Calcio Roma
Mourinho non ci sta “Abbiamo perso per un rigore del calcio moderno”

José Mourinho critica aspramente il rigore assegnato durante il derby: “Calcio moderno e simulazioni”
Il tecnico della Roma, José Mourinho, ha condiviso la sua delusione per la sconfitta nel derby di Coppa Italia, attribuendo il risultato a un rigore assegnato grazie all’utilizzo del Var e alle simulazioni dei giocatori moderni. Durante un’intervista con Sport Mediaset, Mourinho ha dichiarato: “È sempre doloroso, e ancor di più quando si tratta del derby. Stiamo affrontando molte difficoltà e stiamo lottando contro di esse. Oggi abbiamo perso a causa di un rigore del calcio moderno, un rigore assegnato grazie al Var, mentre l’arbitro era a tre metri di distanza. Senza il Var, probabilmente non avrebbe concesso il rigore. I giocatori di dieci o venti anni fa non si sarebbero tuffati in quel modo, come fanno quelli di oggi.”
Il tecnico portoghese ha criticato anche l’arbitro Orsato, sottolineando che in situazioni simili a centrocampo, di solito lascia giocare. Tuttavia, Mourinho ha affermato che quando c’è un assistente al video che richiama l’attenzione, la decisione è inevitabile. Ha concluso la sua analisi dichiarando: “Orsato è un arbitro di alto livello, ma la partita finisce quando una squadra segna per prima, perché lui non lascia giocare.”
Il rigore assegnato ha suscitato polemiche e rabbia da parte di Mourinho, evidenziando il divario tra il calcio moderno e quello del passato. La sua critica non è solo rivolta all’arbitro, ma anche al modo in cui il gioco è influenzato dalle nuove tecnologie e dalle abilità attoriali dei giocatori moderni.
Il calcio moderno continua a sollevare controversie e polemiche tra i tifosi e gli addetti ai lavori, con Mourinho che rappresenta una delle voci più autorevoli nell’esprimere disapprovazione nei confronti di certi aspetti del calcio attuale. La sua analisi critica riflette la delusione e la frustrazione di un allenatore di lunga esperienza di fronte alle sfide del calcio contemporaneo.
Attualità
Claudio Ranieri: il signore del calcio

Nel calcio moderno, spesso dominato da logiche di mercato, fredda tattica e narrazioni da copertina, ci sono figure che riescono ancora a farci emozionare con la sola forza della loro umanità. Claudio Ranieri è una di queste: non solo un allenatore, ma un uomo che riesce ad incarnare i valori più autentici dello sport: umiltà. passione, lavoro e, soprattutto, rispetto.
La classifica è importante, si, ma non racconta la compattezza ritrovata, gli occhi pieni di grinta dei ragazzi, l’orgoglio dei tifosi che, per la prima volta dopo tanto tempo, hanno rivisto in campo una Roma che meritano.
Ci sono allenatori che vincono trofei e poi c’è Claudio Ranieri, che ha fatto sentire i tifosi orgogliosi non solo per quello che si è vinto, ma per come si è vissuto quel cammino. Perché a Roma, più del risultato, contano il cuore, la verità e l’appartenenza. E Ranieri, di tutto questo, è stato un simbolo. Il tuo calcio non finisce qui, perché vive in tutti quelli che ti guardano e pensano: “Voglio diventare come lui.”
Grazie per non aver mai smesso di essere uno di noi. La Roma ti ha amato. Ma tu, forse, l’hai amata anche di più.
Calcio Roma
Klopp alla Roma: il rebus dei Friedkin accende i tifosi giallorossi

Un semplice video istituzionale, pensato per esaltare la bellezza della Capitale e il profondo legame tra la città e il club.
Ma a Roma, dove la passione corre più veloce della logica, quei sedici secondi sono bastati per far sognare in grande. E anche per immaginare, dietro quelle immagini evocative, un messaggio nascosto, quasi un enigma da decifrare.
Klopp alla Roma
Nel filmato diffuso dalla famiglia Friedkin, da sempre attenta a una comunicazione elegante, visiva e spesso indiretta, scorrono in rapida successione alcuni dei simboli più iconici della città eterna: il Colosseo, la Lupa capitolina, lo stadio Olimpico, la Basilica di San Pietro, e il Pantheon. Elementi che compongono un ritratto affascinante di Roma, ma che, a guardarli bene, sembrano anche nascondere una sequenza sospetta. Colosseo (che in tedesco si scrive con la K), Lupa, Olimpico, San Pietro, Pantheon: le iniziali formano una parola ben precisa. K-L-O-P-P.
Un tecnico amatissimo a livello internazionale, reduce da un ciclo straordinario con il Liverpool da pochi mesi diventato Head of Global Soccer del gruppo Red Bull.
Eppure, per i tifosi della Roma, nulla è impossibile. Abituati a una comunicazione spesso ambigua e cinematografica da parte della proprietà americana, non escludono che dietro quella manciata di fotogrammi possa davvero celarsi un messaggio in codice. Dal club, però, nessuna conferma. Anzi, con un sorriso, fonti vicine alla società frenano le interpretazioni: “Il Colosseo si scrive con la C”.
Ma a Roma, il video continua a rimbalzare tra social e chat. E finché il nuovo allenatore non verrà ufficialmente annunciato, l’illusione continuerà a vivere.
Perché immaginare Klopp all’Olimpico non costa nulla. E in fondo, ogni grande avventura inizia proprio da un sogno.
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