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Interruzioni di Corrente a Roma: Emergenza a Causa del Caldo Intenso

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Interruzioni di Corrente a Roma: Emergenza a Causa del Caldo Intenso

Blackout a Roma: La Rete Elettrica Sotto Stress per le Alte Temperature

L’ondata di calore che ha colpito Roma ha provocato blackout localizzati in diverse aree della città. Areti, la divisione del Gruppo Acea responsabile della gestione della rete elettrica, sta cercando soluzioni per affrontare questa criticità.

Blackout Isolati in Diverse Zone

Il caldo estremo ha sovraccaricato la rete elettrica, causando interruzioni di corrente in varie parti di Roma. Un cittadino ha segnalato su un gruppo Facebook di quartiere che “alcuni palazzi in zona Gregorio VII sono rimasti senza corrente dalle 18. Alle 23 nulla era cambiato. Ieri stessa cosa per cinque ore. Rischio per i tanti anziani”. Analoghe segnalazioni provengono da altre zone della città.

L’Effetto del Caldo Intenso

Areti ha diramato un comunicato affermando che l’aumento delle temperature degli ultimi giorni ha incrementato significativamente la domanda di energia elettrica, raggiungendo una potenza massima distribuita di circa 2.000 MW, simile ai livelli di consumo degli anni precedenti nello stesso periodo. Questo improvviso incremento della domanda ha causato sovraccarichi sulla rete elettrica, che uniti alle alte temperature, hanno provocato blackout in alcune zone della città.

Monitoraggio e Interventi di Emergenza

Areti sta monitorando la situazione in tempo reale e ha schierato squadre operative attive 24 ore al giorno. Circa 500 tecnici, sia interni che esterni, sono impegnati per garantire interventi tempestivi. In alcune situazioni sono stati utilizzati gruppi elettrogeni per ripristinare l’energia nelle aree colpite.

Potenziamento della Rete Elettrica

L’azienda ha informato che dall’estate scorsa ha incrementato la resilienza dell’infrastruttura elettrica di Roma. Sono stati effettuati interventi di potenziamento e ampliamento su 700 cabine secondarie e su 270 km di reti di media e bassa tensione nel corso degli ultimi dodici mesi.

Conclusione: L’attesa di Condizioni Meteorologiche Meno Estreme

Areti e la comunità romana sperano in una diminuzione delle temperature per alleviare i sovraccarichi e garantire un servizio elettrico stabile. Nel frattempo, l’azienda continua a lavorare per ridurre al minimo i disagi per i cittadini e migliorare l’infrastruttura elettrica per affrontare future emergenze.

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.

L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.

Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.

L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.

Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?

A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.

I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.

Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.

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