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Il papà di Luca Sacchi ad Anastasiya: “Gli hai scavato la fossa”
ROMA Il papà di Luca Sacchi, Alfonso, commenta il rinvio a giudizio immediato di Anastasiya Kylemnyk e delle altre cinque persone coinvolte nell’omicidio del figlio.
Il papà di Luca Sacchi su Anastasiya: “Mi fa schifo, se prima era una figlia ora dopo aver letto come trattava Luca mi rendo conto che non ha nemmeno un briciolo di dignità. Oltre al fatto che gli ha scavato la fossa. Lei che rientra a casa nostra con Luca, si fionda in camera senza salutarci e sbatte la porta. Questo ricordo di lei prima dell’uccisione di mio figlio. Adesso voglio andare al processo e vedere se avrà il coraggio di guardarmi negli occhi. Voglio vederli in faccia gli assassini di Luca, per me sono tutti uguali. Quella sera lei e Munoz lo hanno lasciato solo. Lui si è preso una pallottola destinata a loro perché i killer erano andati lì per uccidere qualcuno, ne sono sicuro. Lui è morto per difenderli e loro sono scappati. Inoltre non abbiamo capito certe cose”.
Si riferisce agli sms fra loro? “Anche. Luca non era un mammone come dice lei. Era un ragazzo perbene, educato, sensibile. Pulito. Ha perfino difeso la madre di Anastasiya dalle offese della figlia. Ma come si è permessa di giudicare il rapporto fra nostro figlio e la sua mamma? Ma chi è?”.
Si era accorto della crisi fra Luca e la sua ragazza? “Sì, dall’estate scorsa era cambiato tutto. Lei era assente, distratta. Aveva un nuovo eroe, un idolo. Non so se fosse Princi. Lui sì che era davvero fico, così anarchico, con il Vaticano che brucia tatuato su una coscia. Bello, eh? Si è fatta trasportare, non era la giovane a posto che credevamo. Ora scopriamo che era invidiosa della vita normale di Luca, della sua famiglia, e che allo stesso tempo le andava stretta. Chissà che le ha detto la testa, chissà se è la sua vera indole o ha una doppia personalità. Ora però è il momento di difendere Luca, morto per proteggerla”.
Cosa si aspetta dai giudici? “Intanto voglio elogiare la pm Nadia Plastina per come ha condotto le indagini. Temevo che si andasse avanti ben oltre l’estate e invece il 31 marzo c’è già il processo. Il quadro è chiaro. Per i killer, e quello che gli ha fornito la pistola, mi aspetto l’ergastolo. Per Anastasiya e Princi una condanna esemplare. Nessuno ci ridarà Luca, ma almeno si alleggerirà il peso che abbiamo sullo stomaco. Quando abbiamo letto del rito immediato ci siamo messi a piangere”.
Che Natale è stato per voi? “Di dolore immenso. Con mia moglie e nostro figlio Federico, che ha dovuto interrompere gli studi, ci siamo seduti a tavola con il vaso che contiene le ceneri di Luca. Perché lui è sempre con noi”.
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