Attualità
Fedez dopo la sparizione dai social ritorna alla carica contro una trasmissione di Rete 4

Fedez dopo la sparizione dai social, a causa di un litigio con la sua Chiara, ha fatto parlare di sé partendo della sua esibizione al bacio con Rosa Chemical a Sanremo, ritorna alla carica e questa volta, si scatena contro il giornalista Mario Giordano e contro la sua trasmissione su Rete4 “Fuori dal Coro”.
Il rapper attraverso Instagram ha pubblicato una serie di stories in cui ha prima mostrato un pezzo registrato di una conversazione telefonica avuta con una presunta giornalista di “Fuori dal coro” e poi ha lanciato un forte messaggio al conduttore e al programma colpevoli, secondo l’accusa di Fedez, di aver lavorato a un’inchiesta sul tema: Fedez è gay?
“Mi sento veramente troppo buono oggi, perché io non posso fare e dare lezioni di morale o di coerenza a nessuno però ci metto sempre la faccia, e mi sembra veramente ingiusto non taggare il profilo della giornalista, però non lo faccio perché se no piangerebbe da oggi fino a che non uscirebbe il servizio. Quindi va bene così, non vedo l’ora di vedere questa grande inchiesta su Fedez e se Fedez era gay quand’era adolescente…”. Così tuona il marito della Ferragni e conclude con un riferimento, un insulto a Giordano e alla sua voce.
Il giornalista ha in seguito risposto con un post dal profilo del programma “Caro Fedez ti sei sbagliato Fuori dal coro non ha mandato nessuna giornalista a fare domande sul tuo orientamento sessuale. Mi spiace deluderti ma questa settimana manderemo in onda come sempre inchieste sulla sanità, sulla sicurezza, sulle case occupate, e nessun servizio su di te. Per cui ti pregherei di rivolgere altrove le tue frasi insolenti”.
Attualità
Vannacci sul Leoncavallo: “Antagonisti e alternativi lo facciano non alle spese della società”

Era il 21 agosto quando il Leoncavallo è stato definitivamanente sgomberato dopo ben 133 rinvii. Una cosa mai vista per un normale cittadino, ma il caso del centro sociale più famoso d’Italia è stata soprattutto una cosa politica. protetta dalla sinistra con il consenso degli amici degli amici.
Sulla questione è intervenuto l’eurodeputato della Lega Roberto Vannacci,
“Il Leoncavallo andava sgomberato. Anzi mi stupisce che ci siano voluti 31 anni perché in uno Stato libero e democratico non può sopravvivere alcuno spazio di illegalità, alcuno spazio dove la sopraffazione e la prevaricazione dominano sullo Stato e sull’ordine costituito. Quindi non so se si possa chiamare cultura quella che è stata effettuata o creata all’interno del Leoncavallo”.
Queste le parole dell’eurodeputato della Lega, Roberto Vannacci, nel corso del programma “Filorosso”, condotto da Manuela Moreno, in diretta su Rai 3, e che si è occupato del recente sgombero del centro sociale Leoncavallo di Milano.
“Certo che era uno spazio abusivamente occupato e visto che l’articolo 42 della Costituzione tutela la proprietà privata, andava sgomberato al più presto”, ha proseguito Vannacci, “Nessuno vuole togliere spazi alle persone che li cercano, ma i famosi antagonisti o alternativi lo facciano, ma non alle spese della società. Lo facciano a spese loro, si affittino un capannone, paghino le bollette, pagano i costi e facciano gli alternativi con i propri denari”.
Attualità
Achille Lauro e la polemica: “Inclusione o pietismo con la bambina disabile al concerto?”

#AchilleLauro2026 Lo storico concerto dello stadio Olimpico accende i riflettori su un problema silenzioso: l’accesso ai disabili. La denuncia scuote il mondo dello spettacolo!
Il concerto di Achille Lauro allo stadio Olimpico di Roma nel 2026, attesissimo da migliaia di fan, è diventato anche un emblema di una questione tanto importante quanto spesso trascurata. Una bambina con disabilità, inizialmente esclusa dall’evento perché i biglietti a lei accessibili erano esauriti, ha riportato l’attenzione sulle barriere che persone con disabilità devono affrontare per accedere ai grandi eventi musicali.
Graziella Saverino, presidentessa dell’associazione Entusiasmabili, ha lanciato un accorato appello. “Le criticità legate all’accesso per disabili sono inaccettabili”, afferma. La sua denuncia non è solo un grido d’aiuto per la bambina, ma una richiesta di maggiore consapevolezza e azione da parte di tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione di eventi di massa.
Nonostante il tutto esaurito, la vicenda ha scatenato un’ondata di solidarietà e una veloce reazione da parte degli organizzatori. La situazione è stata risolta con l’aggiunta di posti dedicati, dimostrando che la sensibilizzazione e l’intervento tempestivo possono fare la differenza.
Questa storia apre domande urgenti: quanti altri sono lasciati indietro? Cosa si può fare per garantire che eventi futuri siano realmente inclusivi? Questi quesiti risuonano mentre il sipario si chiude, lasciando spazio alla riflessione su un cambiamento necessario e inesorabile.
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