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Limite 30 km/h a Bologna, primo multato: “Facevo i 39, situazione impossibile”

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Limite 30 km/h a Bologna, primo multato: “Facevo i 39, situazione impossibile”

A Bologna Implementato il Limite di Velocità di 30 km/h: Il Primo Multato

# L’Inizio del Nuovo Limite di Velocità

Il 16 gennaio ha segnato l’introduzione ufficiale del nuovo limite di velocità di 30 chilometri orari per la città di Bologna. Questo cambiamento ha portato a diverse reazioni tra i cittadini, in particolare tra gli automobilisti.

# Il Primo Multato: La Storia di Sergio Battazzi

Il primo a essere multato per aver superato questo limite è stato Sergio Battazzi, un gioielliere che lavora in via Mazzini. Battazzi ha riferito che è stato fermato dalle autorità mentre stava viaggiando a 39 km/h. Ha espresso la sua frustrazione, sottolineando come ritenga la situazione “impossibile”.

# Controlli e Sanzioni nella Prima Giornata

Durante il primo giorno dell’entrata in vigore della nuova normativa, le pattuglie dei vigili urbani, equipaggiate con telelaser e pannelli luminosi, hanno effettuato controlli serrati. Complessivamente sono stati fermati 87 veicoli, con ben 42 automobilisti multati. Nonostante le difficoltà iniziali, il Comune ha osservato un calo generale della velocità in città.

# La Reazione dei Cittadini e la Protesta in Piazza Maggiore

La risposta della comunità non si è fatta attendere. Una manifestazione contro il nuovo limite di velocità, denominata “Bologna Città 30”, è stata organizzata per il 19 gennaio in Piazza Maggiore. La Lega ha annunciato il suo supporto a questa protesta, segnalando un forte malcontento tra i cittadini.

# Le Parole del Sindaco Lepore

Il sindaco di Bologna, Lepore, ha risposto alle preoccupazioni, affermando che la riduzione della velocità avrà benefici significativi per la città. Ha anche aperto alla possibilità di valutare e, se necessario, modificare il piano in base alle segnalazioni dei cittadini per migliorarne l’efficacia e minimizzare eventuali disagi.

# Considerazioni Finali

Nonostante il disappunto iniziale, le autorità di Bologna rimangono fiduciose che il nuovo limite di velocità porterà vantaggi in termini di sicurezza stradale e qualità della vita per i residenti. Il dialogo tra il Comune e i cittadini sarà fondamentale per ottimizzare e adattare questa misura.

Per approfondimenti, potete consultare la fonte originaria [qui](https://www.fanpage.it/attualita/a-bologna-arriva-il-limite-a-30-km-h-il-primo-multato-facevo-i-39-una-situazione-impossibile/).

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.

L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.

Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.

L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.

Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?

A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.

I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.

Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.

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