Attualità
Rider si difende durante una tentata rapina e viene accoltellato a un braccio: portato in ospedale.

Un Rider Aggredito e Accoltellato a Roma durante un Tentativo di Rapina
Stava lavorando come rider quando è stato avvicinato da uno sconosciuto che ha provato a rapinarlo. Lui si è opposto, ma il malvivente lo ha aggredito.
Paura a Roma, nel quartiere di Pietralata. Un rider trentanovenne è stato aggredito durante un tentativo di rapina dall’uomo che aveva provato a derubarlo. Ed è stato accoltellato ad un braccio. Non appena notato l’accaduto, alcuni passanti hanno fatto scattare l’allarme e l’uomo, un trentanovenne, è stato soccorso. Si trova in ospedale in condizioni gravi.
L’aggressione mentre lavorava come rider
I fatti risalgono alla serata di mercoledì 4 settembre. Erano circa le 22, il trentanovenne si trovava in turno lavorativo, come rider. L’uomo si trovava in via Vincenzo Morello, a pochi passi dalla stazione Tiburtina, in sella alla sua bicicletta, quando è stato aggredito.
Un uomo a lui sconosciuto si è avvicinato, minaccioso. Fra le mani brandiva un coltello. E ha provato a rapinarlo. “Dammi tutto quello che hai”, deve avergli detto. Ma il trentanovenne ha reagito.
La reazione e l’accoltellamento
Il rider, sotto minaccia del coltello, si è opposto al tentativo di rapina. Il criminale forse non si aspettava alcuna reazione da parte del rider. Ma la risposta è stata chiara. L’uomo l’ha aggredito, accoltellandolo ad un braccio. Poi si è dato alla fuga.
In breve tempo sul posto sono arrivati i soccorsi. Il rider è stato trasferito d’urgenza in ospedale, al policlinico Umberto I, dove gli è stata medicata la ferita al braccio sinistro ed è stato sottoposto alle prime cure.
Le indagini in corso
Oltre agli operatori del pronto soccorso sanitario, sul posto sono arrivati anche i carabinieri, allertati da una segnalazione arrivata al numero unico di emergenza 112. Sul caso indagano i militari della Compagnia Piazza Dante e della Stazione Roma Casal Bertone, che si sono messi immediatamente alla ricerca del responsabile.
La situazione è ancora in evoluzione, e le forze dell’ordine stanno analizzando tutte le possibili piste per individuare il colpevole. Le telecamere di sorveglianza della zona e le testimonianze dei presenti potrebbero rivelarsi fondamentali per risolvere il caso e portare il responsabile davanti alla giustizia.
L’episodio ha suscitato grande preoccupazione tra i residenti del quartiere e tra i colleghi del rider, che temono per la propria sicurezza durante i turni di lavoro notturni.
Attualità
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Attualità
La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

Nella notte tra l’1 e il 2 giugno, intorno alle 2:30, un gruppo di barcaioli dell’isola di Ponza è stato oggetto di minacce per un semplice gesto di solidarietà: aver esposto la bandiera della Palestina sulle loro imbarcazioni come simbolo di sostegno ad una popolazione in una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Dopo aver infastidito il guardiano del porto, gli autori dell’intimidazione hanno strappato e rimosso con la forza la bandiera palestinese.
È un episodio che va oltre il fatto in sé, perchè tocca il nervo scoperto di un’Italia che troppo spesso confonde la solidarietà con la provocazione e che si mostra incapace di accettare gesti di umanità se non allineati con un certo sentire politico.
Esporre la bandiera della Palestina, in questo contesto, non equivale a prendere parte a un conflitto, perchè è un’affermazione di empatia per le vittime civili, per i bambini sotto le bombe, per le famiglie distrutte da decenni di violenza. Non significa negare il dolore degli israeliani, né tantomeno giustificare il terrorismo, ma riconoscere la sofferenza di un popolo dimenticato e condannato.
Ponza, isola aperta al mondo, costruita nei secoli sull’accoglienza e sul passaggio di genti diverse, non merita che certi gesti vengano accolti con violenza. Il gesto di quei barcaioli va rispettato, anche da chi non lo condivide, perché la democrazia è proprio questo: il diritto di manifestare un pensiero pacifico, anche scomodo, senza temere ritorsioni.
Chi ha strappato quella bandiera ha voluto togliere voce a una parte della coscienza collettiva, ma non potrà strappare il senso più profondo della solidarietà umana.
In un tempo in cui il silenzio complice è la norma, chi ha il coraggio di esporsi, anche solo con un simbolo, merita rispetto, non intimidazioni.
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