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Stefano Dal Corso, l’appello della sorella: “Fategli l’autopsia”

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Stefano Dal Corso, l’appello della sorella: “Fategli l’autopsia”

Nuove rivelazioni sulla morte di Stefano Dal Corso

Una testimonianza raccolta dalla sorella di Stefano Dal Corso potrebbe portare a una svolta nel caso della morte del detenuto nel carcere di Oristano.

Un presunto testimone, che afferma di essere un ufficiale esterno della polizia penitenziaria, ha dichiarato di avere prove che indicano un pestaggio come causa della morte di Dal Corso. La famiglia del detenuto ha sempre respinto la tesi del suicidio in cella e ora chiede che venga eseguita un’autopsia, una richiesta precedentemente respinta dalla procura. Tuttavia, il racconto del nuovo testimone potrebbe portare a una revisione della decisione.

Il racconto del presunto testimone afferma che Dal Corso sarebbe stato picchiato con una spranga e un manganello, causandogli la rottura dell’osso del collo. Secondo la testimonianza, il pestaggio sarebbe stato scatenato da un presunto rapporto sessuale di cui Dal Corso sarebbe stato testimone. Inoltre, il testimone sostiene che Dal Corso non sia morto il 12 ottobre come riportato ufficialmente, ma la mattina del giorno precedente, dato che le presenze del 12 ottobre sono state registrate a mano a causa di problemi tecnici con la stampante e le telecamere. La famiglia Dal Corso chiede quindi un’approfondita autopsia per accertare la verità sulla morte di Stefano.

La sorella di Stefano, Marisa, commenta: “Da più di un anno chiediamo la verità sulla morte di Stefano. Vogliamo sapere se sul suo corpo ci sono lesioni compatibili con un pestaggio e non con l’impiccagione. Ho il diritto di sapere come è morto mio fratello veramente, non solo con una relazione basata su delle foto ma con un esame vero ed approfondito.” La famiglia ha presentato una nuova richiesta di autopsia e attualmente attende una risposta dalla procura.

Queste nuove informazioni potrebbero influenzare il corso delle indagini sulla morte di Stefano Dal Corso nel carcere di Oristano. La famiglia attende con ansia una risposta da parte delle autorità competenti, nella speranza che questa nuova testimonianza possa finalmente portare alla luce la verità sulla morte di Stefano.

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Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai

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Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai

Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai, condannata a 9 anni. #Ostia #Truffa #Notizie

Una vicenda a dir poco incredibile si è verificata a Ostia, dove una falsa guaritrice, definita una vera e propria “santona”, è stata arrestata e condannata a nove anni di prigione. La donna era riuscita ad ingannare molte persone con la promessa di cure miracolose per il cancro, utilizzando presunti poteri spirituali e facendo affidamento sull’intelligenza artificiale.

L’arresto è avvenuto dopo un’indagine approfondita portata avanti dalle forze dell’ordine che hanno raccolto sufficienti prove contro di lei. “Una manipolazione del dolore altrui” è stata la definizione fornita dagli investigatori, i quali hanno sottolineato come la santona sfruttasse la disperazione delle sue vittime per estorcergli denaro.

La condanna è stata accolta con sollievo dalle vittime e dalle loro famiglie, molte delle quali si erano affidate a lei nella speranza di trovare una cura impossibile. “Una giustizia attesa da tempo”, ha commentato uno dei parenti delle vittime, esprimendo il sentimento comune di chi ha subito questo inganno.

Sebbene la sentenza rappresenti un’importante vittoria, resta la ferita aperta per chi ha vissuto questo dramma. La vicenda solleva interrogativi importanti sull’influenza e le possibilità di frode legate all’uso dell’intelligenza artificiale in ambiti così delicati.

Le autorità continuano a fare appelli alla popolazione affinché resti vigile e diffidente nei confronti di chi promette cure miracolose. Questa storia tragica è un monito su quanto sia essenziale verificare sempre la validità delle informazioni e delle pratiche mediche proposte.

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Orban e il Tango con l’Ue: Un Ballo a Passi di Attrito e Diplomazia

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Orban e il Tango con l’Ue: Un Ballo a Passi di Attrito e Diplomazia

Accordo storico o resa? I dazi tra USA e UE accendono il dibattito. 🌍🤔 #Trump #VonDerLeyen #Orban

C’è chi celebra l’accordo come un “enorme” traguardo, frutto di un “duro negoziato”, e chi invece, come il primo ministro ungherese Viktor Orban, lo vede come una “debolezza commerciale” dell’Unione Europea. “Donald Trump non ha raggiunto un accordo con Ursula von der Leyen, ma piuttosto si è mangiato la presidente della Commissione europea a colazione.” – Un commento pungente per sottolineare la forza di Trump rispetto alla presidente della Commissione.

Orban, notoriamente critico verso Bruxelles, non ha risparmiato le sue parole dure, affermando il suo disappunto per il nuovo impegno dell’UE di acquistare armi ed energia dagli Stati Uniti per circa 750 miliardi di dollari in tre anni. L’accordo, che fissa nuovi dazi al 15% a partire dal primo agosto, esclude materiali come acciaio e alluminio, i cui dazi rimangono al 50%.

“Trump è un negoziatore dei pesi massimi, von der Leyen dei pesi piuma”, ha aggiunto Orban, insistendo sul fatto che nonostante i tentativi di presentarlo come un successo, questo accordo non sarebbe stato positivo per l’Europa. Il leader ungherese ha chiarito che l’Ungheria si tirerà fuori dall’UE se i “vantaggi supereranno gli svantaggi”.

La metafora di Orban non passa inosservata, concludendo che l’accordo con gli Stati Uniti risulti “peggiore” di quello ottenuto dal Regno Unito. La tensione tra il mantenimento dell’alleanza atlantica e gli interessi europei continua ad alimentare il dibattito politico. Resta da vedere come l’unione gestirà queste divisioni in futuro.

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