Politica
ROMA M5S Espulso Gianluigi Paragone

ROMA Il Collegio dei Probiviri, composto da Raffaella Andreola, Jacopo Berti e Fabiana Dadone, a quanto si apprende ha espulso dal M5S Gianluigi Paragone. L’espulsione, già comunicata all’interessato, motivata anche con il voto espresso in difformità dal gruppo parlamentare sulla legge di bilancio.
Il senatore Paragone si era detto convinto che lo avrebbero espulso dal M5S: “Ci proveranno, certo. Forse ce la faranno pure ma poi metterò in evidenza che il collegio dei probiviri è composto da persone che sono incompatibili, come la ministra Dadone che non può essere ministro e probiviro insieme. Poi mi appellerò all’espulsione e a quel punto se la prenderanno comoda e io dovrò andare dal ministro della Giustizia Bonafede a dirgli che lui non è in grado di garantire tempi certi di giustizia neanche all’interno del Movimento. E se tutto questo poi non dovesse bastare allora resterà sempre la giustizia ordinaria.
Perché se tutti quelli che non hanno pagato, come invece ho fatto io, hanno disatteso la regola della rendicontazione non verranno espulsi allora vorrà dire che tutto questo è solo una truffa. Il Movimento in questo momento si è accucciato, nella sua parte di governo, all’area progressista di questo Paese. Mentre un’ altra parte non sa di preciso dove andare e c’è ancora una terza parte che, come me, è rimasta alle radici di nucleo politico antisistema che a mio giudizio stava meglio con la Lega perché insieme rappresentavano meglio le forze antisistema. Il Miur è stato spacchettato per una questione di poltrone. Visto che ai probiviri piace il rispetto delle regole è giusto che anche io chieda il loro intervento.
Tra quelli che non sono in regola con i pagamenti ci sono ministri, presidenti di commissione. Mi sono rotto le scatole della gente che predica bene e razzola male. Tutti lo sapevano. C’è gente che dall’inizio dell’anno non ha rendicontato nulla: Acunzo, Aprile, Cappellani, Del Grosso, Dieni, Fioramonti, che lo hanno anche fatto ministro, e poi Frate, Galizia, Grande, Lapia, Romano, Vacca, Vallascas, Giarrusso. Lo sapevano tutti perché su Rendiconto c’è tutto e loro non hanno rendicontato nulla. E allora il capo politico dov’è? Ha fatto finta di non sapere.
Tra chi ha pagato poco ho il piacere di segnalare la Nesci, che si voleva candidare in Calabria, e soprattutto Carla Ruocco, presidente della Commissione Finanze e che vuole andare a fare la presidente della Commissione di inchiesta sulle banche. È ferma solo a tre mensilità. Poi c’è il ministro del lavoro Nunzia Catalfo, che è ferma a due mesi. È importante che proprio loro si mettano in regola”. Paragone citava poi anche quelli che hanno rendicontato “proprio tutto” e, tra i vari, cita Lucia Azzolina e Francesco D’Uva. Infine conclude: “Sarà mia premura segnalare ai probiviri tutti quelli che sono sotto i sei mesi”.
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Politica
Ottaviani (Lega) “E’ il Pd ad aver penalizzato Roma e Lazio, Zingaretti e Patanè chiedano scusa”

“È davvero incredibile la faccia tosta con cui Zingaretti e Patanè attaccano Matteo Salvini. Il primo ha governato il Lazio per 10 anni e, tra i tanti ‘successi’ amministrativi, Roma ricorderà sempre la chiusura senza alternative della discarica di Malagrotta.
Questa decisione ha fatto piombare la città in un’emergenza rifiuti e ha costretto i cittadini a pagare una delle TARI più alte d’Italia. Il secondo, invece, non è in grado nemmeno di garantire i servizi minimi del trasporto pubblico nella città.
Grazie a Matteo Salvini, a Roma sono arrivati miliardi di euro per la Metro C, risorse fondamentali per sbloccare un’opera necessaria per la Capitale. È evidente che siano stati i dem, con la loro inadeguatezza politica, a penalizzare Roma e il Lazio. Chiedano scusa, invece di tentare di dare lezioni”. Lo dichiara il deputato della Lega Nicola Ottaviani.
Politica
Alle elezioni europee ricordiamoci di chi ci obbligava a vaccinarci e che ora difende il Genocidio

Verba Volant scripta manent. Alle prossime elezioni europee ricordiamoci dei politici e degli schieramenti che ci hanno obbligato a vaccinarci, con l’obbligo del Green Pass dicendoci che non c’era nessun rischio, cosa che invece è stata smentita ufficialmente il primo maggio quando AstraZeneca ha dichiarato che il vaccino covid19 può causare rari casi di trombosi.
Questo nonostante tanti professori e medici della comunità scientifica già avevano detto che il vaccino era sperimentale e che così, come era organizzata la somministrazione, non era corretta. Solo che poi la classe politica dominante, che aveva come premier, prima Conte e poi Mario Draghi, con Roberto Speranza sempre ministro della Salute, andava a creare pressioni notevoli critica il mainstream. Qualche medico è stato cancellato e sospeso dagli albi professionali, qualche questore sospeso dall’attività e più di qualche giornalista declassato e imbavagliato, qualche lavoratore licenziato, qualcuno è morto di trombosi ecc…
Elezioni Europee
Fra meno di un mese ci saranno le elezioni europee che negli anni sono diventate più importanti delle elezioni nazionali e i personaggi bene o male sono sempre gli stessi. Adesso però c’è anche un’altra grana su cui tantissimi politici fanno silenzio, ovvero non condannare i crimini di guerra che sta commettendo il governo Netanyahu, sempre più in crisi al suo interno, ma appoggiato dai poteri forti del mondo occidentale.
Più di 40.000 vittime palestinesi, di cui più della metà donne e bambini. Parliamoci chiaro, non ci vuole nulla a capire che difendere questa strategia militare, nasce da accordi che vanno al di la della pace e della democrazia. Condannare il terrorismo e gli attacchi palestinesi verso civili israeliani è ugualmente vergognoso, ma la risposta militare d’Israele è nettamente sproporzionata.
Per l’Ucraina, tutti i nostri politici hanno fatto campagne di sensibilizzazione, mentre per la Palestina, tutto tace. La verità è che l’Italia è una colonia dell’America, ed ora più che mai ce ne siamo rendendo tutti conto. Quando continueranno a parlare di non violenza o di democrazia, diritti civili e quant’altro, ricordiamoci del Green Pass e del silenzio sul genocidio del popolo palestinese.
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