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ROMA Sit in per il sindaco di Riace Mimmo Lucano: presenti in migliaia

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ROMA Sit in per il sindaco di Riace Mimmo Lucano: presenti in migliaia

ROMA Sit in per il sindaco di Riace Mimmo Lucano: presenti in migliaia.

ROMA Sit in per il sindaco di Riace Mimmo Lucano. In migliaia, al grido di “Io sto con Mimmo“, si sono radunati questa mattina a piazza dell’Esquilino per manifestare solidarietà al primo cittadino della località calabrese. Di cui ha suscitato molto clamore l’arresto, eseguito questa mattina con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La manifestazione è stata indetta in fretta e furia dalle associazioni Baobab e Arci.

Tra i presenti, tanti militanti di Liberi e Uguali (muniti di bandiere rosse), dell’Unione degli studenti e della Cgil. Hanno aderito anche gli attivisti di ‘Lasciateci Entrare’. “Roma non ci sta. – le parole di uno dei coordinatori del sit in – È in corso la costruzione di una rete per condurre una battaglia contro le disuguaglianze“. Gli fa eco una portavoce del Baobab: “Dobbiamo fermare questo ministro sceriffo che non fa altro che campagna elettorale permanente cavalcando le bugie. Salvini vuole cancellare la libertà“. “Questo arresto – aggiunge una manifestante – arriva ora perche’ Mimmo fa paura e il suo esempio si stava allargando ad altri Comuni italiani“.

In piazza anche Diego ‘Zoro‘ Bianchi, conduttore della trasmissione Propaganda live. “Lucano – ha voluto dire – ai tempi della polemica con il ministro degli Interni è diventato il nemico per Salvini perche’ proponeva un modello di accoglienza diverso. È diventato un suo avversario politico e non e’ un caso che oggi alcuni ministri esultino in modo davvero fuori luogo“.

Insieme a Bianchi, anche alcuni rappresentanti del Pd romano come Marco Palumbo, Ilaria Piccolo e Marco Miccoli. Dalla piazza si e’ levato il coro ‘Mimmo, Mimmo‘. Tanti anche i cartelli esposti, da “La solidarieta’ non e’ un reato” a “Io sto con Mimmo Lucano“.

In serata era invece giunta la presa di posizione del vice sindaco di Roma Luca Bergamo. Che, tramite il suo profilo Facebook, ha voluto inviare una ‘lettera’ al ministro dell’Interno Matteo Salvini. Che in giornata aveva ironizzato sull’accaduto, ‘condannando’ il sindaco.
Questo il testo della lettera:

Al Sig. Ministro dell’Interno
Il principio per cui si è innocenti fino a prova contraria si applica a chiunque, anche quando l’autorità giudiziaria avvia procedimenti a carico di rappresentanti istituzionali: come a lei, per esempio, o al Sindaco di Riace, Domenico Lucano.

Rispettare il lavoro degli inquirenti e dei giudici, cui siamo tutti chiamati anche quando dissentiamo dal loro operato, implica rispettare il principio della presunzione di innocenza fintanto che i fatti non siano appurati in giudizio.

L’abito di Ministro della Repubblica pretende il rispetto di questo ed altri principi che lei non dovrebbe dimenticare. Le sue parole di scherno nei confronti dei sostenitori del Sindaco di Riace e dunque di plauso del provvedimento adottato oggi dalla Procura di Locri, AL DI LA’ E A PRESCINDERE DA QUALSIASI ACCERTAMENTO DEI FATTI E DELLA VERSIONE DELLA DIFESA, non sono adeguate alla funzione che riveste. Come non lo sono quelle di segno diametralmente opposto pronunciate contro i procedimenti avviati a suo carico.

Gli inquirenti stessi escludono ragioni di profitto per le scelte di Domenico Lucano. Non può sfuggirle dunque, che accomunare pubblicamente la vicenda del Sindaco Lucano con quella di chi specula sulla immigrazione significa diffondere un addebito – infondato fino a prova contraria – ma immediatamente infamante, sulla pelle di una persona perché assurta a simbolo di una visione diversa dalla sua.

Sono convinto che Domenico Lucano saprà dimostrare la correttezza del suo operato nonché di avere agito nel fermo rispetto dei fondamentali principi di solidarietà e tutela dei diritti inviolabili dell’uomo previsti della Costituzione Italiana.

Auguro a Lei di poter dimostrare lo stesso del suo operato.

LEGGI ANCHE L’ANNUNCIO DELLA RAGGI PER MARCONI

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.

Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.

Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.

Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.

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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.

Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.

“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.

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