Attualità
Ex Giocatore della Viterbese Ferito da Cinghiale Durante Caccia

Sergio Di Prospero Ferito in Battuta di Caccia
Sergio Di Prospero, ex calciatore della Viterbese, ha subito ferite durante una battuta di caccia a Giardino, nelle campagne di Capodimonte. Il 70enne era accompagnato da due squadre quando un cinghiale lo ha attaccato. Impossibilitato a sparare, poiché l’animale era troppo vicino a un altro cacciatore, Di Prospero si è gettato a terra, riportando comunque una ferita al piede.
Medicazioni e Condizioni di Salute
Trasportato in ospedale, Di Prospero è stato curato con tre punti di sutura e poi dimesso. Fortunatamente, le sue condizioni non sono risultate gravi. L’ex giocatore ha prontamente rassicurato amici e familiari sull’entità delle sue ferite.
Incidenti di Caccia Frequenti
L’incidente di Di Prospero non è un caso isolato. Durante le battute di caccia, è comune che cinghiali, spaventati dai cacciatori, reagiscano attaccando per proteggere i cuccioli. Questi animali pesano diversi quintali e l’urto con il loro corpo può causare ferite significative.
Altri Incidenti Recente nella Stessa Giornata
Nella stessa giornata, un altro cacciatore di 58 anni è stato travolto da un cinghiale nei boschi di Grezzano, in provincia di Prato. Le sue ferite sono risultate più gravi e ha necessitato il trasporto in ospedale con l’eliambulanza.
Assistenza Necessaria nelle Zone Impervie
Gli incidenti di caccia spesso si verificano in zone difficilmente accessibili, rendendo indispensabile l’intervento del Soccorso alpino e dei Vigili del Fuoco. Infatti, a novembre, un altro cacciatore è stato ferito accidentalmente dal fucile di un compagno, richiedendo anch’esso l’uso dell’eliambulanza.
Attualità
Gesù rivisitato: provocazione artistica o cancellazione simbolica?

Non si tratta, come spesso viene sostenuto in questi casi, di razzismo o omofobia. Il talento di Erivo è fuori discussione, così come il diritto del teatro di sperimentare linguaggi nuovi. Tuttavia, è lecito porsi una domanda: perché modificare radicalmente l’identità di una figura simbolica universale come Gesù Cristo?La figura di Gesù – maschile, ebraica, storicamente e religiosamente connotata – ha attraversato i secoli mantenendo un valore spirituale e culturale ben preciso; cambiarne l’aspetto, il genere e il profilo identitario non è un dettaglio creativo, ma un atto profondamente ideologico, un segnale del nostro tempo, in cui ogni rappresentazione tradizionale viene riscritta per adattarsi a criteri di inclusione sempre più rigidi e imposti.
L’inclusività è un valore importante, ma quando diventa un obbligo culturale che trasforma ogni simbolo in qualcosa di instabile e privo di radici, rischia di ottenere l’effetto opposto: non più unire, ma confondere.
Quando tutto può essere tutto, allora nulla ha più significato, e in questo caso non si rompe un tabù per cercare nuove verità, ma si sostituisce un simbolo per riscrivere ciò che rappresenta.
E il pubblico ha il diritto di chiedersi dove finisce l’arte e dove comincia l’ideologia.
Attualità
Omicidio a Racale: quando la violenza nasce dentro casa

Una donna uccisa a colpi d’accetta dal figlio, una casa di famiglia trasformata in scena del crimine. A Racale, nel leccese, il pomeriggio del 17 giugno si è consumato un delitto che sconvolge un’intera comunità: Teresa Sommario, 53 anni, è stata trovata senza vita nel proprio appartamento, colpita ripetutamente alla testa e al petto. L’aggressore è il figlio maggiore, Filippo Manni, 21 anni, fermato poco dopo in stato confusionale.
Il dettaglio più inquietante, oltre alla brutalità del gesto, è la sua matrice familiare…la violenza, ancora una volta, non arriva dall’esterno: avviene tra le mura domestiche, dove dovrebbe esserci protezione, affetto o almeno convivenza. Non è un caso isolato, il contesto di conflittualità all’interno della famiglia Sommario era noto ai vicini: litigi frequenti e tensioni che, probabilmente, covavano da tempo.
Resta da capire come e perché questa tensione sia esplosa in modo tanto estremo. È una domanda che accompagna ogni caso di cronaca nera in ambito familiare, ma che continua a non trovare chiarimenti adeguati. Il delitto di Racale ci mette davanti, ancora una volta, al nodo irrisolto della violenza che nasce all’interno di legami affettivi spezzati e distorti.
Il figlio minore, presente al momento dell’aggressione, lancia l’allarme. Anche questo elemento pesa: i figli come testimoni, e spesso vittime indirette, di drammi che segnano per sempre intere esistenze.
L’indagine chiarirà i contorni esatti della vicenda, il movente preciso e le responsabilità. Ma sullo sfondo resta una considerazione difficile da ignorare: le fratture all’interno della famiglia, quando ignorate o sottovalutate, possono degenerare e trasformare una casa qualunque nel teatro di una tragedia.
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