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Un Volo di Potenza: Il Motore da 1500 Cavalli che Sconvolge il Mondo!

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Un Volo di Potenza: Il Motore da 1500 Cavalli che Sconvolge il Mondo!

Intercettato un camion modificato in autostrada

Un camion, noto come “turbocamion”, con un motore potenziato in grado di raggiungere velocità fino a 150 chilometri orari, è stato scoperto da agenti della polizia stradale di Frosinone all’ingresso del casello autostradale A1 di Ferentino. Durante il suo passaggio, il mezzo superava il limite di velocità consentito, viaggiando a oltre 130 chilometri all’ora, attirando l’attenzione delle forze dell’ordine.

Procedimenti e scoperte

Gli agenti della polizia stradale, notando il fumo nero emesso dagli scarichi del mezzo, hanno deciso di effettuare un controllo. Dopo aver fermato il tir, che si rivelò essere un Iveco Turbostar modificato, si sono accorti di dettagli che non corrispondevano agli standard di fabbricazione. Lo scarico con doppia marmitta e altre componenti alterate hanno spinto gli agenti a ispezionare ulteriormente il veicolo. Una volta aperta la parte inferiore della cabina, la loro sorpresa è stata enorme e hanno proceduto al sequestro del camion, trasferendolo ai tecnici della casa madre.

Le modifiche tecniche

I tecnici dell’Iveco, dopo aver preso in carico il tir, si sono messi al lavoro per catalogare le numerose modifiche apportate al mezzo pesante. La motorizzazione, il cambio e il sistema frenante erano stati sostituiti con componenti decisamente più performanti, probabilmente recuperati da un gruppo elettrogeno industriale. Inoltre, il telaio originale del camion era stato modificato per adattarsi al nuovo motore, che produceva 1500 cavalli di potenza, consentendo al veicolo di toccare velocità sorprendenti per un camion.

Gli exploit del conducente

La polizia ha poi scoperto che il conducente del tir condivideva attivamente sui social network le sue imprese, postando fotografie del contachilometri e video dei suoi sorpassi, spesso documentando velocità oltre i 160 chilometri orari. L’uomo sembrava orgoglioso delle capacità del suo turbocamion e non esitava a mostrarle al pubblico virtuale.

Sanzioni e conseguenze

Gli agenti hanno infine multato il conducente, imporgli sanzioni per un totale di 4300 euro. A queste sanzioni si è aggiunto il ritiro della carta di circolazione del veicolo, la necessità di una revisione straordinaria presso la motorizzazione di Frosinone, oltre alla sospensione della patente di guida per un periodo di fino a tre mesi e la decurtazione di 23 punti sulla patente.

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Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma

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Transfobia dopo il Pride: un’aggressione che svela l’altra faccia di Roma

Mentre le strade di Roma risuonavano ancora di musica, canti e slogan del Pride, un episodio vergognoso ha ricordato a tutti quanto sia ancora lunga la strada verso una reale inclusione: sabato 14 giugno, intorno alle 19:40, subito dopo la fine del Roma Pride, che ha visto la partecipazione di oltre 200.000 persone, una donna trans è stata aggredita nei pressi della stazione Laurentina della linea B della metropolitana.

Secondo quanto denunciato da Gay Help Line, la vittima è stata bersagliata da insulti transfobici e poi inseguita da un uomo. Le frasi urlate “Frocio!”, “Si vede che sei un uomo!” sono lo specchio di un odio che continua a diffondersi nella nostra società, anche quando i riflettori delle grandi manifestazioni si spengono. Fortunatamente, alcuni passanti sono intervenuti, permettendo alla donna di mettersi in salvo su un autobus.

Il servizio di supporto Gay Help Line, che ha ricevuto la segnalazione attraverso il numero verde 800 713 713, lancia ora un appello a chiunque fosse presente in quel momento alla fermata: servono testimonianze, immagini, qualunque elemento possa aiutare a identificare l’aggressore.

In una città che poche ore prima celebrava l’amore, la libertà e la diversità, è inaccettabile che un’aggressione del genere possa accadere in pieno giorno, in un luogo pubblico, tra l’indifferenza di molti.

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La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

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La bandiera della Palestina a Ponza: un gesto di solidarietà e la deriva dell’intolleranza

Nella notte tra l’1 e il 2 giugno, intorno alle 2:30, un gruppo di barcaioli dell’isola di Ponza è stato oggetto di minacce per un semplice gesto di solidarietà: aver esposto la bandiera della Palestina sulle loro imbarcazioni come simbolo di sostegno ad una popolazione in una delle più gravi crisi umanitarie del nostro tempo. Dopo aver infastidito il guardiano del porto, gli autori dell’intimidazione hanno strappato e rimosso con la forza la bandiera palestinese.

È un episodio che va oltre il fatto in sé, perchè tocca il nervo scoperto di un’Italia che troppo spesso confonde la solidarietà con la provocazione e che si mostra incapace di accettare gesti di umanità se non allineati con un certo sentire politico.

Esporre la bandiera della Palestina, in questo contesto, non equivale a prendere parte a un conflitto, perchè è un’affermazione di empatia per le vittime civili, per i bambini sotto le bombe, per le famiglie distrutte da decenni di violenza. Non significa negare il dolore degli israeliani, né tantomeno giustificare il terrorismo, ma riconoscere la sofferenza di un popolo dimenticato e condannato.

Ponza, isola aperta al mondo, costruita nei secoli sull’accoglienza e sul passaggio di genti diverse, non merita che certi gesti vengano accolti con violenza. Il gesto di quei barcaioli va rispettato, anche da chi non lo condivide, perché la democrazia è proprio questo: il diritto di manifestare un pensiero pacifico, anche scomodo, senza temere ritorsioni.

Chi ha strappato quella bandiera ha voluto togliere voce a una parte della coscienza collettiva, ma non potrà strappare il senso più profondo della solidarietà umana.

In un tempo in cui il silenzio complice è la norma, chi ha il coraggio di esporsi, anche solo con un simbolo, merita rispetto, non intimidazioni.

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