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Capelli, scatta l’allarme per alcuni prodotti per la cura: “Rischi per la salute”

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Capelli, scatta l’allarme per alcuni prodotti per la cura: “Rischi per la salute”

L’uso dei prodotti per la cura e lo styling dei capelli può comportare rischi per la salute. Scopriamo cosa ha rivelato una recente ricerca americana e quali sono le potenziali conseguenze per coloro che frequentemente utilizzano strumenti di styling caldi come piastre e arricciacapelli.

Secondo gli ultimi studi condotti da ricercatori americani, l’utilizzo dei prodotti per la cura e lo styling dei capelli, soprattutto se associati a trattamenti a caldo come piastre e arricciacapelli, potrebbero rilasciare nell’ambiente composti chimici dannosi per la salute umana.

In particolare, secondo quanto riporta Fanpage, uno studio ha evidenziato che l’esposizione a queste sostanze potrebbe comportare rischi significativi per la salute.

Gli scienziati hanno analizzato i composti volatili rilasciati dai prodotti per la cura dei capelli, rilevando la presenza di metilsilossani volatili ciclici (cVMS), tra cui il decametilciclopentasilossano (D5), sospettati di potenziale tossicità per l’organismo umano. Questi composti, noti come interferenti endocrini e capaci di bioaccumulo, possono essere rilasciati nell’aria durante l’uso di phon, arricciacapelli e piastre, e successivamente inalati dagli utenti.

Nel corso di una singola sessione di routine per la cura e lo styling dei capelli, è possibile inalare fino a circa 20 milligrammi di questi composti volatili, il che solleva preoccupazioni significative per la salute a lungo termine. I livelli di questi composti aumentano notevolmente quando i prodotti vengono sottoposti a trattamenti termici, come l’uso di piastre e arricciacapelli, potenziando così l’emissione di sostanze dannose nell’ambiente circostante.

Infatti, la ricerca ha dimostrato che durante l’utilizzo di strumenti di styling a caldo, le concentrazioni di cVMS aumentavano dal 50 al 310 percento, confermando il legame tra l’uso di questi dispositivi e l’emissione di composti chimici dannosi per la salute. I risultati hanno portato gli autori dello studio a consigliare di limitare l’uso di questi prodotti per la cura e lo styling dei capelli, e adottare accorgimenti per proteggere la propria salute.

La ricerca, condotta in una struttura appositamente progettata per simulare un ambiente domestico, ha coinvolto una cinquantina di partecipanti di diverse fasce d’età, che sono stati invitati a portare i propri prodotti e strumenti per la cura dei capelli. L’analisi delle concentrazioni di composti volatili è stata effettuata tramite un sofisticato spettrometro di massa con reazione a trasferimento di protoni (PTR-TOF-MS), rivelando l’aumento significativo di cVMS durante l’utilizzo di strumenti di styling caldi.

A seguito di tali conclusioni, è consigliabile valutare attentamente l’uso di prodotti per la cura e lo styling dei capelli, specialmente quando associati all’uso di strumenti termici. Proteggere la propria salute dovrebbe essere una priorità, e limitare l’esposizione a composti chimici dannosi può contribuire a preservare il benessere a lungo termine.I pericoli nascosti nei prodotti per la cura dei capelli

Recenti studi hanno rivelato che l’uso di prodotti per la cura dei capelli può esporre le persone a sostanze nocive. La sostanza in questione è il D5, un composto di organosilicio che può essere inalato durante l’asciugatura e la messa in piega dei capelli. Si stima che una persona all’interno di una casa sia esposta a 20 milligrammi di D5 ogni giorno, con possibili implicazioni sulla salute a lungo termine.

Secondo gli esperti, il D5 è ampiamente presente in molti prodotti per la cura personale, dovuto alle sue proprietà come bassa tensione superficiale, inerzia, elevata stabilità termica e consistenza morbida. Tuttavia, è stato dimostrato che questo composto può provocare effetti avversi sul tratto respiratorio, sul fegato e sul sistema nervoso degli animali da laboratorio.

La professoressa Jung, esperta nel campo, ha sottolineato che l’Unione Europea ha già limitato l’uso del silossano D5 nei prodotti cosmetici risciacquabili a causa dei suoi potenziali effetti nocivi. Inoltre, ha evidenziato che molte fragranze utilizzate in questi prodotti possono contenere sostanze chimiche pericolose se inalate.

