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Mourinho, rischio stangata per le frasi su Berardi e Marcenaro

Mourinho rischia squalifica per le sue dichiarazioni su Berardi e Marcenaro
Recentemente, si sussurra che ci sia un “clima insostenibile” in via Campania, a Roma. Qui, si trovano l’Associazione Italiana Arbitri e la procura della Federcalcio, e entrambi stanno esaminando attentamente le parole di alcuni allenatori, tra cui José Mourinho e Thiago Motta.
Gli ufficiali di gara esigono maggior rispetto e considerano inaccettabili certi atteggiamenti, mentre la procura continua a monitorare con preoccupazione una crescente tensione. Inoltre, sono state notificate sia a Mourinho che a Motta avvisi di chiusura indagini in risposta alle loro dichiarazioni, proferite rispettivamente prima e dopo le partite.
A entrambi viene contestata la violazione dell’art. 4 del codice di giustizia sportiva, che cita lealtà, probità e correttezza, nonché il 37 del regolamento del settore tecnico, che impone agli allenatori di essere esempio di disciplina e ispirare la loro condotta al principio della deontologia professionale. Mourinho rischia fino a due giornate di squalifica, mentre Motta potrebbe affrontare una sanzione minore o essere multato se deciderà di ammettere la sua colpa.
La procura non ha bisogno di interrogare i due prima di deferirli, ma è un loro diritto spiegare eventualmente cosa volessero dire nei loro sfoghi. Mourinho ha tre giorni di tempo per presentare memorie difensive, mentre a Motta sono concessi quattro giorni. Inoltre, la procura considera le parole di Mourinho più gravi in quanto le reputa premeditate, accusando anche il giocatore Berardi e per la recidività dell’allenatore.
La procura è decisa a impartire un segnale forte, poiché la categoria degli arbitri va protetta e gli episodi di violenza fisica sono in aumento. L’intenzione è anche quella di far rispettare la sentenza federale che stabilisce che “gli arbitri rappresentano sui campi di calcio l’istituzione federale”.
In conclusione, Mourinho e Motta dovranno difendersi da queste accuse e potrebbero affrontare squalifiche e sanzioni a seguito delle loro dichiarazioni, ritenute inappropriare e lesive nei confronti degli arbitri.
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Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai

Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai, condannata a 9 anni. #Ostia #Truffa #Notizie
Una vicenda a dir poco incredibile si è verificata a Ostia, dove una falsa guaritrice, definita una vera e propria “santona”, è stata arrestata e condannata a nove anni di prigione. La donna era riuscita ad ingannare molte persone con la promessa di cure miracolose per il cancro, utilizzando presunti poteri spirituali e facendo affidamento sull’intelligenza artificiale.
L’arresto è avvenuto dopo un’indagine approfondita portata avanti dalle forze dell’ordine che hanno raccolto sufficienti prove contro di lei. “Una manipolazione del dolore altrui” è stata la definizione fornita dagli investigatori, i quali hanno sottolineato come la santona sfruttasse la disperazione delle sue vittime per estorcergli denaro.
La condanna è stata accolta con sollievo dalle vittime e dalle loro famiglie, molte delle quali si erano affidate a lei nella speranza di trovare una cura impossibile. “Una giustizia attesa da tempo”, ha commentato uno dei parenti delle vittime, esprimendo il sentimento comune di chi ha subito questo inganno.
Sebbene la sentenza rappresenti un’importante vittoria, resta la ferita aperta per chi ha vissuto questo dramma. La vicenda solleva interrogativi importanti sull’influenza e le possibilità di frode legate all’uso dell’intelligenza artificiale in ambiti così delicati.
Le autorità continuano a fare appelli alla popolazione affinché resti vigile e diffidente nei confronti di chi promette cure miracolose. Questa storia tragica è un monito su quanto sia essenziale verificare sempre la validità delle informazioni e delle pratiche mediche proposte.
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Orban e il Tango con l’Ue: Un Ballo a Passi di Attrito e Diplomazia

Accordo storico o resa? I dazi tra USA e UE accendono il dibattito. 🌍🤔 #Trump #VonDerLeyen #Orban
C’è chi celebra l’accordo come un “enorme” traguardo, frutto di un “duro negoziato”, e chi invece, come il primo ministro ungherese Viktor Orban, lo vede come una “debolezza commerciale” dell’Unione Europea. “Donald Trump non ha raggiunto un accordo con Ursula von der Leyen, ma piuttosto si è mangiato la presidente della Commissione europea a colazione.” – Un commento pungente per sottolineare la forza di Trump rispetto alla presidente della Commissione.
Orban, notoriamente critico verso Bruxelles, non ha risparmiato le sue parole dure, affermando il suo disappunto per il nuovo impegno dell’UE di acquistare armi ed energia dagli Stati Uniti per circa 750 miliardi di dollari in tre anni. L’accordo, che fissa nuovi dazi al 15% a partire dal primo agosto, esclude materiali come acciaio e alluminio, i cui dazi rimangono al 50%.
“Trump è un negoziatore dei pesi massimi, von der Leyen dei pesi piuma”, ha aggiunto Orban, insistendo sul fatto che nonostante i tentativi di presentarlo come un successo, questo accordo non sarebbe stato positivo per l’Europa. Il leader ungherese ha chiarito che l’Ungheria si tirerà fuori dall’UE se i “vantaggi supereranno gli svantaggi”.
La metafora di Orban non passa inosservata, concludendo che l’accordo con gli Stati Uniti risulti “peggiore” di quello ottenuto dal Regno Unito. La tensione tra il mantenimento dell’alleanza atlantica e gli interessi europei continua ad alimentare il dibattito politico. Resta da vedere come l’unione gestirà queste divisioni in futuro.
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