Cronaca
ULTIM’ORA – IL CONSIGLIO DI STATO CONFERMA LA SCORTA A CAPITANO ULTIMO

Il Consiglio di Stato ha confermato la scorta a Sergio De Caprio, l’uomo che arrestò Totò Riina.
ULTIM’ORA – IL CONSIGLIO DI STATO CONFERMA LA SCORTA A CAPITANO ULTIMO. Il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza e confermato la scorta a Sergio De Caprio, l’uomo che arrestò Totò Riina: “Per l’effetto, in riforma dell’ordinanza appellata, sospende l’esecutività degli atti impugnati in primo grado e di conseguenza dispone che il dispositivo di protezione revocato sia mantenuto – o ripristinato – fino alla discussione cautelare collegiale, sede nella quale saranno presi i provvedimenti che il Collegio riterrà di adottare all’esito della discussione tra le parti”.
Questo è quello che è stato scritto nel decreto depositato questa sera in merito alla revoca della scorta a Capitano Ultimo, come è conosciuto ai più Sergio De Caprio. “Fissa per la discussione la Camera di Consiglio del 20 febbraio 2020”. La sentenza blocca l’esecutività della pronuncia del Tar.
L’avvocato Antonino Galletti, difensore di Sergio De Caprio, ha detto all’Adnkronos: “Il Consiglio di Stato ha dimostrato particolare sensibilità alla vicenda del Capitano Ultimo, che interessa non soltanto lui ma l’intera popolazione italiana in quanto dimostra come chi serve lo Stato esponendosi anche personalmente non può e non deve essere abbandonato a se stesso ma deve essere protetto e difeso”.
Questo il commento dell’avvocato in merito alla scelta del Consiglio di Stato di sospendere la decisione del Tar di togliere la scorta a Sergio De Caprio.
“Spero che questa decisione del Consiglio di Stato sia poi confermata e spero soprattutto che gli uffici competenti del ministero dell’Interno e in particolare il ministro vogliano realmente mettere una parola fine a questa vicenda. Saremmo ben felici che questo tema lasciasse le sedi giudiziarie e che finalmente fosse riconosciuta la tutela a un servitore dello Stato”, ha concluso Galletti.
Cronaca
Ilaria Sula, la Sapienza assegna nuovi spazi studio in suo nome

In un mondo dove le università preferiscono intitolare sale studio a vittime di violenza invece di prevenire il prossimo dramma, La Sapienza festeggia 722 anni dalla fondazione e 90 dalla città universitaria, ma l’omaggio a Ilaria Sula, studentessa uccisa in un femminicidio, sa più di spot social che di vera giustizia. #FemminicidioReale #SapienzaScandalo #NonDimentichiamoLeVittime #JusticePerIlaria (145 caratteri)
Doppio Anniversario con un Sapore Amaro
La Sapienza di Roma ha deciso di celebrare due milestone storiche: i 90 anni della città universitaria inaugurata nel 1935 e i 722 anni dalla fondazione dello Studium Urbis nel 1303. Ma tra cori e discorsi, l’evento si è trasformato in un reminder sgradevole di quanto poco sia cambiato nel mondo reale.
Omaggio Provocatorio a Ilaria Sula
All’interno dell’ex Dopolavoro, l’università ha intitolato i nuovi “Spazi studio Ilaria Sula”, con i familiari della giovane presente all’inaugurazione. Una targa all’ingresso recita: “A Ilaria Sula, studentessa Sapienza. Per non dimenticare tutte le donne vittime di femminicidio”. Peccato che, in un paese dove i femminicidi continuano a fare notizia, questo gesto sembri più un contentino che una soluzione.
Le Dichiarazioni della Rettrice
La rettrice Antonella Polimeni ha definito le celebrazioni un “momento di riflessione per la comunità”, segnato dal dolore per la morte di Ilaria. “Gli organi dell’Ateneo hanno approvato l’intitolazione per tenere viva la memoria”, ha spiegato. Ma vien da chiedersi: basterà una targa a fermare i mostri là fuori, o è solo un modo per lavarsi la coscienza accademica?
Cronaca
Il killer ha ingannato i vicini col citofono per entrare, chi sono le vittime. Si indaga su una motivazione sentimentale.

A Roma, un killer ha teso un’imboscata a una coppia di cinesi nel quartiere di Centocelle, sparando sei colpi alla testa in pieno giorno – un’esecuzione stile film che fa tremare la città! #OmicidioRoma #KillerCinese #NotizieVirali
Il killer in agguato
Li stava aspettando all’interno del palazzo in via Prenestina, a Roma, per poi freddarli fuori dal portone. Secondo l’indagine della Procura di Roma e dei carabinieri, l’assassino, con il cappuccio calato, aveva citofonato ai vicini per farsi aprire e salire al piano delle vittime pochi minuti prima. Non è chiaro se sia fuggito a piedi o in moto, ma ha usato una pistola di piccolo calibro, sparando con precisione letale.
Chi erano le vittime
Le vittime erano Zhang Dayong e Gong Xiaoqing, una coppia di 50enni. I carabinieri hanno trovato i loro passaporti nell’appartamento. Gli inquirenti stanno scavando nel loro passato: la donna aveva un precedente per gioco d’azzardo. Al momento, le piste principali puntano a un movente sentimentale o a un debito di denaro, escludendo la rapina visto che i cellulari e la borsa della donna sono stati lasciati sul posto. Tutto verrà analizzato, ma le telecamere del condominio erano fuori uso – che sfortuna!
Le ipotesi degli inquirenti
Accanto ai corpi è stata trovata una bicicletta elettrica e i bossoli di una pistola calibro 9, con le vittime colpite alla nuca. I carabinieri della VII Sezione e della compagnia di Piazza Dante stanno indagando su ogni possibilità: da un regolamento di conti a una rapina finita male. Niente è escluso, e il pm Stefano Opilio ha già disposto l’autopsia per scavare più a fondo in questa storia da brividi.
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