I ricercatori hanno anche scoperto che l’uso di sistemi di ventilazione interna può ridurre dell’80-90% l’esposizione al D5 e ad altre sostanze chimiche volatili durante il processo di acconciatura. Tuttavia, questi sistemi hanno il potenziale di riversare queste sostanze nell’ambiente esterno, con possibili effetti sulla salute umana e sull’ambiente.

Studiando il problema, gli scienziati hanno calcolato che negli Stati Uniti potrebbero essere emesse dalle 4 alle 6 tonnellate di D5 nell’ambiente esterno ogni anno a causa dell’uso di prodotti per la cura dei capelli. Questo solleva preoccupazioni riguardanti gli effetti sulla salute pubblica e sull’ambiente.

Secondo gli autori dello studio, la soluzione migliore per proteggere la salute potrebbe essere evitare del tutto l’uso di questi prodotti. Anche la professoressa Jung, dopo aver analizzato i dati, ha deciso di eliminare questi prodotti dalla sua routine di cura personale.

In conclusione, i risultati di questa ricerca mettono in luce la necessità di misure preventive per limitare l’esposizione a sostanze nocive derivanti dall’uso di prodotti per la cura dei capelli. Ulteriori studi sono necessari per valutare appieno gli effetti sulla salute della popolazione e sull’ambiente, al fine di proteggere il benessere di tutti. Fonte

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Miami, Il Report degli agenti non riporta dettagli sugli eventi accaduti

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Il racconto di un arresto violento

Vlasta Studenicova, madre di Matteo Falcinelli, ha rivelato alcuni dettagli riguardanti l’arresto violento del figlio a Miami, avvenuto a febbraio. Durante un’intervista con Monica Maggioni nel programma In Mezz’ora su Rai3, la donna ha raccontato che il figlio era andato a ritirare i suoi due telefoni lasciati in un bar. Tuttavia, anziché ricevere assistenza da parte degli agenti, Matteo era stato invitato ad andare via.

Un alterco degenerato in aggressione

Studenicova ha poi raccontato di come l’alterco sia degenerato in un’aggressione e un successivo arresto. Il giovane ha infatti chiesto agli agenti perché non stessero eseguendo il proprio lavoro al servizio dei cittadini. In risposta, uno degli agenti è sembrato provocato dal tocco del suo badge da parte di Matteo, dando il via all’aggressione.

Contraddizioni tra il report della polizia e le riprese

La madre del giovane arrestato ha poi posto l’accento sulle contraddizioni presenti nel report rilasciato dalla polizia. Studenicova ha riferito che nel documento, scritto sotto giuramento dagli agenti, non vi è una singola parola che corrisponda a quanto si può constatare dalle riprese dell’accaduto. Secondo lei, il contenuto del report sarebbe notevolmente diverso rispetto a quanto effettivamente accaduto. Fonte

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Tor Pignattara. Nessuno aiuta la ragazza vittima di violenza, Se è vero, sapete il perché?

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Tor Pignattara

Aggressione a Roma: Fermato un Sospetto

Cronaca Roma – Una donna di 36 anni, stava camminando per raggiungere le sue amiche al Pigneto per un aperitivo quando ha subito un’aggressione sessuale in mezzo alla strada. La vittima ha resistito e l’assalitore ha risposto colpendola al volto con una catena. Un sospetto è stato arrestato poche ore dopo che la vittima ha sporto denuncia.

Dettagli dell’Aggressione

L’aggressione è avvenuta la sera di venerdì 3 maggio su via Casilina all’incrocio con via di Acqua Bullicante nel quartiere di Torpignattara. La vittima si stava muovendo a piedi verso il Pigneto, dove aveva in programma di incontrare amici, quando è stata attaccata da un uomo che ha iniziato ad infastidirla toccandola nelle parti intime. L’aggressore ha reagito alla sua resistenza colpendola con una catena. La vittima è riuscita a scappare e dopo aver ricevuto cure al pronto soccorso dell’Ospedale Vannini, ha sporto denuncia al Commissariato di polizia di Porta Maggiore. Grazie alla descrizione dettagliata fornita dalla vittima, il suo aggressore è stato identificato e arrestato in poche ore.

