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Trovata morta nel Lambro Giovanna Pedretti, la ristoratrice del Lodigiano protagonista del caso della recensione su gay e disabili
Giovanna Pedretti, titolare di una pizzeria nel Lodigiano, trovata morta nel fiume Lambro

Giovanna Pedretti, titolare di una pizzeria nel Lodigiano, trovata morta nel fiume Lambro
La notizia della tragica scoperta del cadavere di Giovanna Pedretti, titolare della pizzeria Le Vignole di Sant’Angelo Lodigiano, ha sconvolto molti. Il suo corpo è stato rinvenuto nel pomeriggio dai carabinieri nelle acque del fiume Lambro, al ponte cittadino. La donna e suo marito erano stati al centro di un controverso caso legato a una recensione negativa pubblicata sul locale, che era stata criticato per la presenza di gay e disabili. Ormai la pizzeria, gestita da Pedretti e suo marito da diversi anni e socialmente attiva, si trova al centro di molte speculazioni.
Le circostanze della sua morte stanno suscitando molte domande e dubbi. Secondo i carabinieri, l’ipotesi di un suicidio sta guadagnando terreno come possibile causa del decesso, soprattutto in relazione al caso della recensione e agli eventi degli ultimi giorni.
L’ipotesi del suicidio ha trovato spazio dopo il ritrovamento del corpo di Pedretti, giunto sul luogo a bordo della sua Fiat Panda, che è stata posta sotto sequestro dalle autorità. Il marito aveva denunciato la scomparsa durante la mattinata prima del ritrovamento del corpo. La drammatica scoperta si è verificata intorno alle 14:00, con la presenza di carabinieri e vigili del fuoco. In seguito, il pm di turno e la Scientifica si sono recati sul luogo. Attualmente, l’area è stata messa sotto sequestro.
Il caso della recensione ha portato anche a una rivalutazione retrospettiva della situazione. Pedretti e suo marito, i gestori della pizzeria, erano noti per le iniziative di solidarietà promosse dal locale, tra cui la “pizza sospesa” per le persone in difficoltà, incluse persone svantaggiate come disabili. Tuttavia, la reale motivazione dietro la recensione e le sue conseguenze, in un momento così tragico, stanno suscitando diverse domande.
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Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai

Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai, condannata a 9 anni. #Ostia #Truffa #Notizie
Una vicenda a dir poco incredibile si è verificata a Ostia, dove una falsa guaritrice, definita una vera e propria “santona”, è stata arrestata e condannata a nove anni di prigione. La donna era riuscita ad ingannare molte persone con la promessa di cure miracolose per il cancro, utilizzando presunti poteri spirituali e facendo affidamento sull’intelligenza artificiale.
L’arresto è avvenuto dopo un’indagine approfondita portata avanti dalle forze dell’ordine che hanno raccolto sufficienti prove contro di lei. “Una manipolazione del dolore altrui” è stata la definizione fornita dagli investigatori, i quali hanno sottolineato come la santona sfruttasse la disperazione delle sue vittime per estorcergli denaro.
La condanna è stata accolta con sollievo dalle vittime e dalle loro famiglie, molte delle quali si erano affidate a lei nella speranza di trovare una cura impossibile. “Una giustizia attesa da tempo”, ha commentato uno dei parenti delle vittime, esprimendo il sentimento comune di chi ha subito questo inganno.
Sebbene la sentenza rappresenti un’importante vittoria, resta la ferita aperta per chi ha vissuto questo dramma. La vicenda solleva interrogativi importanti sull’influenza e le possibilità di frode legate all’uso dell’intelligenza artificiale in ambiti così delicati.
Le autorità continuano a fare appelli alla popolazione affinché resti vigile e diffidente nei confronti di chi promette cure miracolose. Questa storia tragica è un monito su quanto sia essenziale verificare sempre la validità delle informazioni e delle pratiche mediche proposte.
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Orban e il Tango con l’Ue: Un Ballo a Passi di Attrito e Diplomazia

Accordo storico o resa? I dazi tra USA e UE accendono il dibattito. 🌍🤔 #Trump #VonDerLeyen #Orban
C’è chi celebra l’accordo come un “enorme” traguardo, frutto di un “duro negoziato”, e chi invece, come il primo ministro ungherese Viktor Orban, lo vede come una “debolezza commerciale” dell’Unione Europea. “Donald Trump non ha raggiunto un accordo con Ursula von der Leyen, ma piuttosto si è mangiato la presidente della Commissione europea a colazione.” – Un commento pungente per sottolineare la forza di Trump rispetto alla presidente della Commissione.
Orban, notoriamente critico verso Bruxelles, non ha risparmiato le sue parole dure, affermando il suo disappunto per il nuovo impegno dell’UE di acquistare armi ed energia dagli Stati Uniti per circa 750 miliardi di dollari in tre anni. L’accordo, che fissa nuovi dazi al 15% a partire dal primo agosto, esclude materiali come acciaio e alluminio, i cui dazi rimangono al 50%.
“Trump è un negoziatore dei pesi massimi, von der Leyen dei pesi piuma”, ha aggiunto Orban, insistendo sul fatto che nonostante i tentativi di presentarlo come un successo, questo accordo non sarebbe stato positivo per l’Europa. Il leader ungherese ha chiarito che l’Ungheria si tirerà fuori dall’UE se i “vantaggi supereranno gli svantaggi”.
La metafora di Orban non passa inosservata, concludendo che l’accordo con gli Stati Uniti risulti “peggiore” di quello ottenuto dal Regno Unito. La tensione tra il mantenimento dell’alleanza atlantica e gli interessi europei continua ad alimentare il dibattito politico. Resta da vedere come l’unione gestirà queste divisioni in futuro.
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