Cronaca
ROMA Segnala auto in doppia fila: 38enne pesantemente minacciato

ROMA Segnala auto in doppia fila: 38enne pesantemente minacciato.
ROMA Segnala auto in doppia fila. Il protagonista della vicenda, a fine 2015, inizia a servirsi dell’app «ioSegnalo» per indicare ai vigili dove fare le multe. Come ‘ringraziamento’, nel 2016, viene minacciato per telefono: «Sei tu che chiami i vigili? Ti ammazzo, so dove abiti, so che macchina hai e te la spacco». A parlare è il marito di una vigilessa del V gruppo, cui, che ora rischia seriamente di finire sotto processo.
L’indagine, coordinata dal pm Elena Neri, è partita dopo la denuncia di un 38enne, assistito dall’avvocato Donatella Amicucci. L’uomo, pur non possedendo riscontri a carico di altri possibili indagati, ha raccontato del clima di ostilità incontrato dal momento in cui ha iniziato attraverso all’app a segnalare le auto in sosta vietata. Segnalazioni che dapprima si limitavano al Casilino, poi estese al resto della città. L’uomo le inoltrava alla centrale operativa del Corpo della polizia locale. Tutto bene fino al 18 marzo 2016, alle 23,45, quando riceve la telefonata incriminata, in quel momento anonima. Denuncia l’episodio e intanto prosegue con le segnalazioni. Finchè il 10 maggio riceve una multa per aver parcheggiato l’auto in via dei Glicini con «il muso rivolto in senso contrario a quello di marcia». La strada è a doppio senso, quindi decide di fare ricorso, vincendolo. Pochi giorni dopo, però, riceve una «proposta d’ingiunzione di pagamento».
Al momento non si conosce il destino della multa. Intanto il 38enne non smette di usare l’app e al contempo di suscitare reazioni: un giorno, via telefono, un vigile gli manifesta preoccupazione perché con quelle sue segnalazioni «attraversa tutta Roma». A settembre 2016 viene invece contattato dal III Gruppo Nomentano, che gli chiede di utilizzare il fax (a pagamento) invece dell’app (gratuita). Nello stesso periodo riceve a casa un foglio con scritto «Hai fatto mettere multe a centinaia di persone senza motivo, mo’ te damo foco a casa, infame». Le minacce si estendono anche al figlio. A fine dicembre, chiamato presso il Comando generale, gli viene detto di «stare in campana» o sarebbe stato denunciato per interruzione di pubblico servizio. Viene indagato, ma il pm archivia.
Cronaca
“Tu sei un uomo”: medico accusato di frasi offensive durante una visita specialistica

#MedicoInsultaPaziente In un tranquillo studio medico a Roma, un anziano dottore si è rifiutato di riconoscere l’identità di una donna transgender, scatenando un caso che sta facendo discutere tutti!
L’incontro che ha scioccato
Durante una visita medica in uno studio privato nel quartiere di La Storta, a nord di Roma, una donna di 45 anni si è trovata di fronte a un medico di circa settant’anni che ha assunto un atteggiamento ostile fin dal primo momento. La paziente, accompagnata dal marito per una visita specialistica, ha descritto l’episodio come un vero e proprio attacco verbale, con il dottore che ignorava il nome e il genere indicati nei suoi documenti ufficiali.
Le parole che hanno ferito
Il medico non si è limitato a un rifiuto formale: ha pronunciato commenti apertamente transfobici, affermando frasi come “Tu sei un uomo e ti devi vergognare per come ti presenti” e “Non ho intenzione di farmi prendere in giro da queste finzioni biologiche”. Secondo la ricostruzione, l’uomo ha respinto l’idea di adattare la sua pratica medica a “queste ideologie”, lasciando la donna senza il certificato medico di cui aveva bisogno e in preda a un profondo sconforto.
La battaglia legale in corso
La donna ha deciso di non rimanere in silenzio e, assistita dall’avvocato Fabrizio Consiglio, ha sporto denuncia alla Procura della Repubblica di Roma. Il caso è ora al vaglio dei magistrati, con accuse che includono istigazione all’odio per motivi di identità di genere, violenza privata, diffamazione aggravata e possibili molestie. Le indagini stanno verificando se il comportamento del medico abbia violato i doveri legati alla sua professione convenzionata.
Cronaca
La fuga scalza di un detenuto dall’ospedale Santo Spirito e il colpo che l’ha tradito

#HaiMaiVistoUnaFugaScalzaCosìAudace? Scopri come un detenuto ha ingannato le guardie e ha quasi fatto perdere le sue tracce!
L’Evasione Incredibile
Gianluca Calò, un 46enne di Mesagne in Puglia, recluso a Regina Coeli per rapina, ha colto al volo un attimo di distrazione delle guardie penitenziarie mentre attendeva una visita specialistica all’ospedale Santo Spirito. Proprio venerdì pomeriggio, è scappato scalzo, sparendo nel nulla e lasciando tutti senza parole. Ma la sua avventura non è finita lì, portando a una caccia mozzafiato che ha tenuto tutti con il fiato sospeso.
Le Ricerche e la Cattura Drammatica
Le forze dell’ordine hanno diffuso immagini delle telecamere di sicurezza dell’ospedale, che mostrano Calò correre a piedi nudi inseguito inutilmente dagli agenti. Grazie a quelle prove decisive, la polizia è riuscita a stringere il cerchio intorno a lui. Ieri mattina, al Tuscolano, il fuggitivo ha tentato un altro colpo in un esercizio commerciale, rubando un PC e soldi contanti. Il titolare ha riconosciuto il ladro dalle telecamere e ha lanciato l’allarme, permettendo agli agenti delle Volanti di intercettarlo in pochissimo tempo mentre scappava con la refurtiva. Ora, Calò è tornato dietro le sbarre e dovrà affrontare accuse aggiuntive di furto ed evasione, con gli investigatori che sospettano l’aiuto di un complice esterno durante la sua breve latitanza.
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