Il Racconto della Vittima

Sono stata toccata e picchiata mentre stavo andando a fare un aperitivo al Pigneto. Quel mostro mi ha colpito con una catena in faccia perché ho reagito al tormento. Temevo di morire. La strada era piena di gente eppure nessuno mi ha aiutato” ha denunciato la vittima al quotidiano La Repubblica. Anche se ancora sotto shock, la donna ha deciso di raccontare la sua esperienza: “Ho resistito al suo attacco sessuale, lui ha estratto una catena di ferro, quelle usate per le biciclette, e mi ha colpito in faccia. Era accecato dalla rabbia, e per la prima volta ho pensato che avrei potuto morire”.

La vittima è rimasta ferita non solo dalla violenza sessuale e fisica, ma anche dall’indifferenza degli altri: “Gridavo chiedendo aiuto, avevo bisogno che qualcuno lo fermasse mentre mi inseguiva con la catena di ferro. Sono arrivata al punto di buttarmi in mezzo alla strada per cercare aiuto, ma nessuno ha reagito. Alla fine ho seguito il mio istinto e sono riuscita a scappare salendo a bordo di un’auto grazie all’aiuto di un ragazzo”.

Se fosse vero quanto affermato dalla donna, la risposta è che la gente ha paura e soprattutto nei casi in cui ci sono stati episodi di giustizia fai da te, a rimetterci è chi interviene per aiutare e non il malfattore. Ergo ognuno si fa i fatti propri.Fonte

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Morte di ristoratrice a Lodi: Procura esclude istigazione al suicidio

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Richiesta di Archiviazione dell’Indagine su Giovanna Pedretti

La triste storia di Giovanna Pedretti, che per alcuni giorni ha scosso l’opinione pubblica, potrebbe adesso volgere al termine. La Procura della Repubblica di Lodi ha avanzato la richiesta di archiviazione dell’indagine per istigazione o aiuto al suicidio relativi al caso della ristoratrice di Sant’Angelo Lodigiano. Pedretti fu trovata senza vita nelle acque del Lambro il 14 gennaio scorso, dopo una serie di polemiche nate a seguito della risposta a una recensione online, ritenuta falsa, di un cliente contro gay e disabili. Le indagini hanno escluso che la donna sia stata aiutata a suicidarsi e hanno rivelato la non autenticità del commento del presunto cliente. Ora, il caso è nelle mani del giudice delle indagini preliminari che deciderà se procedere con eventuali opposizioni o con l’archiviazione definitiva.

La Deflagrazione del Caso Pedretti Online

Giovanna Pedretti, molto conosciuta e apprezzata nella sua comunità, oltre che per la sua attività imprenditoriale, su Facebook aveva condiviso una recensione in cui un cliente lamentava di essere seduto vicino a persone gay e a disabili. Questo feedback è stato quasi immediatamente giudicato falsificato e la ristoratrice si è ritrovata sommersa da un’ondata di critiche e di commenti negativi. Persino la giornalista Selvaggia Lucarelli e il suo compagno sono stati indicati come possibili responsabili dell’accaduto, in quanto avrebbero alimentato le polemiche riguardanti la recensione falsa, la quale, secondo loro, era stata creata unicamente per fare pubblicità al ristorante.

Gli Ultimi Giorni della Ristoratrice e la Reazione della Comunità

Il giorno precedente al ritrovamento del suo corpo sul greto del fiume Lambro, la Pedretti fu chiamata in caserma per essere interrogata circa la vicenda. Durante le sue esequie, in segno di protesta contro la stampa e le televisioni, fu esposto uno striscione. L’attenzione mediatica a cui fu sottoposta l’intera comunità del piccolo paese ebbe effetti molto significativi, ma adesso sembra si sia giunti all’epilogo, probabilmente definitivo, del caso. Questo porterà presumibilmente all’archiviazione in relazione alle possibili responsabilità di coloro che hanno contribuito all’enorme clamore mediatico che ha avuto ripercussioni devastanti sulla ristoratrice, fino a spingerla a togliersi la vita.

