Attualità
14enne Ucciso a Roma: Rissa tra Bande, Intimidazioni e Spari

La Sequenza degli Eventi
La tragica vicenda dell’omicidio di un 14enne a Roma si è sviluppata in una successione di eventi violenti, culminati in una sparatoria avvenuta nel parcheggio nei pressi del capolinea della metro C Pantano Monte Compatri. Tutto è iniziato con una lite scoppiata in un bar, seguita da un appuntamento stabilito alla stazione della metro, dove alcuni colpi di pistola hanno posto fine alla vita del giovane Alexandru Ivan.
L’Incidente di Monte Compatri
Almeno sei colpi di pistola sono stati esplosi nella notte tra venerdì 12 e sabato 13 gennaio 2024, nel parcheggio vicino al capolinea della metro. Gli spari, probabilmente a scopo intimidatorio, sono partiti da un’auto in movimento verso un gruppo rivale. Durante la fuga dei colpevoli, Alexandru, che si trovava sul posto con il compagno della madre, è rimasto ferito mortalmente. Purtroppo, nonostante l’intervento rapido dei soccorsi, il 14enne è deceduto sul luogo del delitto.
Le Indagini delle Autorità
In seguito all’episodio, i carabinieri hanno avviato un’indagine approfondita. Attualmente, tre persone sono ricercate in relazione all’omicidio e potrebbero nascondersi ancora nella zona, oppure aver trovato rifugio in uno dei campi rom della capitale. Le immagini delle telecamere di sicurezza, attive da poco nella zona del capolinea, sono state esaminate dagli inquirenti e potrebbero contenere indizi cruciali per identificare gli aggressori.
Analisi del Movente
Secondo le prime ricostruzioni degli investigatori, lo scontro non sembra essere legato a debiti di droga o a rivalità tra baby gang. Il gruppo presente nel parcheggio, incluso il 14enne, non conta altri minorenni e comprende anche il compagno della madre del ragazzo. L’incontro al parcheggio è stato il risultato di una rissa scoppiata nel bar, luogo vicino all’abitazione della vittima, seguita da un appuntamento concordato due ore dopo. I colpi di pistola potrebbero essere stati sparati in aria a scopo intimidatorio, ma hanno colpito fatalmente il giovane Alexandru.
Prossimi Passi dell’Indagine
Oltre alle testimonianze raccolte sul posto, le autorità stanno esaminando minuziosamente i video delle telecamere di sorveglianza per trovare ulteriori elementi che possano condurre alla cattura dei responsabili. La dinamica dell’incidente lascia spazio a molte domande, soprattutto riguardo al reale obiettivo degli aggressori. “Volevano mostrare chi comanda?” si chiede il fratello del patrigno del ragazzo, sottolineando l’intenzione di intimidare e la tragica casualità del colpo fatale.
Conclusione
La morte del 14enne Alexandru Ivan rappresenta un dramma che scuote profondamente la comunità locale. Le indagini in corso e le testimonianze raccolte dai carabinieri sono cruciali per fare chiarezza su questa tragica vicenda. La giustizia deve fare il suo corso, affinché i responsabili siano presto catturati e portati davanti alla legge.
Fonte: [Fanpage](https://www.fanpage.it/roma/cosa-sappiamo-sullomicidio-del-14enne-a-roma-la-rissa-fra-bande-le-intimidazioni-gli-spari/)
Ultime Notizie Roma
Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas
Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.
L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.
Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.
Attualità
Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.
L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.
Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?
A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.
I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.
Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.
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