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Attualità

Simona muore dopo 5 settimane d’agonia a causa di un incidente tra il suo scooter e un furgone

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Simona muore dopo 5 settimane d’agonia a causa di un incidente tra il suo scooter e un furgone

**La Morte di Simona Piergiovanni: Un Tragico Epilogo**

**Simona Piergiovanni**

Simona Piergiovanni è morta all’ospedale San Camillo dopo cinque settimane di agonia, rimasta gravemente ferita in un incidente tra il suo scooter e un furgone. Ad annunciare la sua scomparsa è stato il marito.

**L’Incidente e le Sue Conseguenze**

Simona Piergiovanni, cinquantenne, non è riuscita a sopravvivere alle gravi ferite riportate in un incidente stradale avvenuto il 7 giugno scorso. Lo scontro tra il suo scooter e un furgone è avvenuto all’incrocio tra via Alberese e vicolo Papa di Leone, nel Municipio XI di Roma. Simona è stata immediatamente trasportata in codice rosso all’ospedale San Camillo, dove ha lottato tra la vita e la morte per cinque settimane. Purtroppo, i traumi e le ferite erano troppo gravi, e nonostante i tentativi dei medici, è deceduta il 14 luglio. La notizia della sua morte ha sconvolto amici e conoscenti, che si sono stretti intorno alla famiglia in attesa dei funerali. Numerosi sono stati i messaggi di affetto e stima per Simona, ricordata con grande affetto da tutti coloro che la conoscevano.

**L’Annuncio del Marito**

Il marito di Simona, Giorgio David Sodani, ha usato i social network per annunciare la tragica scomparsa: “Questo è il mezzo che conosco per raggiungere contemporaneamente più persone” – ha scritto – “scusatemi in anticipo. Purtroppo devo dare il triste annuncio che la mia Simona ha smesso di combattere la sera del 14 luglio 2024, dopo una mattinata che sembrava in ripresa e dopo cinque settimane di agonia per quel maledetto incidente stradale in motorino del 7 giugno. Mi lascia solo con nostro figlio Alessio…sarà dura! Non mi contattate, lasciatemi solo nel mio dolore…e soprattutto in quello di Alessio.”

**L’Incidente**

Dalle ricostruzioni, sembra che Simona Piergiovanni fosse alla guida del suo scooter nei pressi di via Isacco Newton quando si è scontrata con un furgone Iveco per cause ancora in corso di accertamento. L’impatto è stato violento, sbalzandola dalla sella e facendola cadere rovinosamente sull’asfalto. Immediatamente soccorsa e trasportata in ospedale, Simona ha combattuto per la sua vita, ma le sue condizioni erano troppo gravi. Il tragico epilogo si è consumato dopo settimane di speranza e disperazione, lasciando un grande vuoto nella vita di chi l’ha conosciuta e amata.

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.

L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.

Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.

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Attualità

Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.

L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.

Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?

A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.

I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.

Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.

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