L’Ultimo Saluto a Giovanna Pedretti

Lo striscione esposto all’entrata della basilica di Sant’Angelo Lodigiano per l’ultimo saluto a ristoratrice Giovanna Pedretti.

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Uomo rapisce proprio figlio da ospedale. Il tribunale gliel’ha rimosso

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Uomo rapisce proprio figlio da ospedale

Dopo aver minacciato un’operatrice sanitaria in servizio, un uomo di 51 anni è riuscito a riuscito a fuggire con il proprio bambino dal reparto di neonatologia dell’ospedale di Frosinone. Questo nonostante un provvedimento del tribunale per minorenni di Roma avesse cessato la sua potestà genitoriale.

Situazione tensa all’ospedale

Il suo bambino, che dormiva nella culla del reparto di neonatologia, è stato rapito e portato fuori dall’ospedale, nonostante i tentativi delle infermiere di turno di impedire l’uomo.

Dopo aver minacciato un’operatrice sanitaria in servizio, l’uomo è riuscito a fuggire con il piccolo a bordo di una minicar. Questo nonostante un provvedimento emesso dal tribunale per minorenni di Roma avesse dichiarato la cessazione della sua potestà genitoriale.

Ritrovamento dell’uomo e del bambino

I fatti risalgono allo scorso 30 aprile. Rintracciato nella zona est di Frosinone, l’uomo ha tentato di scappare nonostante l’alt delle forze dell’ordine. Entrato all’interno della sua abitazione, ha aizzato un pitbull contro i poliziotti. Dopo un’azione complessa, le forze dell’ordine sono riuscite a rendere inoffensivo il cane e a immobilizzare il 51enne. Processato per direttissima, per l’uomo sono scattati gli arresti domiciliari.

Affido del neonato

Secondo una nota della Asl di Frosinone, il piccolo era ricoverato presso il reparto di patologia neonatale e poi di neonatologia dal giorno della nascita, il 25 marzo 2024. Il provvedimento emesso dal tribunale dei Minori di Roma prevedeva la sospensione della potestà genitoriale, disposto il collocamento del minore presso una idonea struttura di accoglienza.

Solamente il 30 aprile il padre del piccolo, fingendo di aver dimenticato qualcosa da suo figlio dopo la visita giornaliera, è rientrato in reparto e ha rapito il figlio. Fortunatamente la vicenda si è risolta in breve tempo e dopo circa mezz’ora il piccolo è stato riaccompagnato in ospedale.

Il commento della direzione

Alessia Savo, presidente della commissione Sanità della Regione Lazio, ha chiesto una relazione alla direzione strategica della Asl per far piena luce sull’accaduto. Hanno espresso apprensione per la situazione, sottolineando gli esiti peggiori che avrebbe potuto avere la vicenda.Fonte

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Sciopero a Roma, Gli Orari e le Fasce di Garanzia: Informazioni e Dettagli Importanti

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sciopero a Roma

Proclamato lo sciopero a Roma

I sindacati hanno proclamato uno sciopero a Roma di 24 ore per lunedì 6 maggio. A rischio bus e metro dalle 8.30 del mattino, con fascia di garanzia prevista dalle 17 alle 20 e anche i treni scioperano a Roma.

Dettagli dello sciopero del trasporto pubblico

Lunedì 6 maggio è sciopero del trasporto pubblico a Roma. A proclamarlo nella capitale, rilanciando la mobilitazione nazionale, sono i sindacati Cobas Lavoro Privato, AdL, SGB, Cub Trasporti e Usb. Secondo quanto riportato sul sito ufficiale di Roma Mobilità, lo scioperò sarà dalle 8.30 alle 17, e dalle 20 fino a fine servizio.

Disagi attesi per la viabilità cittadina

Si tratta del secondo sciopero in dieci giorni dopo quello di quattro ore del 26 aprile: stavolta però la durata sarà di 24 ore, con conseguenti disagi per la viabilità cittadina. La mobilitazione, almeno per il momento, non riguarda le linee regionali di Trenitalia e Cotral.

