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La scuola al tempo del Covid 19: questo il progetto della Fondazione Wanda Vecchi onlus

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La scuola al tempo del Covid 19: questo il progetto della Fondazione Wanda Vecchi onlus

La scuola al tempo del Covid 19 è un’iniziativa nelle scuole di Latina e provincia della Fondazione Wanda Vecchi onlus

Continuano le iniziative nelle scuole di Latina e Provincia, della Fondazione Wanda Vecchi onlus volte a sensibilizzare la popolazione e a contrastare i fenomeni del bullismo e del Cyberbullismo, piaghe sociali che non attenuano e non si fermano nonostante la crisi sanitaria emergenziale che il mondo sta vivendo. Il Cyberbulismo, pare che sia notevolmente cresciuto durante il lockdown a detta delle Forze dell’Ordine e dei professori stessi, poiché gli adolescenti costretti in casa, hanno dato libero sfogo al mondo virtuale, innescando molti meccanismi negativi causati dall’abuso e da un mal utilizzo del cellulare, del pc e del tablet. La coordinatrice del progetto è la dottoressa Alessia Micoli, Psicologa, Criminologa, Dottore di Ricerca in Medicina Legale e Scienze Forensi nonché perito dell’autorità giudiziaria.

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Ora è il turno dell’Istituto Comprensivo G. Manfredini di Pontinia, che vede coinvolti gli studenti sia la mattina che il pomeriggio. I professionisti esperti, tramite un iter mirato, spiegheranno con interventi da remoto, il corretto utilizzo dell’online, i pericoli e le conseguenze dei social e della sfera virtuale che nuoce migliaia di vittime al giorno. Si parlerà di come rompere il silenzio, non sentendosi soli, rispettando il prossimo. Seguiranno gli incontri con i docenti e con le famiglie, ai quali verrà spiegato il linguaggio virtuale dei nativi digitali. Gli psicologi interessati dalla Fondazione Wanda Vecchi sono gli psicologi del Servizio “Psinsieme”, che opera da più di un anno sul territorio pontino per aiutare a fronteggiare, soprattutto, i problemi conseguenziali alla pandemia in atto: dr. Fabio Battisti, dottoressa Alessia Micoli e dottoressa Cristina Pansera.

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.

Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.

Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.

Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.

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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.

Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.

“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.

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