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Cronaca

Kim Rossi Stuart, il nipote finito in manette a Roma

Kim Rossi Stuart, il giovane è accusato di rapina e aggressione a pubblico ufficiale

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Kim Rossi Stuart, il nipote finito in manette a Roma

Guai in famiglia per Kim Rossi Stuart. Il nipote dell’attore è stato infatti arrestato dai Carabinieri a Roma. L’episodio che lo ha visto protagonista risale allo scorso 18 luglio: 28 anni, si trovava a bordo di un tram, nei pressi di via Prenestina, quando ha provato a sottrarre un marsupio ad un passeggero. Quest’ultimo è scampato però al furto e si è dato alla fuga, riuscendo nel mentre ad avvisare i Carabinieri. I quali, giunti sul posto, sono stati aggrediti dal giovane, che stava inseguendo la vittima per provare a rifarsi del colpo fallito.

KIM ROSSI STUART, IL NIPOTE ARRESTATO IN ATTESA DEL GIUDIZIO

Ciò non gli è però bastato ad evitare le manette sui polsi. I militari gliele hanno infilate anche con l’ausilio di un teaser, che ha permesso a uno di loro di vincere la foga del 28enne. Il cui fermo è stato poi convalidato dal giudice, che ne ha disposto la custodia in una cella di Regina Coeli. Almeno fino al processo, dove il nipote di Kim Rossi Stuart dovrà rispondere di tentata rapina, resistenza e lesioni personali.

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Il terrore di un incontro inaspettato con uno straniero e il bracciale scomparso

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Il terrore di un incontro inaspettato con uno straniero e il bracciale scomparso

Hai mai immaginato un incubo notturno in una strada deserta di Roma? #FurtoNotturnoRoma

Il terrore alla fermata del bus

Immagina di aspettare l’autobus in una notte buia e solitaria, nel cuore del quartiere Esquilino: è qui che Giulia, una giovane romana di 26 anni, ha vissuto un’esperienza da brividi. Era mezzanotte e mezza quando l’uomo è apparso dal nulla, approfittando della strada vuota e del ritardo dell’autobus. Con Google Maps che indicava ancora qualche minuto d’attesa, Giulia era distratta dal suo cellulare, ma l’ansia ha presto lasciato spazio al panico.

L’incontro inaspettato e l’assalto improvviso

Lo sconosciuto, con un’aria trasandata e un cappuccio calato sul viso, si è avvicinato con modi arroganti e ha iniziato a fare commenti sgraditi. Quando Giulia ha provato a ignorarlo, la situazione è precipitata: l’uomo l’ha afferrata per un braccio, scatenando una colluttazione. In quel caos, ha notato il bracciale al suo polso e, con un gesto rapido, gliel’ha strappato prima di scappare via nella notte. Un gesto audace che lascia tutti a chiedersi: quante altre storie come questa si nascondono nelle ombre della città?

Le conseguenze e le paure della vittima

Poco dopo, l’autobus è arrivato, ma Giulia era già sotto shock per l’accaduto. “Non prenderò più il bus per un po’”, ha confessato, optando per alternative più sicure come un Uber, proprio come fanno le sue amiche. Il bracciale rubato? Non era neanche di valore, solo bigiotteria dorata, il che rende l’episodio ancora più frustrante. Ma chi è quest’uomo e quali pericoli reali si celano dietro l’angolo? Una storia che ti farà riflettere due volte prima di uscire da solo di notte.

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Museo di Roma in Trastevere: Tina Modotti e la fotografia come militanza

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Museo di Roma in Trastevere: Tina Modotti e la fotografia come militanza

Hai mai sfogliato le pagine di una vita più misteriosa e avventurosa di quella di Tina Modotti, la fotografa che ha catturato rivoluzioni e segreti? #Fotografia #StorieNascoste #ArteRibelle

La vita di una donna tra ombre e rivoluzoni

Tina Modotti, nata a Udine nel 1896, ha vissuto una esistenza che sembra uscita da un romanzo d’avventura. Figlia di operai, ha iniziato a lavorare a soli dodici anni, emigrato a San Francisco da adolescente e reinventandosi come modella e attrice nel cinema muto. Ma il suo vero destino l’ha portata a diventare una fotografa militante nel Partito Comunista Messicano, combattendo in Spagna durante la Guerra Civile. Espulsa nel 1930 per motivi politici, ha vissuto gli ultimi anni sotto falso nome a Città del Messico, morendo a soli quarantasei anni. Ora, le sue sessanta fotografie più emblematiche sono esposte nella mostra “Una vita fra due mondi” al Museo di Roma in Trastevere, fino al 21 settembre – preparati a scoprire i segreti che nascondono!

Le foto che incantano e rivelano il mondo

Al primo piano del Museo, tra le sale, emergono le immagini più celebri di Modotti, dove l’impegno politico si trasforma in eleganti capolavori. Non perderti l’iconica “Donna con bandiera” del 1928: una figura femminile che avanza con una dignità mozzafiato, avvolta dalla bandiera che ondeggia al vento – un simbolo che ha segnato la fotografia del Novecento. Prima di dedicarsi alle lotte, però, Modotti catturava la purezza della natura: pensate alle “Calle” o al “Vaso di gerani” del 1924, dove il bianco e nero cristallizza geometrie ipnotiche. O ancora, le linee rigorose di “Canna da zucchero” e “Pali del telefono” del 1925, che ti faranno interrogarti su come un semplice scatto possa raccontare così tanto.

Dal nudo sensuale alle lotte operaie: un’evoluzione da brividi

Nel 1923, Tina lasciò Los Angeles per seguire il fotografo Edward Weston a Città del Messico, passando da modella per foto di nudo a sua allieva. Qui, ha sviluppato uno stile unico: ravvicinato, attento ai dettagli, che trasforma nature morte e ritratti umani in opere potenti. Immagina “Mani di lavandaia” o “Mani che riposano su una vanga”, i primi passi verso scatti che denunciano il mondo del lavoro. Presto, contadini in corteo, donne indigenti, operai e bambini diventano i protagonisti assoluti, trasformando le sue foto in veri manifesti politici. Chissà quali storie si celano dietro ogni inquadratura?

Il reportage che potrebbe cambiare la tua prospettiva

Fra il giugno e l’ottobre del 1929, Tina soggiornò a Tehuantepec, in Messico, creando un reportage mozzafiato sulle donne tehuane. Vestite con abiti e gioielli tradizionali, appaiono in un contesto matriarcale che sfida le convenzioni – il suo ultimo lavoro prima dell’espulsione. Queste immagini, provenienti dalla Collezione della Fototeca dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia di Pachuca Hidalgo, includono 94 scatti realizzati tra il 1923 e il 1930. Donati da Carlos Vidali, figlio dell’ultimo compagno di Tina, Vittorio Vidali, raccontano una storia di amore e battaglie condivise in Spagna. Ma attenzione: alla sua morte per infarto, accuse di omicidio hanno avvolto Vidali in un alone di mistero, con Pablo Neruda che difese la sua memoria in un epitaffio emozionante.

Dove vivere l’avventura di persona

Al Museo di Roma in Trastevere, in piazza di S. Egidio, la mostra ti aspetta da martedì a domenica, dalle 10 alle 20, con un biglietto di 12 euro. Non è solo un’esposizione: è un viaggio nei segreti di una vita che ti terrà incollato fino all’ultima foto!

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