Gli orari dello sciopero dei mezzi a Roma l’11 aprile 2024 sono i seguenti: sciopero non durerà 4 ore, bensì 24. La circolazione è a rischio dalle 8.30 del mattino fino alle 17 e dalle 20 a fine servizio. Si prevede che ad aderire alla protesta saranno circa un terzo dei lavoratori, con il conseguente rischio di disagi per la popolazione. Mezzi pubblici non garantiti quindi, con possibilità di chiusura delle linee della metropolitana nel caso non ci fossero treni disponibili per l’adesione allo sciopero.

Fasce di garanzia di bus, metro e tram Atac

Nonostante lo sciopero di 24 ore, ci sono le usuali fasce di garanzia, durante le quali i mezzi circoleranno normalmente e le persone potranno usufruire del trasporto pubblico senza limitazioni. Il servizio è garantito dal suo inizio, dalle 5.30 del mattino, fino alle 8.30. Riprenderà poi dalle 17 alle 20, quando l’afflusso di persone su bus e metropolitane è maggiore.

Motivazioni dello sciopero

Lo sciopero a Roma di 24 ore il 6 maggio è stato indetto con l’obiettivo di ridurre l’orario di lavoro da 39 a 35 ore settimanali, ottenere un aumento salariale di 300 euro, ridurre il periodo di guida e del nastro lavorativo per gli autisti, adeguare le tutele sulla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, difendere gli utenti del servizio e bloccare le privatizzazioni e le relative gare di appalto per il trasporto pubblico locale”.Fonte

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Cgil prevede aumento del lavoro precario a Roma e nel Lazio nel 2024

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Precarietà del lavoro nel Lazio: una panoramica

Nel Lazio, la precarietà del lavoro è in costante aumento. In base all’analisi dei dati del 2023 provenienti dall’Osservatorio sul precariato dell’Inps, solo il 14,7% dei nuovi contratti era a tempo indeterminato, in calo del 7% rispetto al 2014. Questi dati sono stati resi noti in un report pubblicato da Cgil Roma e Lazio.

La cifra preoccupante dei contratti stabili

L’analisi del sindacato rivela una tendenza preoccupante: i contratti a tempo indeterminato non solo stanno diminuendo rispetto al numero totale di contratti attivati, ma sono anche inferiori al numero di contratti a tempo indeterminato che vengono interrotti. Tra il 2016 e il 2023, più di 317 mila contratti a tempo indeterminato sono cessati senza essere rimpiazzati da nuove assunzioni a tempo indeterminato.

Forte incremento dei contratti part-time

Esaminando i nuovi contratti, la Cgil rileva che circa un terzo, il 32,7%, è part-time. Questa forma di contratto colpisce soprattutto le donne, con il 44,2% delle assunte nel 2023 che hanno stipulato un contratto part-time. La percentuale scende al 24,7% per gli uomini. In particolare, il 51,9% dei contratti a tempo indeterminato stipulati con le donne prevedevano un regime part-time.

Le cause principali della cessazione dei contratti

Nel 2023, il 65% dei contratti interrotti, equivalenti a 911.137, terminavano naturalmente alla scadenza del termine contrattuale. Solo nel 22% dei casi, la causa era invece una decisione volontaria di dimissioni. Fonte

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Latina, Cliente litiga per conto alto e accoltella ristoratore all’addome

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Omicidio Evitato nel Ristorante ‘Capitan Vasco’

Il 1° maggio, una violenta aggressione ha avuto luogo nel ristorante ‘Capitan Vasco’ a Latina Lido. Un uomo è stato arrestato, accusato di tentato omicidio.

Dettagli dell’Aggressione

Il gestore del ristorante ‘Capitan Vasco’ è stato accoltellato all’addome con una lama seghettata, probabilmente una delle posate del locale. L’assalitore, un cliente del ristorante, sembrava insoddisfatto del totale del conto. Dopo aver accoltellato il proprietario del ristorante, l’uomo è fuggito a bordo di una Fiat 500.

Gli agenti della Squadra Mobile hanno arrestato l’assalitore a casa sua nel centro di Latina poche ore dopo l’aggressione. L’uomo è stato accusato di tentato omicidio grazie alle registrazioni delle telecamere di sicurezza del ristorante e alle testimonianze dei clienti. Uno dei clienti ha addirittura rilevato la targa della vettura dell’assailante.

