Attualità
Scopri tutto sulle date, il calendario e gli orari delle navette sostitutive!

La chiusura della Metro B avverrà in modo totale o anticipato nei mesi di ottobre, novembre e dicembre, a causa di alcune prove e test previsti per l’entrata in funzione della stazione Colosseo. Durante questo periodo, il servizio sarà sostituito da bus navetta. Di seguito, il calendario delle chiusure con tutte le date e gli orari pertinenti.
Calendario delle chiusure della Metro C di Roma
In preparazione all’apertura della fermata Colosseo, la cui inaugurazione è programmata per settembre 2025, sono previsti stop temporanei nella funzionalità della Metro C. Le chiusure comporteranno l’interruzione del servizio a partire dalle ore 21, sostituito da un sistema di navette. Inoltre, ci saranno altre giornate in cui la Metro C sarà completamente chiusa.
Atac ha fornito le seguenti informazioni:
- Dal 23 settembre al 31 ottobre, la tratta Malatesta-San Giovanni chiuderà anticipatamente alle ore 21, con attivazione di un servizio navetta.
- La chiusura totale della linea C avverrà dalle 20:30 del 4 ottobre fino alla chiusura del servizio il 6 ottobre, sostituita da bus navetta.
- Dal 25 ottobre, a partire dalle 20:30, e fino alla chiusura del servizio il 27 ottobre, l’intera linea C sarà nuovamente sostituita da navette.
- Infine, dall’1 novembre al 7 dicembre, il servizio navetta prenderà il posto della linea C dalle 20:30 fino alla conclusione del servizio.
Va detto che a partire dal 7 gennaio inizierà la seconda fase dei lavori, la quale prevede un nuovo cronoprogramma, attualmente in fase di definizione, che sarà comunicato nelle prossime settimane.
Perché la Metro C resta chiusa
Le chiusure della Metro C sono indispensabili per permettere le operazioni preparatorie all’estensione della linea C fino alla fermata Colosseo, come spiegato da Roma Metropolitane, che coordina tali attività con Roma Capitale. Questi test e prove sono fondamentali, e includono verifiche anche su sezioni già operative della linea. Per tale ragione, è stato necessario programmare chiusure anticipate in alcuni giorni e interruzioni complete in altri.
Si ricorda che i tempi di completamento per l’apertura delle nuove stazioni, Porta Metronia e Colosseo, sono stati posticipati fino alla fine di luglio, rendendo improbabile l’attivazione delle stazioni prima di settembre 2025.
La Metro C funziona dal lunedì al giovedì e la domenica dalle 5:30 alle 23:30 (ultima partenza). Invece, nel fine settimana, le corse iniziano sempre alle 5:30 con ultima partenza all’1:30.
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La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

Nella notte tra l’1 e il 2 giugno, intorno alle 2:30, un gruppo di barcaioli dell’isola di Ponza è stato oggetto di minacce per un semplice gesto di solidarietà: aver esposto la bandiera della Palestina sulle loro imbarcazioni come simbolo di sostegno ad una popolazione in una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Dopo aver infastidito il guardiano del porto, gli autori dell’intimidazione hanno strappato e rimosso con la forza la bandiera palestinese.
È un episodio che va oltre il fatto in sé, perchè tocca il nervo scoperto di un’Italia che troppo spesso confonde la solidarietà con la provocazione e che si mostra incapace di accettare gesti di umanità se non allineati con un certo sentire politico.
Esporre la bandiera della Palestina, in questo contesto, non equivale a prendere parte a un conflitto, perchè è un’affermazione di empatia per le vittime civili, per i bambini sotto le bombe, per le famiglie distrutte da decenni di violenza. Non significa negare il dolore degli israeliani, né tantomeno giustificare il terrorismo, ma riconoscere la sofferenza di un popolo dimenticato e condannato.
Ponza, isola aperta al mondo, costruita nei secoli sull’accoglienza e sul passaggio di genti diverse, non merita che certi gesti vengano accolti con violenza. Il gesto di quei barcaioli va rispettato, anche da chi non lo condivide, perché la democrazia è proprio questo: il diritto di manifestare un pensiero pacifico, anche scomodo, senza temere ritorsioni.
Chi ha strappato quella bandiera ha voluto togliere voce a una parte della coscienza collettiva, ma non potrà strappare il senso più profondo della solidarietà umana.
In un tempo in cui il silenzio complice è la norma, chi ha il coraggio di esporsi, anche solo con un simbolo, merita rispetto, non intimidazioni.
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