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La morte di Stefano Dal Corso in carcere, un supertestimone parla

La morte di Stefano Dal Corso nel carcere Casa Massima di Oristano in Sardegna ha generato molte speculazioni. Secondo un presunto supertestimone, che sostiene di essere un ufficiale esterno della polizia penitenziaria, il detenuto romano sarebbe stato ucciso anziché aver messo fine alla propria vita. Le affermazioni di questo testimone svelerebbero che Dal Corso è stato vittima di omicidio e che il movente potrebbe essere legato a un presunto rapporto sessuale di cui era testimone. Le indagini sono state riaperte dopo l’archiviazione iniziale del caso come suicidio, poiché sono emersi elementi che pongono dubbi sulla veridicità di tale tesi.
Il detenuto è stato trovato impiccato nella sua cella, ma ci sono elementi che non coincidono con la teoria del suicidio. Inizialmente, la procura non ha ritenuto opportuno disporre un’autopsia né ascoltare gli altri detenuti, ma l’apertura di nuove indagini potrebbe portare a una svolta nella vicenda.
Altra circostanza che alimenta dubbi è il fatto che a Dal Corso mancassero solo poche settimane per scontare la sua condanna. A sostenere la teoria dell’omicidio è il presunto supertestimone, le cui parole saranno esaminate dai pm incaricati dell’inchiesta sulla morte di Stefano Dal Corso. La famiglia del detenuto ha richiesto un’autopsia per fare chiarezza sulla morte di Stefano Dal Corso e al Senato è stata sollevata l’ipotesi della necessità di approfondire le indagini.
Le nuove circostanze emerse dopo la morte di Stefano Dal Corso stanno sollevando interrogativi sulla verità dei fatti. L’ipotesi iniziale del suicidio verrà nuovamente esaminata dalle autorità competenti alla luce delle nuove informazioni e degli elementi controversi emersi sulla vicenda.
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Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai

Arrestata “santona” a Ostia: prometteva di curare il cancro con l’ai, condannata a 9 anni. #Ostia #Truffa #Notizie
Una vicenda a dir poco incredibile si è verificata a Ostia, dove una falsa guaritrice, definita una vera e propria “santona”, è stata arrestata e condannata a nove anni di prigione. La donna era riuscita ad ingannare molte persone con la promessa di cure miracolose per il cancro, utilizzando presunti poteri spirituali e facendo affidamento sull’intelligenza artificiale.
L’arresto è avvenuto dopo un’indagine approfondita portata avanti dalle forze dell’ordine che hanno raccolto sufficienti prove contro di lei. “Una manipolazione del dolore altrui” è stata la definizione fornita dagli investigatori, i quali hanno sottolineato come la santona sfruttasse la disperazione delle sue vittime per estorcergli denaro.
La condanna è stata accolta con sollievo dalle vittime e dalle loro famiglie, molte delle quali si erano affidate a lei nella speranza di trovare una cura impossibile. “Una giustizia attesa da tempo”, ha commentato uno dei parenti delle vittime, esprimendo il sentimento comune di chi ha subito questo inganno.
Sebbene la sentenza rappresenti un’importante vittoria, resta la ferita aperta per chi ha vissuto questo dramma. La vicenda solleva interrogativi importanti sull’influenza e le possibilità di frode legate all’uso dell’intelligenza artificiale in ambiti così delicati.
Le autorità continuano a fare appelli alla popolazione affinché resti vigile e diffidente nei confronti di chi promette cure miracolose. Questa storia tragica è un monito su quanto sia essenziale verificare sempre la validità delle informazioni e delle pratiche mediche proposte.
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Orban e il Tango con l’Ue: Un Ballo a Passi di Attrito e Diplomazia

Accordo storico o resa? I dazi tra USA e UE accendono il dibattito. 🌍🤔 #Trump #VonDerLeyen #Orban
C’è chi celebra l’accordo come un “enorme” traguardo, frutto di un “duro negoziato”, e chi invece, come il primo ministro ungherese Viktor Orban, lo vede come una “debolezza commerciale” dell’Unione Europea. “Donald Trump non ha raggiunto un accordo con Ursula von der Leyen, ma piuttosto si è mangiato la presidente della Commissione europea a colazione.” – Un commento pungente per sottolineare la forza di Trump rispetto alla presidente della Commissione.
Orban, notoriamente critico verso Bruxelles, non ha risparmiato le sue parole dure, affermando il suo disappunto per il nuovo impegno dell’UE di acquistare armi ed energia dagli Stati Uniti per circa 750 miliardi di dollari in tre anni. L’accordo, che fissa nuovi dazi al 15% a partire dal primo agosto, esclude materiali come acciaio e alluminio, i cui dazi rimangono al 50%.
“Trump è un negoziatore dei pesi massimi, von der Leyen dei pesi piuma”, ha aggiunto Orban, insistendo sul fatto che nonostante i tentativi di presentarlo come un successo, questo accordo non sarebbe stato positivo per l’Europa. Il leader ungherese ha chiarito che l’Ungheria si tirerà fuori dall’UE se i “vantaggi supereranno gli svantaggi”.
La metafora di Orban non passa inosservata, concludendo che l’accordo con gli Stati Uniti risulti “peggiore” di quello ottenuto dal Regno Unito. La tensione tra il mantenimento dell’alleanza atlantica e gli interessi europei continua ad alimentare il dibattito politico. Resta da vedere come l’unione gestirà queste divisioni in futuro.
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