Maggiori Dettagli sull’Aggressione

L’assalitore era parte di un gruppo di amici e parenti e sembra aver discusso con il proprietario del ristorante a causa del conto, che riteneva troppo elevato. Nel corso del litigio, è avvenuta l’accoltellamento. La vittima è stata immediatamente portata all’ospedale per un intervento chirurgico d’urgenza. Fortunatamente, l’uomo non è in pericolo di vita.

Aneddoti dal Sindaco di Latina

La sindaca di Latina, Matilda Celentano, ha commentato duramente l’incidente. Ha dichiarato di aver contattato il figlio della vittima per esprimere la sua solidarietà. Celentano ha previsto di visitare personalmente la vittima in ospedale, enfatizzando l’importanza del sostegno istituzionale. Al momento, i responsabili dell’incidente sono stati identificati e la vittima si sta riprendendo dall’operazione.

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Col fucile sul manifesto elettorale : Nuova polemica su Fiocchi (FdI) per le elezioni europee

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Polemica sul Manifesto Elettorale di Pietro Fiocchi

Apparire su un manifesto elettorale con un fucile in mano è insolito, ma puntare l’arma nella direzione del pubblico osservante è un passo ulteriore. L’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Pietro Fiocchi, lo ha fatto, probabilmente con l’intenzione di rivolgersi ai cacciatore, elettori potenziali che lo hanno eletto una seconda volta consecutiva.

Fiocchi proviene da una famiglia nota nel settore della produzione di cartucce di piccolo calibro e il suo gesto può essere interpretato come un tentativo di normalizzazione dell’uso delle armi. Infatti, è apparso su manifesti elettorali in provincia di Varese brandendo un fucile, preparato per sparare.

Non è la prima volta che armi da fuoco vengono utilizzate come simboli nelle campagne elettorali. Il consigliere-cacciatore Carlo Bravo e l’attuale assessora lombarda al Turismo, Barbara Mazzali, sono noti per le loro fotografie con armi da fuoco. Lo stesso vale per Matteo Salvini, che è stato fotografato più volte con un fucile a Verona.

Il Messaggio Politico di Fiocchi

Ciò nonostante, Fiocchi ha cercato fin dall’inizio di rendere chiara la sua comunicazione politica. Prima di Natale, ha riempito le strade di Lecco con manifesti che lo ritraevano seduto su una poltrona con bossoli colorati sullo sfondo di un albero di Natale.

Tuttavia, questa immagine contrasta con gli eventi successivi. A febbraio, l’Unione Europea ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia per l’uso di piombo nelle munizioni dei cacciatori in certe aree protette. Il divieto imposto da Bruxelles nel 2023 è stato osteggiato sia da Fiocchi che dal governo italiano. Nonostante ciò, Fiocchi, ex presidente e membro del consiglio d’amministrazione di Fiocchi of America Inc., ha continuato a incoraggiare gli appassionati di caccia a non rispettare il divieto.

Reazioni alla Campagna Elettorale di Fiocchi

Per Angelo Bonelli, il co-portavoce nazionale di Europa Verde, il manifesto elettorale di Fiocchi rappresenta ciò che si nasconde dietro il First party Giorgia Meloni e il suo partito. “Il silenzio di Meloni su questa vergogna è assordante e inaccettabile”, ha dichiarato Bonelli. Secondo lui, l’uso di tale immagine nelle comunicazioni politiche dovrebbe essere vietato e la lotta per l’eliminazione di tutte le forme di caccia sportiva e leggi più robuste per la protezione della natura dovrebbe essere intensificata.

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Cronaca

Roma, ‘Ambasciata del Genocidio’ indicata da una freccia

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Inizio della giornata con messaggi controversi

“L’Ambasciata del Genocidio” recitano i falsi segnali turistici che, disposti da stamane, indicano il percorso verso l’edificio diplomatico di Israele. I cartelli, decorati con immagini di edifici bombardati, mostrano un cielo di un blu chiaro.

Il segnale che porta all’Ambasciata del Genocidio

In questa mattinata di giovedì, 2 maggio 2024, alcuni segnali turistici si presentano con una nuova scritta: ‘Ambasciata del genocidio’. Sono stati piazzati non molto lontano dall’ambasciata di Israele a Roma, situata nel settore settentrionale della città, vicino a Villa Borghese.

