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Omicidio a Tor Bella Monaca: trovato a Fiuggi il presunto assassino

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Omicidio a Tor Bella Monaca: trovato a Fiuggi il presunto assassino

L’Omicidio a Tor Bella Monaca di Daniele Di Giacomo ha scosso prepotentemente gli animi di quartiere, un omicidio perpetrato in maniera mafiosa, ma a volto scoperto e sotto gli occhi di tutti. Gli inquirenti sono riusciti ad ottenere l’identikit dai testimoni.

La madre della vittima si sfoga proprio nel luogo dell’omicidio: urla a coloro che alle finestre non sono scesi ad aiutare la ragazza e il ragazzo feriti gravemente. Urlava anche contro gli agenti sul luogo dell’omicidio, che ora le impedivano di entrare nel perimetro.agguato a tor bella monaca

Il movente dell’omicidio e colui che lo ha compiuto sono un mistero solamente per gli inquirenti, i familiari e i conoscenti sono invece sicuri che a sparare quei quattro colpi sul ragazzo e la ragazza sarebbe stato un trentenne che doveva regolare vecchi conti con lui.

Il trentenne è stato trovato in casa di sua sorella a Fiuggi, verrà portato davanti ai testimoni per il riconoscimento, ma poco hanno da dubitare gli inquirenti. La sua vecchia di Di Giacomo se la era lasciata alle spalle, ma qualcun altro no.

Di Giacomo era si un pregiudicato, ma da diversi anni era completamente pulito agli occhi della legge, era proprietario di un concessionario e si godeva la sua vita nella “legalità” insieme alla ragazza che è stata ferita accanto a lui.

Lei può fare la mossa definitiva che incolperà il trentenne arrestato a Fiuggi, se infatti verrà riconosciuto da lei come l’uomo che ha aperto il fuoco l’Omicidio a Tor Bella Monaca avrà il suo colpevole e quest’ultimo avrà la sua lunga pena da scontare.

 

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

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Esplosione a Roma, installati sensori per rilevare residui di gas

Resta alta l’attenzione a Roma dopo la violenta esplosione avvenuta ieri mattina intorno alle 8 in via dei Gordiani, zona Prenestino. Un distributore di GPL è saltato in aria causando oltre 40 feriti, tra cui due in condizioni gravi, ora ricoverati all’ospedale Sant’Eugenio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i soccorritori, alcuni dei quali sono rimasti coinvolti nella deflagrazione.

L’Arpa e il Noe hanno installato dispositivi per monitorare la qualità dell’aria, temendo la presenza di gas residui. La Protezione Civile ha consigliato ai residenti di non uscire, tenere chiuse le finestre e spegnere i condizionatori. La Procura ha aperto un’indagine per disastro colposo: le prime ipotesi parlano di un guasto ad un impianto GPL.

Il tempestivo intervento dei gestori di un centro estivo vicino ha evitato una possibile tragedia: i bambini presenti sono stati evacuati poco prima dell’esplosione. La zona resta isolata, con ingenti danni anche a strutture vicine, come la polisportiva Villa De Sanctis. Le autorità stanno proseguendo le indagini e i controlli ambientali.

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

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Roma, giovane cuoco ucciso al parco: si indaga su una tentata rapina, ma il portafoglio era intatto

Tragedia alla Montagnola, nella periferia sud della Capitale: Mamun Miah, 27 anni, cittadino del Bangladesh e cuoco in un ristorante di piazza Venezia, è stato trovato senza vita al parco della Solidarietà, nei pressi del civico 393 di via Cristoforo Colombo. Il giovane è stato colpito al torace da una coltellata che non gli ha lasciato scampo, l’aggressore è fuggito ed è tuttora ricercato.

L’ipotesi investigativa principale resta quella della rapina finita male. Secondo alcuni amici della vittima, connazionali che spesso trascorrevano con lui le serate nel parco dopo il lavoro, Mamun avrebbe reagito a un tentativo di furto ed è stato accoltellato. I testimoni, pur trovandosi a una certa distanza al momento dell’attacco, raccontano di averlo visto discutere animatamente con un uomo nei pressi di un centro sportivo, non lontano dalla sua abitazione in via dell’Arcadia.

Ma il dettaglio che lascia perplessi è che nella tasca dei pantaloni del giovane è stato rinvenuto il portafoglio, completo di denaro e documenti. Un elemento che complica la lettura del movente: perché uccidere per rapinare, se poi l’aggressore fugge a mani vuote?

A destare ulteriori sospetti è l’identikit tracciato dagli amici di Mamun, che indicano come possibile responsabile un senzatetto della zona, noto per aggirarsi nei pressi del parco. Al momento, però, l’uomo non è stato rintracciato.

I carabinieri della compagnia Eur, insieme ai colleghi della stazione di San Sebastiano, stanno conducendo le indagini e sono già state acquisite le immagini delle videocamere di sorveglianza presenti nell’area per cercare di identificare chi fosse nei paraggi al momento del delitto. Sarà anche l’autopsia a fornire risposte decisive, chiarendo l’esatta dinamica dell’aggressione e se la vittima abbia tentato di difendersi.

Mamun Miah viveva da solo e lavorava duramente per mantenersi. I familiari, rimasti in Bangladesh, sono stati avvisati della tragedia. Nel frattempo, la comunità bengalese di Roma è sotto shock e chiede giustizia per un giovane la cui unica colpa sembra essere stata quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Un omicidio così brutale, in un contesto apparentemente tranquillo, riaccende i riflettori sulla sicurezza nelle aree periferiche della città: luoghi spesso dimenticati, dove la presenza delle forze dell’ordine non è costante e il degrado sociale favorisce l’emergere di situazioni pericolose. La morte di Mamun Miah non può restare solo una notizia di cronaca: deve spingere a riflettere su come tutelare davvero chi lavora onestamente e cerca solo una vita dignitosa.

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