29 Marzo 2024

ROMA E DINTORNI

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SCUOLA Aumentano gli alunni con sostegno

SCUOLA Aumentano gli alunni con sostegno. Questo secondo quanto riportano i dati dell’Istat sull’inclusione scolastica.

SCUOLA Aumentano gli alunni con sostegno. Questo il dato che emerge secondo i dati Istat. Gli alunni con sostegno che frequentano le scuole primarie e secondarie di primo grado sono poco più di 165.000, il 3,7% degli alunni iscritti (dato Miur). Sono in continua crescita con un incremento, negli ultimi 10 anni, di oltre il 27%. Il report dell’Istat “L’inclusione scolastica: accessibilità, qualità dell’offerta e caratteristiche degli alunni con sostegno” riguarda l’anno scolastico 2017/2018 e coinvolge 56.690 scuole e 272.167 alunni con sostegno (il 3,1% del totale degli iscritti). Notevoli le differenze di genere: sono 213 i maschi ogni 100 femmine. Il problema più frequente è la disabilità intellettiva che riguarda il 46% degli alunni con sostegno. Seguono i disturbi dello sviluppo e quelli del linguaggio (rispettivamente 25% e 20%). Tra i disturbi meno frequenti ci sono i problemi di tipo motorio e sensoriale (cecità, sordità, ipovisione e ipoacusia), rispettivamente 11% e 9%. Molti gli alunni che hanno più di un problema di salute (48%), soprattutto quando vi è una disabilita’ intellettiva. Oltre il 61% di alunni con disabilità intellettiva presenta infatti anche altri tipi di disturbi. Quasi tutti gli alunni con sostegno (97%) hanno una certificazione in base alla Legge n.104 del 1992.

PIUì ALUNNI CON SOSTEGNO AL SUD

L’indagine rileva il livello di autonomia nello svolgimento di alcune attività essenziali, quali lo spostarsi all’interno dell’edificio scolastico, mangiare, andare al bagno da soli. Gli alunni non autonomi in almeno una delle attività considerate costituiscono il 17,5% degli alunni con sostegno. Tra questi, il 6% ha problemi di autonomia più gravi, in quanto non è in grado di svolgere da solo nessuna delle tre attività. Nel Mezzogiorno la presenza di alunni con ridotta autonomia è maggiore rispetto al resto d’Italia (21%); di contro la percentuale più bassa si registra nelle regioni del Nord (14%).

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