Segnali turistici atipici e provocatori

Sul muro di una struttura urbana spicca un insolito cartello turistico, realizzato con i colori della bandiera di Israele.

Questi cartelli, realizzati in modo tale da assomigliare ai consueti segnali turistici sparsi in tutta la capitale, indicano alle persone la direzione per raggiungere l’ambasciata di Israele, localizzata presso via Michele Mercati. Ma a differenza dei normali segnali, che sono marroni con scritte e disegni bianchi, questa volta i colori sono quelli della bandiera nazionale di Israele.

Una differenza notevole nei dettagli

In questo segnale, lo sfondo è bianco, la freccia indicante la direzione è nera, con il nome della destinazione anch’esso in nero. Una linea nella parte inferiore del cartello e il simbolo che indica il luogo turistico sono di colore azzurro. Però in questo caso, piuttosto che presentare disegni di castelli, una forchetta e un coltello per indicare una osteria o tende e animali per indicare un campeggio o uno zoo, qui compare una nuova icona.

Un simbolo inquietante

L’immagine, rappresentata dentro un riquadro azzurro, è stilizzata e consiste in alcune linee. Queste linee sembrano rappresentare nella parte inferiore degli edifici e, nella parte superiore, delle bombe che cadono.

Falsi cartelli disseminati in città

In giro si notano numerosi segnali di questo tipo attaccati ai muri o, come si può vedere nelle foto qui sopra, sui cassonetti della spazzatura. Alcuni si mescolano ai manifesti, ad esempio aderendo a quelli pubblicitari color fucsia o di quartiere, come in una delle foto presentate. Tutti si trovano nel quartiere Parioli, poco distante da Villa Borghese, il grande polmone verde della zona.
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Carico urbanistico nuovo strumento contro le case occupate abusivamente: Cassazione permette sequestri preventivi

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Evacuazione di un immobile di Napoli in caso di sovraccarico demografico

Si può procedere con lo sgombero di un immobile se gli inquilini che lo occupano in maniera abusiva causano un’overload nei servizi pubblici del quartiere. Questa decisione arriva dalla Cassazione, che ha accolto un ricorso presentato dalla procura di Torre Annunziata. Due anni fa, infatti, era stato sequestrato un edificio a Sant’Agnello, Napoli, che era stato costruito tramite housing sociale. In base a quanto riferito dal Messaggero, era stato ordinato a 38 famiglie di liberare l’edificio, ma il decreto di sgombero era stato bloccato dal gip.

Il progetto del Cnel ‘Recidiva Zero’

Il ricorso aveva come obiettivo una soluzione al problema delle case occupate, precisando che lo sgombero può avvenire se gli inquilini abusivi “sovraccaricano demograficamente” il quartiere senza servizi adeguati. Questo concetto viene espresso utilizzando il termine “carico urbanistico”, citato nella sentenza della Suprema Corte.

Il carico urbanistico: un nuovo strumento contro le occupazioni?

L’istituto del “carico urbanistico” prevede che gli “elementi secondari” di un insediamento umano (uffici pubblici, strade, servizio idrico, fognature e condutture del gas) devono essere proporzionati al numero degli abitanti del quartiere. Nonostante non esista una definizione legislativa di “carico urbanistico”, la Cassazione ha ritenuto necessario prendere in considerazione questo concetto, che compare nel diritto urbanistico.

La decisione della Cassazione e le conseguenze sulle occupazioni illegali

In caso di un aumento del carico urbanistico, bisogna procedere con il sequestro preventivo dell’immobile. Nel caso preso in esame, si trattava di una situazione piuttosto significativa, in quanto 38 nuclei familiari avevano occupato l’immobile nel quartiere.

La terza sezione penale della Cassazione, quindi, ha annullato l’ordinanza del tribunale che aveva sospeso lo sgombero. Il procuratore generale aggiunto Ettore Pedicini ha affermato che con questa decisione si premiava coloro che avevano illecitamente occupato l’immobile. Il Messaggero evidenzia infine che le famiglie che avevano occupato l’immobile non rispettavano i requisiti necessari per l’iscrizione al bando per l’assegnazione delle abitazioni del medesimo immobile a Sant’Agnello.

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