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Cronaca

FROSINONE Donna trovata morta dopo essere fuggita da casa

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FROSINONE Donna trovata morta dopo essere fuggita da casa

Donna scomparsa da casa e ritrovata morta qualche ora dopo sul greto di un fiume ad Alatri, in provincia di Frosinone. La donna, 37 anni, era semisvestita e con una ferita alla testa.

Un giallo quello di Michela Rezza, la donna ritrovata morta ad Alatri nei pressi di Frosinone, su cui stanno indagando i carabinieri che nella notte hanno sentito il compagno della vittima. L’ipotesi è che la trentasettenne sia stata uccisa. Il corpo è stato notato attorno alle 16 da un cercatore di funghi nei pressi del fiume Cosa, in contrada Sant’Emidio. La donna non aveva documenti ma i militari partendo proprio dalle denunce di scomparsa ricevute in mattinata sono riusciti a identificarla.

La signora si era allontanata dalla sua casa di Pignano, una frazione di Alatri, poche ore prima. Gli elementi per battere con forza la pista dell’omicidio sono pochi. La ferita sull’arco sopraccigliare sinistro potrebbe essere causata anche da una caduta, come gli abiti mancanti potrebbero essere dovuti alla corrente del fiume. Sul posto il sostituto procuratore della Repubblica di Frosinone, Vittorio Misiti, e i carabinieri che con la luce delle cellule fotoelettriche hanno compiuto una prima ispezione. Gli inquirenti nell’attesa di avere qualche elemento solido su cui basarsi mantengono uno stretto riserbo.

Sarà determinante l’esame autoptico sulla salma della donna. Il sostituto Misiti ha affidato una consulenza medico-legale al prof. Saverio Potenza, dell’Università romana di Tor Vergata, che domani si recherà in Procura a Frosinone per prendere l’incarico. Poi, forse nel tardo pomeriggio, eseguirà l’autopsia. Non è da escludere che, ascoltati i familiari e i conoscenti, i carabinieri possano già avere elementi sufficienti a formulare una prima ipotesi.

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Attualità

Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma

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Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma

Mentre le strade di Roma risuonavano ancora di musica, canti e slogan del Pride, un episodio vergognoso ha ricordato a tutti quanto sia ancora lunga la strada verso una reale inclusione: sabato 14 giugno, intorno alle 19:40, subito dopo la fine del Roma Pride, che ha visto la partecipazione di oltre 200.000 persone, una donna trans è stata aggredita nei pressi della stazione Laurentina della linea B della metropolitana.

Secondo quanto denunciato da Gay Help Line, la vittima è stata bersagliata da insulti transfobici e poi inseguita da un uomo. Le frasi urlate “Frocio!”, “Si vede che sei un uomo!” sono lo specchio di un odio che continua a diffondersi nella nostra società, anche quando i riflettori delle grandi manifestazioni si spengono. Fortunatamente, alcuni passanti sono intervenuti, permettendo alla donna di mettersi in salvo su un autobus.

Il servizio di supporto Gay Help Line, che ha ricevuto la segnalazione attraverso il numero verde 800 713 713, lancia ora un appello a chiunque fosse presente in quel momento alla fermata: servono testimonianze, immagini, qualunque elemento possa aiutare a identificare l’aggressore.

In una città che poche ore prima celebrava l’amore, la libertà e la diversità, è inaccettabile che un’aggressione del genere possa accadere in pieno giorno, in un luogo pubblico, tra l’indifferenza di molti.

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Cronaca

“Tu sei un uomo”: medico accusato di frasi offensive durante una visita specialistica

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“Tu sei un uomo”: medico accusato di frasi offensive durante una visita specialistica

#MedicoInsultaPaziente In un tranquillo studio medico a Roma, un anziano dottore si è rifiutato di riconoscere l’identità di una donna transgender, scatenando un caso che sta facendo discutere tutti!

L’incontro che ha scioccato

Durante una visita medica in uno studio privato nel quartiere di La Storta, a nord di Roma, una donna di 45 anni si è trovata di fronte a un medico di circa settant’anni che ha assunto un atteggiamento ostile fin dal primo momento. La paziente, accompagnata dal marito per una visita specialistica, ha descritto l’episodio come un vero e proprio attacco verbale, con il dottore che ignorava il nome e il genere indicati nei suoi documenti ufficiali.

Le parole che hanno ferito

Il medico non si è limitato a un rifiuto formale: ha pronunciato commenti apertamente transfobici, affermando frasi come “Tu sei un uomo e ti devi vergognare per come ti presenti” e “Non ho intenzione di farmi prendere in giro da queste finzioni biologiche”. Secondo la ricostruzione, l’uomo ha respinto l’idea di adattare la sua pratica medica a “queste ideologie”, lasciando la donna senza il certificato medico di cui aveva bisogno e in preda a un profondo sconforto.

La battaglia legale in corso

La donna ha deciso di non rimanere in silenzio e, assistita dall’avvocato Fabrizio Consiglio, ha sporto denuncia alla Procura della Repubblica di Roma. Il caso è ora al vaglio dei magistrati, con accuse che includono istigazione all’odio per motivi di identità di genere, violenza privata, diffamazione aggravata e possibili molestie. Le indagini stanno verificando se il comportamento del medico abbia violato i doveri legati alla sua professione convenzionata.

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