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MAGLIANA Chiusa sala giochi: si spacciava per circolo culturale

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MAGLIANA Chiusa sala giochi: si spacciava per circolo culturale

Nella giornata di ieri, gli agenti della Polizia di Stato dell’XI Distretto San Paolo, hanno dato esecuzione al provvedimento del Questore relativo alla cessazione immediata di un circolo privato in Via dell’Impruneta, in zona MAGLIANA. Il provvedimento si è reso necessario per due diverse motivazioni: la prima attinente alla mancanza delle autorizzazioni amministrative necessarie per poter esercitare legittimamente l’attività di somministrazione di alimenti e bevande nonché di sala giochi all’interno del locale. Infatti, durante un controllo operato di recente dal personale del medesimo Distretto, è emerso che all’interno del “circolo culturale” di fatto veniva gestito abusivamente un esercizio pubblico di somministrazione – bar e sala giochi – ossia una struttura con tutte le caratteristiche di un’attività imprenditoriale priva tuttavia delle prescritte autorizzazioni e degli strumenti necessari per gestirne legalmente la contabilità. Gli agenti della Polizia di Stato hanno accertato alcune gravi irregolarità: ingresso accessibile dalla pubblica via, nessuna insegna che indicasse la natura di circolo privato, accesso al locale consentito a chiunque ne facesse richiesta senza particolari formalità e senza operare alcun controllo sull’effettiva qualità di socio, presenza di numerosi avventori che non indossavano mascherine di protezione e non rispettavano il distanziamento tra di loro. Alcuni di questi inoltre, erano intenti a fumare e bere bevande alcoliche, malgrado i divieti imposti dalla normativa “Covid” ed alle norme sul fumo. Altra motivazione che ha determinato il provvedimento e l’immediata chiusura del circolo è stata quella delle sue cattive frequentazioni. Difatti sia nei più recenti controlli che in altre analoghe verifiche, è stata riscontrata la presenza di persone con numerosi precedenti di polizia a carico, specie per reati inerenti il patrimonio e le sostanze stupefacenti nonché per gravi delitti contro la persona.

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

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Il turismo che non vogliamo. “Stop ai viaggi organizzati lungo il confine di Gaza​”

Denunciamo con sdegno la promozione, da parte di alcune note agenzie turistiche internazionali, di “tour della realtà” al confine con Gaza, trasformando la tragedia umana della popolazione palestinese in un’attrazione turistica. Siamo di fronte a un’operazione cinica e inaccettabile, che sfrutta la sofferenza e la distruzione provocate da mesi di guerra per offrire “esperienze forti” a pagamento, con pacchetti che promettono scorci di città bombardate e la possibilità di “vedere con i propri occhi il confine con Gaza”.

Il tutto mentre la popolazione palestinese è sottoposta a bombardamenti, assedi, fame e deportazioni. Questa mercificazione del dolore umano è un oltraggio alla memoria delle vittime, una forma moderna di pornografia bellica, che contribuisce a normalizzare l’occupazione, la violenza e la disumanizzazione di un intero popolo.

Mentre la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi per il cessate il fuoco immediato e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese, c’è chi specula sulla guerra come se fosse un set cinematografico. È il riflesso più degradato di un sistema che fa profitto anche sulle macerie. Chiediamo l’immediata rimozione di questi “tour” dai portali di viaggio internazionali e l’apertura di un dibattito pubblico sull’etica del turismo nei contesti di conflitto.

Alcuni siti che promuovono questi viaggi sono tra i più visitati al mondo e contribuiscono a una narrazione tossica, che presenta solo un lato della guerra, legittimando l’occupazione e criminalizzando le vittime. Esprimiamo piena solidarietà al popolo palestinese e continueremo a battersi, in Italia e in Europa, contro il genocidio in corso a Gaza e contro ogni tentativo di strumentalizzarne il dramma. La guerra non è uno spettacolo. La morte non è un souvenir. Il turismo dell’orrore è complicità con il genocidio!”. Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.

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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

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Art of play Roma e il lavoratore preso a pugni senza contratto. La risposta ufficiale della mostra

L’organizzazione della mostra Art of Play desidera esprimere innanzitutto il proprio rammarico per l’episodio recentemente avvenuto presso l’esposizione in corso a Roma.

Dopo il pugno ricevuto che ha fatto il giro del web, arriva la nota ufficiale dell’azienda.

“Art of Play si avvale di agenzie esterne specializzate per l’ingaggio di performer e figuranti, tra cui la persona coinvolta nell’episodio. L’organizzazione di Art of Play ha un rapporto regolare con queste agenzie, pertanto non è direttamente coinvolta nei rapporti tra le agenzie e i lavoratori. Art of Play esprime ancora una volta vicinanza alla performer e si impegna a verificare eventuali irregolarità in sede appropriata”.

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