Attualità
Paolo Pasqualini: Dalle circostanze della sua morte da attacco di tre Rottweiler a Manziana

Paolo Pasqualini, di 39 anni, è stato tragicamente ucciso dopo essere stato attaccato da tre rottweiler nel bosco di Manziana, vicino a Bracciano. L’incidente è avvenuto improvvisamente quando Pasqualini stava facendo jogging. I tre cani erano liberi nel bosco, lontano dai loro proprietari che, secondo gli investigatori, erano ignari di quanto stava accadendo. Pasqualini non era in casa al momento dell’attacco; sua moglie era a casa ma non si era resa conto di quello che era successo.
Paolo Pasqualini, era caporeparto in un supermercato di Roma. Aveva recentemente preso la decisione di cambiare vita ed era tornato all’università per studiare Scienze Motorie. Per affrontare un problema al nervo sciatico, aveva iniziato a fare lunghe passeggiate e jogging. Spesso si avventurava nel bosco di Manziana, non lontano dal Lago di Bracciano. Al momento non è chiaro come sia avvenuto l’incontro nel bosco tra Pasqualini e i cani, o come i cani siano arrivati nel bosco non accompagnati.
Solo due testimoni hanno assistito all’incidente, un uomo e una donna. L’uomo, un allevatore, ha cercato di intervenire ma è stato attaccato dai cani (anche se non ha riportato ferite). Una donna era presente poco distante con il suo cane. Quando i soccorritori sono arrivati sul posto, purtroppo per Paolo era già troppo tardi. Le indagini preliminari suggeriscono che aveva cercato di difendersi, come indicano i segni sulle sue braccia.
Ora, gli investigatori stanno lavorando per raccogliere tutte le informazioni necessarie per ricostruire gli eventi. I proprietari dei cani potrebbero essere accusati di omessa custodia o addirittura di omicidio colposo. La Procura riceverà i documenti relativi al caso lunedì mattina e deciderà come procedere.
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Vannacci sul Leoncavallo: “Antagonisti e alternativi lo facciano non alle spese della società”

Era il 21 agosto quando il Leoncavallo è stato definitivamanente sgomberato dopo ben 133 rinvii. Una cosa mai vista per un normale cittadino, ma il caso del centro sociale più famoso d’Italia è stata soprattutto una cosa politica. protetta dalla sinistra con il consenso degli amici degli amici.
Sulla questione è intervenuto l’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci,
“Il Leoncavallo andava sgomberato. Anzi mi stupisce che ci siano voluti 31 anni perché in uno Stato libero e democratico non può sopravvivere alcuno spazio di illegalità, alcuno spazio dove la sopraffazione e la prevaricazione dominano sullo Stato e sull’ordine costituito. Quindi non so se si possa chiamare cultura quella che è stata effettuata o creata all’interno del Leoncavallo”.
Queste le parole dell’eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci, nel corso del programma “Filorosso”, condotto da Manuela Moreno, in diretta su Rai 3, e che si è occupato del recente sgombero del centro sociale Leoncavallo di Milano.
“Certo che era uno spazio abusivamente occupato e visto che l’articolo 42 della Costituzione tutela la proprietà privata, andava sgomberato al più presto”, ha proseguito Vannacci, “Nessuno vuole togliere spazi alle persone che li cercano, ma i famosi antagonisti o alternativi lo facciano, ma non alle spese della società. Lo facciano a spese loro, si affittino un capannone, paghino le bollette, pagano i costi e facciano gli alternativi con i propri denari”.
Attualità
Achille Lauro e la polemica: “Inclusione o pietismo con la bambina disabile al concerto?”

#AchilleLauro2026 Lo storico concerto dello stadio Olimpico accende i riflettori su un problema silenzioso: l’accesso ai disabili. La denuncia scuote il mondo dello spettacolo!
Il concerto di Achille Lauro allo stadio Olimpico di Roma nel 2026, attesissimo da migliaia di fan, è diventato anche un emblema di una questione tanto importante quanto spesso trascurata. Una bambina con disabilità, inizialmente esclusa dall’evento perché i biglietti a lei accessibili erano esauriti, ha riportato l’attenzione sulle barriere che persone con disabilità devono affrontare per accedere ai grandi eventi musicali.
Graziella Saverino, presidentessa dell’associazione Entusiasmabili, ha lanciato un accorato appello. “Le criticità legate all’accesso per disabili sono inaccettabili”, afferma. La sua denuncia non è solo un grido d’aiuto per la bambina, ma una richiesta di maggiore consapevolezza e azione da parte di tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione di eventi di massa.
Nonostante il tutto esaurito, la vicenda ha scatenato un’ondata di solidarietà e una veloce reazione da parte degli organizzatori. La situazione è stata risolta con l’aggiunta di posti dedicati, dimostrando che la sensibilizzazione e l’intervento tempestivo possono fare la differenza.
Questa storia apre domande urgenti: quanti altri sono lasciati indietro? Cosa si può fare per garantire che eventi futuri siano realmente inclusivi? Questi quesiti risuonano mentre il sipario si chiude, lasciando spazio alla riflessione su un cambiamento necessario e inesorabile.
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