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Il manifestante arrestato è stato posto agli arresti domiciliari.

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Il manifestante arrestato è stato posto agli arresti domiciliari.

Scattano i domiciliari per il manifestante arrestato sabato scorso nel corso della manifestazione pro Palestina in piazzale Ostiense. Il pubblico ministero aveva chiesto la custodia cautelare in carcere.

La decisione del giudice

Tiziano Lovisolo, il ragazzo di 24 anni arrestato sabato durante gli scontri avvenuti alla manifestazione per la Palestina, andrà agli arresti domiciliari. Lo ha deciso il giudice durante l’udienza per direttissima che si è tenuta questa mattina a piazzale Clodio. Il pubblico ministero aveva chiesto la custodia cautelare in carcere. “Grazie a tutti per la solidarietà”, ha dichiarato Lovisolo una volta uscito dal tribunale. Il giovane, accusato di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, ha rigettato le accuse che gli sono contestate. Per la procura, il 24enne avrebbe fratturato il bacino a uno degli agenti feriti.

Lovisolo, difeso dall’avvocata Caterina Calia, è stato fermato nella zona della Piramide Cestia. “Quando ho visto che la situazione stava degenerando ho tentato di uscire dalla manifestazione ma i varchi erano chiusi. Quindi mi sono trovato nei tafferugli e sono stato anche malmenato dalle forze dell’ordine ma non ho aggredito nessuno”, ha dichiarato.

Le reazioni e il contesto

In un’intervista rilasciata a Radio Onda d’Urto, un’amica del ragazzo ha preso le sue difese. “La situazione era diventata pericolosa, eravamo in mezzo a fumogeni e lacrimogeni, lui cercava di proteggermi – ha raccontato – C’erano anche famiglie e bambini che si sono ritrovati in mezzo senza riuscire a scappare perché circondati dalla polizia. Hanno preso l’unico ragazzo indifeso che era lì da solo, eravamo un ragazzo e una ragazza, hanno preso lui. Non sarebbe mai andato contro la polizia da solo. Dopo le repressioni di questo anno di genocidio e apartheid è bruttissimo prendersela con un ragazzo che ha deciso di stare dalla parte giusta della storia e difendere i palestinesi senza voce. È un cittadino che è andato alla manifestazione come era suo diritto, ma è stato preso come capro espiatorio. Lui stava manifestando pacificamente, ma è stato picchiato e portato via col manganello”.

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Morte sul lavoro a Frosinone: operaio crolla in fabbrica per malore

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Morte sul lavoro a Frosinone: operaio crolla in fabbrica per malore

TragediaSulLavoro Hai mai pensato a quanto possa essere imprevedibile un normale giorno di lavoro? Scopri i dettagli sconvolgenti di un incidente fatale in fabbrica che sta facendo discutere tutti!

In una mattina come tante, un operaio di Frosinone si è sentito improvvisamente male mentre era al suo posto di lavoro, trasformando una routine quotidiana in una tragedia inaspettata. Le autorità stanno indagando sulle circostanze esatte, con testimoni che parlano di un evento rapido e misterioso, lasciando tutti a chiedersi cosa potrebbe averlo causato. Questo caso solleva domande importanti sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, un tema che colpisce milioni di persone.

Le Prime Indagini

Fonti vicine alle indagini rivelano che l’operaio, impegnato in attività standard, ha accusato sintomi improvvisi prima di crollare. Gli esperti stanno esaminando fattori come le condizioni ambientali e lo stress lavorativo, alimentando la curiosità su potenziali rischi nascosti che potrebbero riguardare chiunque.

Impatto sulla Comunità

La notizia ha scosso la comunità locale, con molti che si interrogano su come prevenire simili incidenti. Testimoni oculari descrivono scene di caos e urgenza, ricordandoci quanto sia fragile la vita quotidiana.

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Emanuela Orlandi, l’ex poliziotto preda di un gruppo criminale in trappola orchestrata

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Emanuela Orlandi, l’ex poliziotto preda di un gruppo criminale in trappola orchestrata

MisteroSvelato La scomparsa di Emanuela Orlandi potrebbe nascondere una trappola orchestrata da un gruppo misterioso, con un ex commissario di polizia al centro di rivelazioni scioccanti che stanno facendo tremare l’Italia!

Immaginate una storia che unisce intrighi internazionali, un rapimento calcolato e un ex commissario di polizia finito nella rete di un’organizzazione oscura: è questo il caso di Emanuela Orlandi, la giovane scomparsa nel 1983 che continua a ossessionare le indagini. Fonti affidabili suggeriscono che il sequestro non fu un atto isolato, ma parte di una trappola ben pianificata, con dettagli che emergono solo ora e lasciano tutti a chiedersi: chi c’è davvero dietro?

La Trappola Orchestrata

Le prime tracce indicano che ‘l’ex commissario della polizia’ potrebbe aver giocato un ruolo inaspettato, attirato in un inganno che ha sconvolto le autorità. Testimoni parlano di un gruppo organizzato che ha teso la rete, con manovre che ricordano spy thriller hollywoodiani – ma è tutto vero, e le prove stanno emergendo.

Rivelazioni Sconvolgenti

Nuove informazioni, filtrate da indagini recenti, aggiungono pezzetti al puzzle: ‘le hanno teso una trappola’ non è solo una frase, ma un indizio che punta a connessioni internazionali. Gli esperti si interrogano su motivazioni nascoste, alimentando teorie che vanno dal crimine organizzato alle ombre del Vaticano – una vera caccia al tesoro per chi ama i misteri irrisolti.

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