni a Di Giovanni

MafiaInedita #DelittoSconvolgente Hai mai immaginato un omicidio legato alla mafia proprio fuori da un asilo nido, dove un padre innocente aveva appena salutato i suoi figli? Scopri i dettagli di questa storia che tiene l’Italia col fiato sospeso!

Il Fatto Che Ha Scioccato Tutti

Immaginate la scena: Andrea Gioacchini, un padre come tanti, accompagna i suoi figli all’asilo nido e, in un attimo, la sua vita viene spezzata da un atto di violenza brutale. Tre persone sono state condannate per questo omicidio, un caso che ha catturato l’attenzione di tutti per la sua ferocia e per le sue implicazioni oscure.

I Legami Nascosti con la Mafia

Ma cosa c’è dietro questo delitto? Secondo la procura, si tratta di un episodio mafioso, orchestrato da individui vicini al clan Senese e alla leggendaria Banda della Magliana. Queste connessioni fanno emergere un mondo sotterraneo di potere e vendette, lasciando tutti a chiedersi: quanto ancora ci sfugge di questi clan invisibili? È un intreccio di crimine che potrebbe svelare segreti inaspettati.

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I tre killer e i loro mandanti: una sentenza che rivela tutto

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I tre killer e i loro mandanti: una sentenza che rivela tutto

SvelatoLomicidioCheHaSconvoltoRoma Chi sono i boss della Magliana che hanno orchestrato un’esecuzione brutale sotto gli occhi dei bambini? #Omicidio #Magliana #CronacaNera

Le Prime Condanne Shock

Dopo anni di indagini serrate, il tribunale di Roma ha emesso le prime sentenze per l’omicidio di Andrea Gioacchini, freddato a colpi di pistola il 10 gennaio 2019 proprio davanti all’asilo dei suoi figli. Ugo Di Giovanni ed Emiliano Sollazzo sono stati condannati a 30 anni ciascuno, etichettati come i mastermind dietro l’agguato, mentre Fabrizio Olivani, l’uomo accusato di aver premuto il grilletto, si è beccato 20 anni. Immagina lo shock: un delitto in pieno giorno in un quartiere noto per i suoi clan rivali, che ora porta alla luce oscuri legami mafiosi.

La Ricostruzione dell’Agguato

Gli inquirenti hanno rivelato dettagli agghiaccianti su come Gioacchini sia stato raggiunto da tre proiettili di calibro 7,65 mentre era al volante della sua Toyota, parcheggiata in via Castiglion Fibocchi. Secondo l’accusa, Olivani era appostato su uno scooter, in attesa che la vittima accompagnasse i suoi bambini. Ha fatto fuoco quattro volte: tre colpi hanno centrato Gioacchini alla testa, mandibola e spalla, mentre il quarto ha ferito la sua compagna all’inguine. Gioacchini, un uomo con un passato da sorvegliato speciale e una lista infinita di reati come spaccio e usura, è morto poco dopo in ospedale. Ma cosa ha spinto a un piano così calcolato? Intercettazioni e testimonianze stanno svelando i retroscena.

Il Movente Dietro il Delitto

E se ti dicessimo che questo omicidio era una mossa da vero film mafioso per conquistare il controllo della Magliana? Le motivazioni, secondo la Direzione distrettuale antimafia, ruotano intorno a una lotta per il potere in una zona storicamente contesa dai clan. Di Giovanni, figlio di un boss camorrista, e Sollazzo avrebbero pianificato tutto con mesi di anticipo, fornendo a Olivani l’arma e lo scooter per l’esecuzione. Olivani, a quanto emerso, aveva spiato le abitudini della vittima per giorni, trasformando un atto quotidiano in un’imboscata letale. Un delitto dimostrativo, dicono gli investigatori, per riaffermare la supremazia criminale in un quartiere dove ogni mossa è sotto controllo. Chi pensava che la Magliana fosse solo un quartiere tranquillo?

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